31/03/10

Insalata di pesce spada agli agrumi



















E' il tempo in cui gli agrumi sono al massimo della bonta', quindi bisogna approfittarne adesso.
Volevo fare un'insalata di pesce leggera e fresca, ho guardato un po' in giro, ho trovato del buon pesce spada e l'ho accoppiato con arance e limoni per un antipasto sfizioso, o per un secondo in leggerezza. Va da se' che arance e limoni devono essere i migliori che riuscite a trovare.

Ingredienti per 2 persone
300-400 gr di pesce spada
Olio al limone, gia' pronto o autoprodotto
2 arance ben mature
1 limone, da grattugiare
Una minuscola puntina di peperoncino rosso secco
Olio evo, sale

Preparazione
Per prima cosa l'olio: se e' gia' pronto, bene, altrimenti va preparato con un giorno di anticipo. Per prepararlo tenere presente le proporzioni: per ogni bicchiere di olio evo (che, dato l'uso, dev'essere un olio piuttosto leggero) grattare la buccia (senza grattare anche la parte bianca) di 2 limoni. Mettere in un pentolino sia l'olio che il limone grattato, accendere un fuoco minimo e attendere che inizi a sfrigolare. A quel punto toglierlo dal fuoco e travasarlo in un recipiente di vetro, da riporre al buio per un giorno circa. Al termine della giornata di riposo si puo' filtrare o meno, a noi piace che un po' di buccia ci resti ancora, giusto poca.
Tagliare il pesce spada a cubetti di un paio di cm. In una padella antiaderente mettere un po' di olio al limone e una puntina di peperoncino (lo scopo e' di dare pochissimo piccantino, quindi regolarsi) e il pesce spada. Far saltare un paio di minuti a fuoco vivo, non deve colorire. Spengere il fuoco e salare.
Mentre il pesce spada si raffredda pelare al vivo gli spicchi delle arance e grattare a parte la buccia di un limone. Comporre nei piatti il pesce spada saltato e gli spicchi di arance. Spolverare il pesce spada con la buccia di limone grattata. Servire con a parte sale e olio evo (leggero), per condire l'insalata. Tutti i sapori si fondono in un insieme armonioso.
Per non turbare la delicatezza dell'insieme consiglio di cacciare fuori di casa chi chiede pepe o aceto.






















Insalata leggerissima, profumata di agrumi e saporita di mare. Molto mediterranea.
Delicato e saporito, e' un antipasto ideale, o un secondo in leggerezza.

A presto :-)

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28/03/10

Migliorare la colomba Loison? Si puo', ma non si dovrebbe





















Per il contest indetto da Babs, Genny e Dario Loison si chiede di accompagnare la colomba Loison con "un'idea in più, un ingrediente particolare che vorreste aggiungere, un'abbinamento, anche strano, purchè "commestibile".
Ora, perche' accompagnare la colomba Loison con qualche altra cosa, se non per migliorarla? Ma questo non significherebbe -invece- modificarne il sapore, stravolgerlo? Per questo motivo sulle prime non volevo nemmeno partecipare. Se la colomba Loison e' buona di suo (e lo e') perche' cambiarla?
Ma dopo un po' la mia creativita' e' stata stuzzicata (l'ho presa come una sfida!) e ho cominciato a chiedermi: cosa potrei inventare, senza rovinare le caratteristiche della colomba?
Oddio, se proprio la si volesse migliorare il modesto parere di un buongustaio quale io sono e' che si potrebbe smorzare la troppa zuccherosita'. Lo zucchero di copertura e' decisamente troppo e in bocca va ad anestetizzare, e nasconde, il buon sapore dell'impasto.
Eccomi partito: aggiungere qualcosa di fresco che assorbisse il troppo zucchero e qualcos'altro che lo contrastasse blandamente. Il risultato e' stato una crema calda di pere spolverata con zenzero e cannella.
Dopo un paio di prove e di assaggi di cavie, familiari e non, ho trovato il giusto equilibrio. I giurati dicano quel che vogliono, questa preparazione e' entrata di diritto tra i miei cavalli di battaglia.

Ricetta:

Ingredienti per 4 persone
2 pere abate belle sode
4 cucchiaini di cannella in polvere
2 cucchiaini di zenzero in polvere
il succo di 1 limone

Preparazione
Sbucciare le pere accuratamente e metterle in una casseruola col succo di limone. Coprirle a filo di acqua. Accendere un fuoco medio e attendere la bollitura. Mentre si attende porzionare la colomba in fette alte un paio di cm, non di piu'.
Appena il bollore e' ben avviato scolare le pere accuratamente, metterle nel bicchiere del minipimer e frullarle a oltranza. Versare la crema calda su ogni fetta di colomba e cospargere con due parti di cannella in polvere e una di zenzero. Servire immediatamente.
In alternativa versare la crema calda in coppette individuali dove i commensali potranno intingere pezzi di colomba e portarli alla bocca con le mani (non molto fine, ma piu' godurioso).






















All'assaggio i sapori della colomba non sono sopraffatti dalla pera (e' pur sempre frutta fresca), mentre il sapore di cannella esalta l'insieme, e lo zenzero contrasta blandamente l'eccesso di zucchero. Molto appetitoso, anche un'amica in visita condominiale ha apprezzato (mmmm... quasi mugolando) e se ne e' andata con un piattino per farlo assaggiare in famiglia. Son soddisfazioni...

Con questa ricetta partecipo, vada come vada, al contest "Chi accompagna la colomba?" nella categoria "La piu' originale".

















Sito del produttore Dario Loison:

http://www.loison.com/index.php?lang=it



A presto :-)

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26/03/10

Venghino, venghino: due dolci al prezzo di uno....

Anche questa settimana ospito molto volentieri le preparazioni dolci di due amiche, ancora senza un proprio blog. Come ormai sa chi mi legge io sono negato per la pasticceria, quindi mi conviene ospitare i dolci delle amiche, giusto per alzare l'audience di questo blog :-) :-)

Questa volta voglio esagerare: due dolci insieme, uno e' di SABRY, l'altro di ILY.
Lascio loro il campo, con la solita avvertenza: foto e ricetta sono delle autrici.


SABRY: ROTOLO DI PANNA E FRAGOLE

























Ingredienti Pan di spagna:
75 gr Farina 00
50 gr Amido di frumento
3 Uova
120 Zucchero
1/2 bustina di lievito
Pizzico di sale

Per la farcia:
200 ml di panna fresca
100 gr di zucchero
Una confezione di fragole.
Latte

Preparazione
Montare i tuorli con 3 cucchiai di acqua molto calda, unire 80gr di zucchero e un pizzico di sale. Lavorare con lo sbattitore fino ad ottenere un composto cremoso. Montare gli albumi a neve, aggiungere lo zucchero rimasto e incorporarlo alle uova. Setacciare la farina l’amido e il lievito dentro l'impasto e mescolare delicatamente fino a quando tutto diventerà omogeneo.
Versare l’impasto su una lastra da forno rivestita di carta forno e cuocere a 180 per 15 minuti. Capovolgere il dolce su un canovaccio umido cosparso di zucchero arrotolarlo e farlo raffreddare.
Srotolare il pan di spagna e bagnarlo con un po’ di latte allungato con acqua, montare la panna ben soda farcire con la panna (non tutta) e le fragole a pezzettini. Chiudere il rotolo piano piano e coprirlo con la panna rimasta decorare con le fragole intere o tagliate a metà.





ILY: MUFFIN AL MASCARPONE CON GOCCE DI CIOCCOLATO


























Ingredienti per circa una ventina di muffin
400 gr di farina 00
100 gr di burro
240 gr zucchero
1 pizzico di sale
3 uova intere
250 gr di mascarpone
1 bustina di lievito per dolci
200 ml di latte intero
50 gr di gocce di cioccolato

Preparazione
Iniziamo mescolando le uova intere con lo zucchero con una frusta a mano fino a quando diventano spumose, quindi aggiungiamo il burro fuso e raffreddato. Sempre mescolando aggiungiamo il mascarpone poco alla volta ed il latte a filo. Infine aggiungiamo gli ingredienti solidi e quindi la farina il lievito. Solo alla fine il pizzico di sale. Prendere i pirottini per i muffin e riempirli con il composto, ne vengono una ventina circa, poi spargere le gocce di cioccolato sulla superficie e infornare in forno già caldo a 200 gradi per circa 25 minuti.



A presto :-)

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24/03/10

Trippa in verde, leggera




















Trippa: ogni provincia ha la sua ricetta, e non solo in Italia. Io ho tentato di inventare qualcosa di nuovo: non so se ci sono riuscito, certo e' che in Internet non ho trovato niente di simile. Questa trippa e' venuta delicatissima e sgrassata, lo vedrete da soli.
Ma prima qualche cenno sulla trippa, una frattaglia che compone il famoso "quinto quarto".
Il quinto quarto e' quel che rimane della bestia vaccina o ovina dopo che sono state vendute ai benestanti le quattro parti pregiate: i due quarti anteriori e i due quarti posteriori.
Si tratta percio' di tutto quanto e' cucinabile e mangiabile delle interiora e degli scarti di macellazione: trippa (stomaco di bovino), rognoni (i reni), cuore, fegato, milza, animelle (pancreas e timo), polmoni, cervello, lingua, coda, a volte anche i piedini.
Un tempo cucina da poveri -gli unici che mangiavano gli scarti, il famoso "quinto quarto"- ai giorni d'oggi torna ad affacciarsi in alcuni ristoranti di un certo livello, sia pure mascherata in qualche modo innovativo.

Per la trippa bovina non entrero' in dettagli anatomici, tanto meno necessari qui a Firenze dove la trippa si "insegna alle elementari".
Basti sapere che viene dagli stomaci dei bovini e che il genere umano l'ha sempre apprezzata moltissimo.
La prima notizia certa su ricette di trippa e' del 1.600 a.c., in Mesopotamia (l'attuale Iraq) dove la si preparava facendola cuocere in acqua, con aggiunta di grasso, pezzi di pane secco e molte spezie, poi servita calda e irrorata con sangue fresco di macellazione. A quei tempi un pasto cosi' era concepito per dare forza e aiutare nel lavoro nei campi, o in battaglia.
Gli antichi Greci la preferivano alla brace, poi bagnandola con l'aceto. I romani invece la mettevano nelle salsicce.
Piu' avanti nel tempo, nel 1.060 d.c., alto medioevo, Guglielmo II il Conquistatore, Signore della Normandia e conquistatore dell'Inghilterra, la faceva bollire in acqua e succo di mele della Normandia.
Piu' vicino a noi, ma non poi tanto, siamo nel 1.500, nell'abbazia di Cadomoun (oggi Caen) era celebre la ricetta del monaco Benoit, un precursore delle cotture a bassa temperatura. Il buon monaco faceva cuocere la trippa per 12-15 ore a bassa temperatura, nella "tripière", un pentolone di coccio che veniva coperchiato e sigillato con una colla di acqua e farina. Nel pentolone oltre alla trippa c'erano sidro (il leggero e aspro vino di mele), cipolla, sedano, porri, aglio, burro, chiodi di garofano, piedino di bue (per aggiungere sapore alla trippa), pepe, timo, alloro, prezzemolo e Calvados (liquore molto alcolico, distillato di mele).
La tripière veniva messa in forno con il resto delle braci della cottura del pane, quindi a temperatura piuttosto bassa, e li' restava per 12-15 ore. Una volta cotta la trippa veniva impiattata e irrorata con sidro e Calvados. Salute!!!
Questo modo di cucinare e' sopravvissuto fino ai primi del 1.800, quando le massaie portavano la loro tripière al forno e la ritiravano il giorno dopo.

Ai giorni d'oggi noi compriamo la trippa al supermercato, gia' cotta e sbiancata, quindi le cotture sono decisamente piu' veloci, anche se dell'ordine del paio d'ore.
E infatti io sono partito dalla trippa del supermercato, cercando di ottenere un piatto sgrassato (noi non abbiamo bisogno di tante calorie come nei secoli scorsi), ma saporito, anche senza usare troppe spezie. Questa trippa io l'ho fatta in verde, eccola:

Ingredienti, per 4 persone
500 gr di trippa bianca del supermercato
400 gr di cipolle bianche
500 gr di zucchine
2 coste di sedano
Peperoncino rosso secco
1 bicchiere di vino bianco
2 litri di brodo di verdura
1 grosso ciuffo di prezzemolo
1/2 bicchiere di olio evo

Preparazione
Per prima cosa far bollire la trippa in abbondante acqua e un po' di succo di limone per un'ora. Il motivo e' che quelli del supermercato la trippa la scottano appena, mentre noi la vogliamo ben cotta e tenera. E sicuramente sterilizzata. Dopo questa bollitura preventiva la si puo' anche, volendo, conservare in frigo, cambiando l'acqua, per un paio di giorni.
Da ora in poi considerare che la cottura durera' quasi due ore. Sgocciolare bene la trippa e tagliarla a quadratini di un paio di cm. Io la faccio di dimensioni maggiori perche' a noi piace piu' corposa, ma i non amanti del genere la preferiranno senz'altro piu' piccola e tenera.
Fare un battuto con cipolle e sedano. Io ho scelto di usare la cipolla bianca perche' secondo me da' piu' delicatezza e dolcezza al piatto finito. In una grossa casseruola versare l'olio, aggiungere del peperoncino rosso secco (no semi) e il battuto e far soffriggere a fuoco medio senza che la cipolla venga a colorirsi. Quando i pezzi piu' piccoli della cipolla iniziano a colorire versare un bicchiere di brodo di verdura e far ritirare quasi del tutto. Sul peperoncino: voi che conoscete il vostro peperoncino regolatevi in modo che il risultato finale sia leggermente piccante.
Quando il brodo di verdura e' quasi ritirato aggiungere la trippa, far andare 5 minuti mescolando in modo che tutti i pezzi sentano bene il calore. Poi aggiungere il bicchiere di vino bianco e farlo ritirare del tutto. Lo scopo del vino bianco e' sgrassare la preparazione. I greci lo facevano con l'aceto, il monaco Benoit col sidro e col Calvados, noi col vino bianco. Quando evaporato versare il brodo di verdura, coprire e far cuocere un'ora e mezzo, aggiungendo se necessario altro brodo di verdura. Dopo un'ora e mezzo le cipolle saranno quasi completamente disfatte e l'insieme deve risultare ancora abbastanza liquido.
Mentre la trippa cuoce lavare bene gli zucchini e tagliarli per il lungo in quarti, senza sbucciarli. Togliere via la parte interna con i semi perche' e' stopposa, alla fine lo spessore dovra' essere di un cm, piu' o meno. Tagliare i quarti trasversalmente in pezzetti lunghi 2-3 cm. Tritare finemente il prezzemolo. Dopo l'ora e mezzo di cottura della trippa aggiungere i pezzi di zucchina e far continuare la cottura per un altro quarto d'ora, le zucchine devono ammorbidirsi, ma non disfarsi. Assaggiare e regolare di sale. Impiattare e cospargere col prezzemolo tritato.




















All'assaggio si e' stupiti dall'assenza di sapori grassi, e le cipolle che si sono disfatte hanno indolcito e aromatizzato il tutto. Le zucchine aggiungono il sapore dell'orto e l'insieme risulta cosi' un piatto unico, ben bilanciato.
Contrariamente a quel che si potrebbe pensare leggendo la parola "trippa" il piatto e' leggero e digeribilissimo. Ma di soddisfazione. Davanti a questo piatto bisogna controllarsi, ci si mangerebbe un chilo di pane....

Provatelo, e' un piatto delicato e gustoso.

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23/03/10

Da Marcella, la "merenda"



























Domenica scorsa alcuni "Amici del Cavoletto" di Firenze si sono ritrovati a casa di Marcella. Lo scopo di questi incontri e' duplice: 1) stare insieme, e 2) mangiare squisitezze (la dieta? da domani....).
La Marcella ci aveva avvertito: state leggeri a pranzo, perche' per la merenda mi sono fatta prendere un po' la mano....
E cosi' e' stato, perche' la merenda e' durata 3 ore!!!
Chi c'era Domenica? Cecilia, Letizia, Monica con la figlia, Chiara, Sabrina e il marito, io con Anna Maria, Marcella (ovviamente), il marito Giorgio, i figli Luca e Ilaria.
Marcella ha fatto le cose in grande e organizzato una merenda che piu' fusion non si puo': dalla Cina, al Giappone, alla Francia, all'Italia. Nota divertente: Marcella aveva preparato per accoglierci in salotto, dove ci aspettava una tavola meravigliosamente tentatrice, ma poi, visto che Marcella finiva di preparare le ultime cose in cucina dove pensate che ci siamo tutti ritrovati a curiosare, parlare e fotografare? In cucina ovviamente, il nostro habitat naturale!!
La tavola e' nella foto qua sotto, vedremo via via cosa c'era sopra. Da tenere presente che quello che c'era sopra era solo una parte di quello che abbiamo poi mangiato.




















In cucina intanto si parlava e si confrontavano ricette....




















E ci si divertiva (ma sospetto che parlassero di mariti....)



















C'era chi parlava e chi (al centro nella foto), gia' che c'era assaggiava il ripieno di certi ravioli....
























Ma veniamo al menu della "merenda"....

-- Bicchierini Thai con pollo al lime e lemongrass, con maionese di avocado

-- Bicchierini tricolori con pomodorini, mousse di burrata e pesto

-- Bocconcini di burrata al pepe di Seichuan e altre spezie che non ricordo

-- Minicake pomodorini, capperi, origano, formaggio e mandorle


Questi erano gia' pronti sul tavolo, poi in cucina abbiamo assistito alla preparazione di....

-- Petto d'anatra alle 5 spezie cinesi cotto a bassa temperatura e riduzione di vino dolce e spezie (foto sotto)




















Ma essendo una riunione di foodbloggers era inevitabile che.....





















I petti d'anatra erano squisiti, qui una partecipante ha proprio -come dire- gradito...




























Poi sotto gli occhi rapaci dei presenti sono stati preparati i Gyoza....







































(In fondo al post la ricetta dei Gyoza, che erano buonissimi)




Quindi ci hanno presentato dei Maki Sushi, con ripieno di salmone e avocado






















Da mangiare con le bacchette di ordinanza e bagnando in aceto di riso, salsa di soya, wasabi





















C'era anche chi se li mangiava godendosi l'attimo.....























Quindi e' arrivata la pizza con salsiccia fresca e broccoli, ricetta del famoso Bonci (Pizzarium). Niente foto, pizza sparita troppo velocemente.
Dimenticavo che tra una golosita' e l'altra c'erano frequenti brindisi a base di Prosecco: c'era molta allegria Domenica.....

Alla fine Marcella e' riuscita a spingerci in salotto, dove abbiamo iniziato a ingozzarci di dolci:

-- Tre diversi tipi di tartufi mignon

-- Dolcetti di pate Choux al cioccolato e crema di arancia

-- Biscotti al Marsala di Sabry (spariti in un attimo)


Abbiamo fatto una pausa, non foss'altro che per permettere la discesa dei cibi, e il sottoscritto ha organizzato una estrazione di stampi in silicone professionali. Ho dovuto fare una estrazione perche' non c'erano stampi per tutti, sorry.

Per finire in bellezza c'era il Gateau Olga, su ricetta di Christophe Felder ripresa dal blog di Petrin.
Eccola qua la Olga, in tutto il suo splendore.....



























(La ricetta la trovate in fondo al post)


Anche il sottoscritto si gode la torta Olga





















Pensavate che fosse finita? Macche'. Abbiamo fatto il te' con le palle di germogli. Veramente questa e' la mia definizione, il nome italiano tradotto dal cinese sarebbe "pallafiore", in inglese "blooming tea", in cinese non lo so.
Si butta una di queste palline (un paio di cm di diametro) nella teiera con acqua molto calda, e si aspettano 4-5 minuti. Al calore il germoglione si apre e, sorpresa, nella teiera c'e un fiore!!



























A questo punto era gia' tardi, tra chiacchere e degustazioni erano passate 3 ore. Allora Marcella, ospite perfetta, ha fatto omaggio ad ognuno di un sacchetto di Te' verde "Long jing" e di un sacchetto di pepe di Sechuan.




















Grazie Marcella per lo splendido e golosissimo pomeriggio !!!!!!






RICETTE

Fornite da Marcella.....


Gyoza

Ingredienti
Per la sfoglia:
240 g acqua
500 g farina
Oppure metà dose, ma se si congelano già tagliati e ben infarinati si possono utilizzare in un secondo momento.
Mescolare farina e acqua fino a ottenere un impasto morbido, ma consistente, formare una palla e lasciar riposare in frigo almeno una notte.
Formare un cilindro con la pasta e tagliarla tanti piccoli pezzetti formare delle palline stendere sottile e tagliare con un coppa pasta dei dischi rotondi di 10 cm di diametro.
Infarinare bene i dischetti (magari con farina di riso) e conservarli.
Se la trovate già pronta fate meno fatica.

Per il ripieno:
200 g carne di maiale macinata
circa 100 gr di cavolo cinese (o cavolo tipo crauto) tagliato a pezzettini piccolissimi (la dose è a gusto)
2 o 3 di cipollotti bianchi tagliati finemente
un mazzetto di erba cipollina tritata
1 spicchio di aglio schiacciato e tritato
3 cm di zenzero fresco tritato finemente
1/2 cucchiaio di zucchero
1 cucchiaio di sake
1/2 cucchiaio di olio di sesamo
1/2 cucchiaio di salsa di soia
1/2 cucchiaio di salsa di ostrica (oyster sauce)
1 cucchiaio di maizena
una macinata di pepe bianco
olio di semi di sesamo per ungere la pentola

Per servire:
salsa di soia
aceto di riso o di mele

Preparazione
Mescolare tutti gli ingredienti con le mani in modo da amalgamare bene il tutto poi formare i ravioli così:
http://www.youtube.com/watch?v=spsGbDWauf4
Cuocere i gyoza così: sistemarli in verticale su una padella antiaderente, leggermente unta con olio di sesamo, appoggiati sul dorso e con l'increspatura a mezzaluna in alto.
Riempire la padella, accendere il fuoco e quando iniziano a rosolare versare acqua fredda fino a coprire la metà dell'altezza dei gyoza, coprire con un coperchio e abbassare la fiamma.
Cuocere per 5 minuti, fino a totale evaporazione dell'acqua poi togliere il coperchio, completare la cottura facendo rosolare bene il sotto dei ravioli.
Servire con salsa di soia ed aceto di riso.

Guardate anche questo video:
http://www.youtube.com/watch?v=r8MBX-SXnmg&feature=fvw





Gateau Olga

(ricetta originale di C. Felder) riportata in....
http://sandrakavital.blogspot.com/2008/02/lintrigant-gateau-olga-de-c-felder.html
Dal quale ho ripreso e tradotto la ricetta

Ingredienti per il dolce:
4 uova
300g di zucchero
180g di succo di arance filtrato (circa 2 arance meglio se navelinas)
200ml di olio neutro (io ho usato quello di semi di girasole)
2 gocce di aroma di mandorla (in fialetta nei supermercati)
150g di semola rimacinata di grano duro
100g di farina 00
150g di farina di mandorle
1 bustina di lievito per dolci
1 bacca di vaniglia
la scorza grattugiata di un’arancia

Ingredienti per il rivestimento:
100ml di orzata
50ml di acqua
2 cucchiai da cucina di acqua di fiori d’arancio
marmellata o gelatina di albicocche
200g di pistacchi o mandorle tritate grossolanamente

Ricetta:
Scaldare il forno a 200, imburrare ed infarinare molto bene uno stampo quadrato di 22 max 24 cm di lato (il mio era di 22), altrimenti rotondo con le stesse proporzioni, ma l’importante che abbia il fondo rimuovibile perché questo dolce è un po’ difficile da sformare.
Montare le uova con lo zucchero fino a rendere l’impasto bianco e gonfio (lavorare almeno per 10 minuti con le fruste) poi unire il succo di arancia, l'olio e le gocce di estratto di mandorla, continuando a montare.
Aggiungere anche le farine setacciate con il lievito, i semi della bacca di vaniglia e la scorza di arancia, amalgamando bene il tutto con una spatola finchè l’impasto è liscio ed omogeneo.
Versare l’impasto nello stampo ed infornare per 5 minuti, poi abbassare il forno a180° e cuocere per circa 25 minuti, in ogni caso fare la prova dello stecchino per verificare la cottura.
Durante la cottura preparare la bagna con l’orzata l’acqua e l’acqua di fior d’arancio.
Quando il dolce è cotto togliere lo stampo dal forno e versare subito la bagna sopra il dolce facendola assorbire piano piano.
Lasciare raffreddare il dolce nello stampo.
Sformare delicatamente sopra un piatto da portata, poi spalmare la superficie con un velo di marmellata o gelatina di albicocche e ricoprire uniformemente con il trito di pistacchi o di mandorle tostate (anche a scagliette).

Precisazione: io ho usato la mia marmellata di arance frullata e diluita con un po’ di acqua ed orzata, il motivo per cui l’ho fatto è stato che quando ho infornato la torta mi sono accorta che la scorza di arancia che Giorgio aveva amorevolmente grattugiato era tristemente rimasta in un piattino……
Quindi, siccome volevo che la torta mantenesse l’aroma di arancia della scorza ho sostituito la marmellata di albicocche con quella di arancia.





























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21/03/10

Peperoni sontuosi






















Questa e' una gustosissima ricetta, con un'usabilita' trivalente. Cioe' a dire puo' essere utilizzata in tre diversi modi: come antipasto, come condimento per la pasta o come contorno.
Per me i peperoni cucinati in questo modo sono eccellenti. Di piu': addirittura sontuosi. Provare per credere....

Ingredienti per 2 persone
2 peperoni rossi, o 1 rosso e 1 giallo
1 porro
Una puntina di peperoncino rosso secco
Mezzo barattolo di pomodori pelati (200-250 gr)
3 cucchiai di zucchero di canna
Scaglie di mandorle
Uvetta secca
Pinoli
Olio e.v.o.

Preparazione
Pulire i peperoni e tagliarli a strisce larghe 5 cm, piu' o meno. Metterli in forno a 180 gradi finche’ non cominciano ad abbronzarsi. Non devono bruciare.
Mentre i peperoni cuociono mettere in una padella 8 cucchiai di olio evo, la puntina di peperoncino e il porro tagliato a fette sottilissime. Far soffriggere a fuoco medio finche’ non sono disfatti. Non devono comunque colorire.
Aggiungere il mezzo barattolo di pelati e lo zucchero. Far cuocere un quarto d’ora circa, schiacciando i pelati con la forchetta. Trasferire questo sugo nel bicchiere da minipimer o nel frullatore e frullare a oltranza, eventualmente aggiungendo un po’ di acqua, perche’ il risultato dev’essere piuttosto liquido. Assaggiare e regolare di sale.
Quando i peperoni sono ben abbronzati metterli su un piatto, coprirli con un altro piatto e attendere che siano quasi freddi. Spellare i peperoni, anche raschiandoli con un coltello, se e' il caso. Quindi tagliarli a pezzi di 3-4 cm.
Rimettere sugo e peperoni spellati nella padella, aggiungere un pugno di scaglie di mandorle, mezzo pugno di uvetta e mezzo pugno di pinoli. Far andare a fuoco medio per 10-15 minuti, mescolando un paio di volte. Se secca, aggiungere un po’ di acqua. Assaggiare e regolare di sale.

Questa preparazione, come antipasto, puo' essere accompagnata da fette di pane abbrustolito, o addirittura spalmata a cucchiaiate su di esse.
Come condimento per la pasta e' sufficiente farci saltare la pasta, preferibilmente pasta corta. Parmigiano a parte, a seconda dei gusti, ma sarebbe meglio di no.
Come contorno e' perfetto per accompagnare carni bollite, o anche ai ferri. Secondo me non e' adatto con il pesce, perche' il suo sapore sarebbe preponderante.























All'assaggio i sapori di peperoni, pomodoro, mandorle, uvetta e pinoli si integrano armoniosamente l'un l'altro e, se le proporzioni sono state rispettate, si resta a lungo indecisi tra il dolcino e il deciso sapore da ortaggio dei peperoni.
In ogni caso il risultato -comunque lo si voglia classificare- e' sontuoso, appunto. Anche una signora del condominio, in visita per altri motivi, e' stata invogliata all'assaggio e se ne e' andata contenta, con la ricetta in mano.
Piatto vegetariano, quasi a zero grassi.
Io e Anna Maria ce lo siamo finito vergognosamente col pane.

Provatelo.

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18/03/10

Pesce spada agli agrumi




















Si, lo so, mi e' venuto un po' colorito, ma non fatevi ingannare: e' buonissimo.
Sono rientrato dal lavoro e ho visto un piatto coperto, posato vicino ai fornelli. Naturalmente ho guardato subito cosa c'era sotto e ho visto due fette di pesce spada, che all'odore sembrava veramente buono. Ho pensato allora di farlo con gli agrumi, una ricetta che non ha mai fallito. Adesso, poi, e' il periodo giusto, gli agrumi sono nel pieno della maturazione. Si potrebbe dire che questa ricetta e' a meta' tra l'estate, che evoca visioni di pesce alla griglia, e l'inverno, con i suoi agrumi profumati.
E' una preparazione velocissima, gustosa e profumata, lo vedrete.

Ingredienti per 2 persone
2 fette di pesce spada
Pane grattato
Succo di un limone
2 cucchiai di acqua
1 cucchiao di olio evo leggero
Sale, Pepe
Polvere di arancia, o buccia grattugiata

Preparazione
Asciugare le fette di spada, devono essere appena umide. Metterle nel pane grattato premendo leggermente. Le fette non devono essere bagnate, altrimenti in cottura il pane grattato verrebbe molliccio e non croccante.
Mentre la griglia si scalda (noi abbiamo usato una griglia elettrica con la temperatura impostata al massimo) preparare la bagna di condimento. In una ciotolina spremere un limone, aggiungere i cucchiai di acqua, una presa di sale e una macinata di pepe. Lo scopo dell' acqua e' allungare il succo di limone, che altrimenti in cottura risulterebbe in un sapore troppo concentrato e forte. Mescolare bene, in modo che il sale si sciolga. Aggiungere adesso il cucchiaio di olio e tenere l'insieme da parte.
Mettere le fette impanate sulla griglia caldissima. Lo scopo della panatura e' duplice: mentre il pane fa da strato isolante e impedisce che il pesce bruci in superficie (consentendo cosi' di prolungare la cottura e far arrivare il calore anche all'interno), il sapore del pane abbrustolito aggiungera' appetitosita' all'insieme.
Mentre il pesce cuoce grattugiare la buccia di un'arancia, ma se avete gia' pronta della polvere di arancia tenetela solo a portata di mano.
Per la cottura ci vorranno pochi minuti, girare le fette prima che si carbonizzino. Le mie fette di stasera ci sono andate vicino....
Quando il pesce e' cotto da entrambi i lati con una forchetta sbattere con energia la bagna, in modo da formare una emulsione. Con un cucchiaio versare la bagna su ogni faccia delle fette, lasciandole poi al calore 30 secondi per parte, non di piu'. Lo scopo della bagna e' di insaporire il pesce con limone, olio e sale.
Mettere subito le fette sul piatto di portata e cospargerle con la polvere di arancia (o la buccia di arancia grattugiata). Servire subito, bello croccante





















All'assaggio il sapore del pane abbrustolito sulla griglia e i profumi del mare e degli agrumi si fondono in un insieme gustosissimo.
Piatto quasi a zero grassi, leggero e profumato. Molto mediterraneo!!! Ve lo consiglio.


P.S. - in questo modo si puo' cucinare anche il salmone fresco.


A presto :-)

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17/03/10

Tortine mela, cioccolato e pinoli


















Ancora una volta ospito volentieri preparazioni dolci delle mie amiche (per adesso) senza blog.

Oggi tocca a Sabry: foto e testo sono suoi. Dalla foto si capisce che e' brava anche in fotografia (mi diceva che e' una delle pochissime donne tuttora capaci di sviluppare pellicole e stamparle a casa propria: una vera passione).

Semplici e golose: prendere della pasta sfoglia, tagliarla con coppapasta (o bicchiere), bucarla con una forchetta e metterci sopra delle fettine di mela tagliata fini fini. Versare sopra zucchero semolato mescolato a del burro fuso. Quindi aggiungere gocce di cioccolato e pinoli. Infornare a 200 gradi per almeno 20 minuti. Mangiarle tiepide con un buon passito.


Di nuovo Corrado: ecco la dimostrazione che golosita' e semplicita' non sono in rima per caso....

A presto :-)

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16/03/10

E smangiatevi il fegato......


























Eh, si! Scusate, ma ci voleva. Al TASTE, qui a Firenze sono riuscito a placcare Massimiliano Alajmo (uno dei miei idoli chef) e a parlarci qualche minuto. E' stato gentile e disponibile, mi sono anche fatto fotografare accanto a lui.

Vabbeh, andiamo con ordine: il TASTE (dall'inglese "assaggio") propone ogni anno piu' di un centinaio di espositori di cibi e bevande che devono offrire assaggi dei loro prodotti a chiunque, per farsi conoscere e vendere qualcosa. Immaginatevi un paio di chilometri di stands con esposto di tutto, purche' mangiabile. Vedere la foto sotto, peraltro presa di Lunedi quando era mezzo vuoto. Immaginatevi una decina di corridoi come questi, ognuno lungo un paio di centinaia di metri, con i banchetti fitti fitti, ognuno illuminato da una sua lampada.


















Io e Anna Maria ci siamo andati di Domenica pomeriggio: pienone! Per fare certi assaggi bisognava mettersi in fila. Quante buone cose: dal pane, ai dolci, ai formaggi, al cioccolato, agli spumanti, all'olio, alle birre artigianali, ai vini, e via cosi'.
Non faro' nomi, anche perche' ero troppo occupato a fare "mmmm..." per notare questi particolari, e comunque dopo un po' si era frastornati da sapori, odori, folla. Pero' ricordiamo nettissimamente un produttore di olio di Bitritto, in Puglia, con uno spettacolare olio al limone. No, non col limone aggiunto dopo, ma proprio "lavorato col limone", cito testualmente. Purtroppo non hanno distributori a Firenze!! Un nettare, uno scioglimento dei sensi. Ci ho anche portato degli amici e pure loro hanno fatto "mmmm...." strizzando gli occhi.
Gli organizzatori hanno provato a fare delle zone omogenee, per capirsi zone di birrai, zone di formaggiai (neologismo...), etc., ma alla fine erano tutti un po' mescolati, cosi' che dopo un cioccolatino da svenimento c'era un banchetto di salumi, seguito da un banchetto di olio, con accanto un banchetto di marmellate, e cosi' via. L'effetto era straniante, ma ci abbiamo dato dentro lo stesso. Alla grande.
Se ci siete stati capite cosa voglio dire. Se invece non ci siete stati, allora peggio per voi, sara' per l'anno prossimo.
Per delle belle foto vi rimando al sito di furfecchia: panconlolio.blogspot.com
Tra stasera e domani altri se ne aggiungeranno, penso.

E adesso al Lunedi. In mattinata c'era in programma un dibattito sull'uso degli additivi alimentari e sulle recenti disposizioni di legge che, ho imparato, pongono limiti ai ristoratori ma non ai privati. Norme confuse, scritte in modo dilettantesco, che generano solo confusione, anche criminalizzando per esempio l'uso delle "Texturas" di Ferran Adria', quando poi tutte le analisi del NAS hanno riscontrato l'assoluta assenza di qualsiasi pericolo per il consumatore. Col risultato pero' che hanno subito bloccato la commercializzazione e sequestrato i prodotti nei negozi e adesso che e' stata dimostrata (dai NAS, mica pinco pallino) l'assoluta innocuita' la vendita e' ancora proibita. Il danno, non solo di immagine, ma anche economico e' grande. Per usare un termine colloquiale: uno sputtanamento gratuito.
Bah! Comunque erano presenti un professore di fisica, di cui ho scordato il nome, il grande Dario Bressanini (chi non lo conosce peggio per lui, il suo sito comunque e' bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/ guardatevelo), il distributore delle Texturas in Italia e uno dei miei idoli: Massimiliano Alajmo, chef tristellato, una celebrita'.
Io sono riuscito a lasciare il lavoro ed ero nelle prime file. Mentre aspettavo l'inizio ho naturalmente fatto un altro giro di assaggi (naturalmente!) e ho incontrato delle mie amiche, gastrofanatiche come me: Cecilia, Letizia, Chiara di Firenze e Chiara di Genova (blog toccoetacchi.blogspot.com). Stavano tutte, come me, masticando, mentre camminavano verso il successivo banchetto.
Il giorno prima, dimenticavo, avevamo invece incontrato Ilaria con marito e figlia.
Mentre giravo ho notato una cosa divertente: mentre il giorno prima, Domenica, ero vestito casual e a volte dovevo chiedere l'assaggio a qualche espositore stanco e un po' seccato, il giorno dopo, Lunedi, ero uscito dal lavoro e quindi ero in giacca e cravatta. Bene, devono avere tutti pensato che fossi un compratore del settore, qualcuno a cui vendere qualcosa, e sono stato persino invitato ad assaggiare il loro campionario. Quando poi mi chiedevano chi rappresentavo e io dicevo che ero un privato l'occhio gli si spegneva e venivo mentalmente degradato a visitatore-non-comprante.

Finito il dibattito ho abbordato Dario Bressanini, per finalmente conoscerlo e portargli i saluti di Livio/San Bernardo: Dario si e' ricordato subitissimo di San Bernardo, aggiungendo "abbiamo cucinato assieme...". Dopo due chiacchere mi sono fatto fotografare con lui e, ringraziatolo, ho lasciato il campo alle mie amiche che, visto che bastava avvicinarsi e salutare, si sono fiondate sul buon Dario, che molto gentile e disponibile ha accontentato le ammiratrici (era piacevolmente sorpreso di tanta notorieta'). Sotto, due foto di Dario, una con me e l'altra presa col teleobiettivo mentre seguiva gli altri relatori del dibattito.

















































Io, nel frattempo, puntavo Massimiliano Alajmo che era gia' attorniato da conoscenti e postulanti vari. Alla fine pero' l'ho beccato e ho potuto dirgli che ero un ammiratore della sua cucina. Abbiamo fatto due chiacchere, io gli ho raccontato che insieme ad altri avevamo preso in affitto per una sera un ristorante e che avevamo cucinato, lui era stupito e divertito di tanta passione in dei dilettanti. Quandoi poi gli ho raccontato che io avevo proposto un primo dei suoi (pasta con cipolle dolci e anice stellato) era veramente contento, aveva il sorriso fino alle orecchie. Io ero' li' e parlavo con lui... e smangiatevi il fegato!! Poi mi sono fatto fotografare con lui, io sono quello imbacuccato e dall'aria goffa, l'altro, giovane e sportivo e' lui.


























Ho anche fotografato Massimiliano Alajmo col teleobiettivo nel corso del dibattito.






























Dopo di me gli sono piombate addosso le amiche (una mi aveva anche detto "non e' da buttar via..."). Chi delle amiche e' riuscita a stringergli la mano e' venuta poi a farsela toccare dalle altre: secondo me quella mano non sara' mai piu' lavata....

Basta scherzare: ho spedito sia a Dario che ad Alajmo le foto prese col teleobiettivo e hanno subito ringraziato.

Che altro dire? Per adesso non mi viene in mente altro...

Vi saluto, a presto :-)

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14/03/10

Una pasta per la primavera




















C'e' voglia di primavera. Basta una giornata di sole e subito si dimenticano i giorni bui e nevosi. Le donne hanno le finestre aperte, zappettano i loro vasi, guardano il cielo sorridendo.
Anche in cucina c'e' voglia di primavera: oggi abbiamo mangiato un primo leggero, basato su fresca verdura, pochi grassi e tanta natura (anche la rima....).

Ingredienti per 2 persone
200 gr di pasta corta grande, per noi mezze maniche
1 zucchina
1 carotona o 2 piccole
1 patata media
1 ruota di cipolla
2 cucchiai di olio evo
Mezzo bicchiere di brodo
Una punta di peperoncino rosso secco

Preparazione
Dividere la zucchina in quarti, per il lungo. Lasciare la buccia. Tagliare via la parte centrale con i semi (e' stopposa), dovra' rimanere uno spessore di 1-2 cm. Tagliare ancora a meta' i 4 spicchi per il lungo, risulteranno 8 spicchi. Tagliarli trasversalmente a pezzetti di 2 cm circa.
Sbucciare la patata e tagliarla a cubetti di 1 cm. Sbucciare la carota, tagliarla per il lungo in 4 spicchi, come fatto per la zucchina, e quindi trasversalmente a pezzetti di 1-2 cm. Tagliare una ruota fine di cipolla, spessore meno di mezzo cm.
Scaldare il brodo fino a farlo bollire. In una casseruola mettere l'olio e la puntina di peperoncino. Come dico sempre: voi conoscete il vostro peperoncino, quindi regolatevi per ottenere un effetto appena appena piccante, in modo da non sovrastare col piccante gli altri sapori.
Versare tutte le verdure tritate e la ruota di cipolla nella casseruola, accendere un fuoco medio e fare andare mescolando spesso per 15 minuti. Occhio che non si attacchi o si abbronzi. Non salare. Dopo i 15 minuti versare il mezzo bicchiere di brodo bollente e farlo ritirare quasi del tutto, mescolando ogni tanto. Alla fine assaggiare e regolare di sale.
Cuocere la pasta, scolarla e saltarla un paio di minuti con le verdure. Impiattare e cospargere con poco grana padano grattato e, se piace, con un po' di pepe macinato al momento.
E' incredibile come verdure apparentemente scialbe possano sviluppare sapori cosi' intensi e golosi.






















All'assaggio le verdure, non sfatte e quasi croccanti, hanno proprio il sapore della primavera.
Pasta vegetariana, veloce da fare, quasi a zero grassi e con tanto sapore.
Ve la consiglio decisamente.

A presto :-)

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12/03/10

Baccala' al basilico, un'alluvione di sapori



















La foto c'e', perche' ci deve essere. Ma ai fini del sapore e degli aromi la foto e' perfettamente inutile: questa preparazione la si apprezza solo introducendola in bocca e assaporando. Lo vedrete.
Qualche ora fa sono rientrato a casa e Anna Maria ha detto: "guarda, ho comprato del bel baccala' sbagnato, se lo chef stasera vuol preparare qualcosa di speciale....". Quando lei fa cosi' non so se sentirmi preso in giro o stuzzicato dalla sfida. La sfida ovviamente e' preparare qualcosa di mai fatto prima, qualcosa che sia poi apprezzato da Anna Maria e che non le faccia dire "ciccio, magari la prossima volta....".
Ecco quando fa cosi' avra' anche ragione, ma le sparerei!!
Quindi, raccolta la sfida, eccomi davanti al frigo aperto in cerca dell'ispirazione. Ci sto anche dei minuti, con l'occhio perso e il cervello con tutte le rotelline che girano. Il problema e' che questo cavolo di frigo dopo un po' che e' aperto comincia a fare bip-bip-bip per segnalare che si sta disperdendo il freddo e che lui dovra' per forza consumare piu' corrente per ripristinare il freddo che se ne sta andando. Anche il frigo eco-consapevole mi doveva toccare! Ma il vero problema e' che Anna Maria, che ha l'udito finissimo, dall'altra stanza mi segnala "la porta del frigoooo!".
Comunque sia anche stavolta rimedio un'ispirazione, che teoricamente dovrebbe produrre una nuova ricetta per la cena. L'ispirazione comprende l'utilizzo dell'olio al basilico e di varie altre cosette.
Si parte...

Ingredienti per 2 persone
Baccala' sbagnato, non l'ho pesato
Olio al basilico, un bicchiere
4 spicchi di aglio
8 pomodorini, tipo il pizzutello
Mezzo bicchiere di vino bianco secco
Una punta di peperoncino rosso secco
Basilico fresco

Preparazione
O l'olio al basilico l'avete gia', o va autoprodotto. In rete si trovano diversi modi per prepararlo, quello che uso io comprende il tagliare TANTE foglie di basilico in un pentolino stretto e alto, versarci un bicchiere di olio evo (non troppo forte altrimenti il sapore dell'olio sovrasta quello del basilico) e accenderci sotto un fuoco minimo. Far andare diversi minuti mescolando e poi spengere quando il basilico frigge. Travasare il tutto in un barattolo di vetro e tenerlo al buio per almeno una settimana. Se il risultato non vi piace chiedete un mutuo e compratelo gia' fatto nei negozi di gastronomia.
Lavare e spellare il baccala', di solito basta afferrare le pelle strettamente e tirare. Poi va spinato, e qui sono cavoli, qualcosa sfugge sempre. Tagliare il baccala' a pezzi di 5-7 cm. Sbucciare e tritare gli spicchi di aglio. Tagliare i pomodorini a fette di 1 cm circa. Quando tutto e' a posto prendere una padella grande abbastanza da accomodare con larghezza tutti i pezzi di baccala', versarci l'olio al basilico, l'aglio tritato e la puntina di peperoncino. Voi che conoscete il vostro peperoncino regolatevi: il risultato deve essere appena piccante, appena appena, per non coprire gli altri sapori. Far andare a fuoco medio per un minuto, poi aggiungere i pezzi di baccala' e farli dorare un 3 minuti per parte, dipendera' anche dallo spessore del baccala'. NON salare il baccala'.
Quando i pezzi sono dorati alzare il fuoco al massimo, versare il mezzo bicchiere di vino bianco e farlo evaporare, anche girando una volta il pesce.
Quindi togliere il baccala' e tenerlo da parte, mettendo nella padella le fette dei pomodorini e qualche foglia di basilico. Rimettere il fuoco a meta' e far saltare i pomodorini per non piu' di 2 minuti.
Mettere le fette di pomodorino nei piatti a formare un fondo e salarli. Se si salavano in cottura avrebbero perso i buoni succhi e si sarebbero anche afflosciati. Sul fondo di pomodorini appoggiare i pezzi di baccala', macinarci sopra, se piace, un poco di pepe e cospargere con TANTO basilico fresco.



















All'assaggio il deciso sapore di mare del baccala' e' integrato dall'aroma dell'olio al basilico della cottura e completato dal sapore dei pomodorini poco cotti, quasi un'insalata. Sopra a tutto l'aroma del basilico fresco.
Io e Anna Maria (che stasera non ha detto "ciccio, magari la prossima volta....") ce lo siamo finito con gusto. Sull'ultimo pezzo rimasto in padella, forchetta in mano, ci siamo misurati con gli occhi, poi ce lo siamo diviso a meta'.

La cottura nell'olio al basilico ha dato al pesce un garbo tutto particolare. Buono, ve lo consiglio.

A presto :-)

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10/03/10

Torta semolino e cioccolato


















Oggi ho ospite ancora una volta ILY, con la sua torta semolino e cioccolato. Me ne dicono un gran bene, se magari ILY me ne cucinasse un po' e me la mandasse....

OK, lascio la parola a ILY: testo e foto sono sue.

Ingredienti per la pasta frolla:
200 gr farina 00
100 gr zucchero semolato extrafine
100 gr di burro freddo
3 tuorli d'uovo
1 pizzico di sale
buccia di 1 limone grattugiata

Ingredienti per la crema di semolino:
1/2 litro di latte intero
4 cucchiai di zucchero
40 gr di semolino
2 tuorli d'uovo

Ingredienti per la copertura:
400 gr di cioccolato fondente
latte o panna q.b.


Preparazione pasta frolla
Mescolare in una ciotola il burro freddo a tocchetti con la buccia del limone grattugiata e lo zucchero fino ad ottenere un composto sabbioso poi aggiungere uno alla volta i tuorli, preparare sulla spianatoia la farina a fontana che avremo setacciato con il pizzico di sale e versarci dentro il composto compattare il tutto velocemente formare una palla avvolgere nella carta trasparente e far riposare in frigo almeno per mezz'ora.

Preparazione della crema
Fare bollire 1/2 litro di latte, in una casseruola mettere 4 cucchiai di zucchero, 40 gr di semolino, 2 rossi d'uovo e mescolare. Aggiungere il latte e rimettere sul fuoco, fare cuocere per 10 minuti.

Preparazione della torta
Rivestire la tortiera con la pasta frolla, versarci dentro la crema di semolino. Infornare in forno già caldo a 190 gradi per 10 minuti, poi abbassare il forno a 170 gradi e cuocere per 30 minuti circa.
Sfornare e fare raffreddare. A parte sciogliere la cioccolata a bagnomaria con un goccio di latte o panna, versare sul dolce e servire.




















Che ne dite? Vale la pena di farla o no? Cerrrrto !!!!!

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09/03/10

Fagioli all'uccelletto CON l'uccelletto


















Avrete senz'altro sentito nominare i "fagioli all'uccelletto": sono dei saporiti fagioli con poco aglio, tanta salvia e del sugo di pomodoro. Buoni, si, ma l'uccelletto dov'e'?
E perche' si chiamano cosi'? Nessuno lo sa con certezza, solo l'Artusi ipotizzo' che venissero chiamati cosi' perche' il loro sapore richiamava quello degli uccelletti cotti al forno o allo spiedo, con abbondante aggiunta di foglie di salvia.
Allora io li ho fatti CON l'uccelletto, piu' precisamente con delle quaglie, ma ripiene.
Ho provato due diverse preparazioni, ne spiego in dettaglio una e per l'altra vi diro' le differenze, lasciando a voi la scelta.

E' un piatto da pranzo domenicale in famiglia, un insieme da aggredire con le mani, per una maggiore soddisfazione.
Oppure, se siete proprio perfidi, poteste presentare questo piatto in un pranzo un po' elegante, in modo da far bestemmiare mentalmente i vostri SGRADITI ospiti, mentre si provano a consumarlo con coltello e forchetta. Perfidia per perfidia potreste mettere in tavola delle posate pesanti e di dimensioni maggiori del solito con -rigorosamente- forchette spuntate e coltelli che non tagliano.

La preparazione si svolge in due fasi distinte. Consiglio di preparare prima il plateau di fagioli e successivamente le quaglie.


Fagioli senza uccelletto

Ingredienti per 2 persone
400 gr fagioli cannellini, o simili
4 spicchi di aglio
20 foglie di salvia
Passata di pomodoro pronta

Preparazione
Mettere a bagno i fagioli per una notte. Al mattino metterli a lessare insieme agli spicchi di aglio sbucciati e tagliati a meta' e a 10 foglie di salvia. Non salare. Far cuocere, bollendo appena, per due o tre ore. Assaggiarli: la buccia deve essere integra e addentando un fagiolo questo deve opporre resistenza. Insomma dev'essere ben al dente perche' dovra' subire una seconda breve ricottura.
In due cucchiai di olio evo far cuocere una decina di minuti la passata di pomodoro, aggiungendo un mezzo cucchiaino di zucchero. Assaggiare e aggiustare di sale.
In una padellona mettere mezzo bicchiere di olio evo, gli spicchi di aglio tagliati in due e 5 foglie di salvia. Quando l'olio e' caldo (l'aglio non deve colorire) versare i fagioli scolati e fargli sentire il calore per un 3-4 minuti. Agitare la padella, senza mescolare, altrimenti i fagioli si rompono.
Quindi aggiungere la passata di pomodoro e far bollire piano per circa 10 minuti. A fuoco spento aggiungere le rimanenti 5 foglie di salvia e agitare la padella senza mescolare , l'aroma risultera' piu' vivo. Se avete del buon vino bianco aggiungetene due cucchiai, il vino NON cotto da' leggerezza all'insieme.


Uccelletti

Ingredienti per 2 persone
2 belle quaglie,eviscerate ma lasciate intere
2 spicchi di aglio
30-35 foglie di salvia
2 cucchiai di pancetta dolce tritata
Spago per legare

Preparazione
Fare un battuto fine con la pancetta, l'aglio e 20-25 foglie di salvia. Con questo trito farcire le quaglie, Quindi mettere tra le gambe delle bestiole le rimanenti foglie di salvia a chiudere l'apertura e legare strette le zampe con dello spago.
Vedere qua sotto come si presentano le bestiole.



















VERSIONE 1 (illustrata in questo post) - Scottare le quaglie in poco olio, uno spicchio di aglio sbucciato e un po' di pancetta tritata, quindi passarle in forno bagnandole con l'olio di rosolatura. Diciamo un 30 minuti a 160 gradi, in ogni caso cuocerle finche' hanno un bel colore. Non troppo, altrimenti vengono secche.
VERSIONE 2 - Anziche' mettere le quaglie in forno farle cuocere per un'ora in altra passata di pomodoro, eventualmente aggiungendo un po' d'acqua.

Finita la cottura, quale che sia, salare le quaglie da tutti i lati, scaldare bene i fagioli precedentemente preparati e impiattare ponendo le quaglie sul plateau di fagioli. Guarnire con qualche foglia di salvia. Accompagnare con del pane un po' tostato.



















L'aspetto e' un po' rustico (ma se volete mangiare delle quaglie alla crema andate in Francia), ma il successo e' assicurato, perche' all'assaggio aromi e sapori si incontrano in un insieme armonioso: la delicata carne di quaglia, l'aroma della salvia, i fagioli sposati al pomodoro dolce costituiscono un saporito insieme, saporito e allo stesso tempo delicato, che restera' ben impresso nella mente dei vostri ospiti.

Ma anche senza bisogno di ospiti godetevelo voi. E' veramente buono, provate.

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07/03/10

Roma - Una gita intirizzita

La rima ci stava proprio, la giornata di ieri a Roma, la "Foodies in Rome" e' stata davvero una di quelle da mani in tasca e naso rosso....
Premetto che ho fatto poche foto, anche perche' c'era una torma di fotografe, armate di supermacchine con grandi obiettivi quasi fallici, per cui e' nei loro blog che troverete le fotocronache dettagliate e ben fatte. Io mi limitero' a mostrarvi pochi scatti.

Intanto la stazione, in una mattina sotto zero...


















Poi, in attesa del treno, ho notato un tizio con un enorme -enorme- mazzo di orchidee gialle, e ho pensato che per fortuna il romanticismo non e' morto....









































Questa delle "Foodies in Rome" e' stata un'iniziativa geniale, benissimo organizzata. Gia' nello scendere a Roma in treno abbiamo prenotato nella stessa carrozza: chi da Milano, chi da Bologna, e anche noi di Firenze.

Il simbolo di riconoscimento era un mestolo adornato da un bel fiocco rosa. In piu' c'erano delle etichette autoadesive da attaccarsi addosso, con il simbolo dell'iniziativa e sulle quali scrivere il nome del blog e della persona.
Tanto per darvi un'idea, ecco Giulia e Sara.....





















E Manuel e Chiara....


















Prima che ve lo chiediate: non mi vedrete mai con mestolo e fiocco rosa.

Nella foto che segue, oltre ai partecipanti delle foto precedenti la simpatica ragazza con gli occhiali, sulla destra, e' Chiara, di Voiello. Si, proprio quelli della pasta...

















Aggiungo che c'era una vera alluvione di Chiara, ci sara' forse qualche legame tra nome e hobby?

Appena arrivati a Roma abbiamo trovato gia' qualcuno ad aspettarci...
















Ecco Giulia, di Jul's kitchen che controlla (col mestolo!!!) le presenze.


















Qui sto fotografando Giulia, di Rossa di sera, mentre lei fotografa me.
















Ecco altre partecipanti, ben coperte...
















Ma, freddo o no, le foodies sono prima di tutto femmine, e lo stile e' stile....


















Come dicevo troverete ben altre fotocronache in giro per i blog. Io mi sono divertito a fotografare quello che mi colpiva l'occhio.

Con la metropolitana ci siamo trasferiti nella zona di Pizzarium. Un delirio di geniali bonta'... In giro per la rete troverete di tutto e di piu' sul Bonci e sul suo Pizzarium. Ci siamo satollati di tranci di pizza e suppli' senza sentirci mai pieni. Siccome il posto e' piccolissimo (ma con enormi forni nel retrobottega) ci hanno sistemato un tavolo fuori sul marciapiede, tavolo sul quale arrivavano a getto continuo teglioni di specialita' di Pizzarium.
Come prima cosa ci hanno portato del piatti con dei tocchetti dello stupendo pane fatto dal Bonci, con un olio verde da urlo. Ma devo anche riportare che subito una torma di obiettivi si e' puntato su quei piatti, con le foodblogger pigiate intorno e che sgomitavano per l'inquadratura migliore. Ho visto benissimo passanti sconcertati che stavano pensando "Mah... fotografano il pane...".
Poi sono arrivate le teglione di pizza. La pizza era alta e morbida, non collosa, ma alveolatissima, leggera e profumata. Incredibile, il Bonci meriterebbe qualche Oscar, piu' di uno!!! Solo Pizzarium merita un viaggio a Roma, credete alla parola di un goloso (io, tra gli altri).
Un parziale elenco delle bonta' con le quali ci siamo strafogati: Suppli' leggerissimi, senza alcun puzzo di fritto, Pizza con mortadella e puntarelle, Pizza con crema di ceci al limone (urlo di godimento) con coppa affettata e cicoria brasata, Pizza con carciofi e pecorino, Pizza con l'amatriciana (grossi tocchi di guanciale e pomodoro favoloso), Pizza al pomodoro e origano fresco, Pizza margherita (la migliore mai assaggiata). Quindi suppli' di lasagne (proprio lasagne, cotte, poi sminuzzate a fatte a suppli').
C'e' stato chi si e' fatto fotografare insieme al Bonci. E meno male che non c'erano bambini, altrimenti li avrebbero portati a farsi fare una carezza bal Bonci, quasi una benedizione....
Io ho solo fotografato la teglia con le pizze a carciofi e pecorino e con l'amatriciana. E non venitemi a dire che non vi viene l'acquolina in bocca.....



















Finalmente sazi ci siamo spostati al sole, per cercare di accumulare un po' di calore, troverete le foto su altri blog, ma aspettatevi giacconi, sciarpe e nasi rossi.
Da considerare che siamo stati all'aperto e in piedi (quanto abbiamo camminato...) dalle 12 fino alle 19, quando abbiamo accolto l'arrivo del treno e dei suoi sedili come l'avvento del Messia.
Dopo siamo andati dal primo dei negozi di Castroni che abbiamo razziato (avete presente il passaggio delle cavallette?). Negozi in cui c'era ogni ben di Dio da ogni parte d'Italia e del mondo. Ho visto cose che nemmeno sapevo esistessero. E i commessi prontissimi a soddisfare ogni richiesta piu' specifica (e stramba). Non ho sentito chiedere testicoli di toporagno, ma ci siamo andati vicino...
Poi abbiamo visitato un negozio di fanatici di birra. Perdonatemi il temine fanatici, ma non saprei come altro definire chi ha un negozio con centinaia -centinaia!- di birre diverse. E la stessa definizione si attaglia a chi chiede birre stranissime, che nemmeno possiamo immaginare. Ho sentito chiedere una birra che avevano assaggiato in una piccola birreria artigianale belga "ma forse non l'avrete..." e loro "certo signora che l'abbiamo e se vuole gliela vendo anche, ma guardi cha e' molto meglio una birra dell'Amiata, con le castagne..." Cose e'pazzi, direbbero a Napoli, ma chi sono io per giudicare, se poi discuto con l'ortolano sulla qualita' delle cipolle che lui vorrebbe rifilarmi come di Tropea?

Quindi, a seguire, altra camminata verso il negozio di casalinghi di Peroni, dove tra le altre cose ho visto un torchietto a vite per fare le svizzere, dei laccetti in silicone per legare gli asparagi in cottura, tutto un assortimento di termometri per cucina e pasticceria, l'attrezzo per cuocere il riso alla giapponese (il famoso rice-cooker), un attrezzo in fili d'acciao per tagliare le zucchine, e chi piu' ha piu' ne metta. Ho visto delle signore uscire raggianti e cariche di borse, che pero' dopo un po' dicevano, sgomente, "e ora come faro' a dirlo a lui?".

E, altra camminatina, siamo andati nel negozio di Castroni piu' grande: un'apoteosi di specialita', rarita', squisitezze varie, decine di metri di spezie, risi, stranezze varie da tutto il mondo... Io, a differenza di altri partecipanti, mi sono limitato negli acquisti: ho trovato del te' al loto che cercavo da tempo e dei fiori di ibisco quasi interi che mi daranno uno splendido karkade'. Io, almeno, mi sono accontentato con poca spesa...

Tutte le foodbloggers erano agitate e felici come studenti in gita colla scuola. Siamo stati proprio bene.
Chiudo dicendo che ho conosciuto tante simpatiche gastrofanatiche. Intendiamoci: se non le cito tutte e' proprio perche' e' impossibile: chi si ricorda tutti i nomi? Ma devo dire che in particolare ho goduto della compagnia di Annalena, del blog Acquaviva, e di Giulia del blog Rossa di sera: persone piacevolissime e di gran compagnia. Peccato aver avuto cosi' poco tempo, ma ci rifaremo alla prossima occasione.

A presto :-)




Altri blog che raccontano della giornata:


Giulia http://rossa-di-sera.blogspot.com/2010/03/foodies-in-rome-il-primo-raduno.html

Claudia http://verdecardamomo.blogspot.com/2010/03/foodies-in-romethe-day-after.html

Alessia http://www.mammachecucina.it/2010/03/foodies-in-rome.html

Eva http://lievitoespine.blogspot.com/2010/03/lorda-dei-foodies.html

Giulia http://amaradolcezza.blogspot.com/2010/03/foodies-in-romeuna-giornata-splendida.html

Tania (abagnomaria.blogosfere.it)

Giulia ( http://www.julskitchen.com)

Sara (fiordifrolla.blogspot.com)

Elisa (http://elisakittyskitchen.blogspot.com)

Alessandra (http://cuocaatempoperso.blogspot.com)


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