16/09/11

Saremo via, per un po'.....


















....ma torneremo.   Prima o poi.     (indovinate un po' dove saremo?)

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07/09/11

Spaghetti last minute, buoni e anche un po' chic




















Figuriamoci se prima o poi non capita qualcuno che dobbiamo invitare a fermarsi per la cena. Ce la dobbiamo cavare in velocita' e con quello che c'e' in casa.
E come se non bastasse vogliamo stupire l'invitato -definiamolo cosi'- con qualcosa di nuovo e buono da ricordare.
Io ho alcune ricette veloci adatte allo scopo, tutte gia' provate quando io e Anna Maria siamo soli e lei partecipa in qualita' di cavia e giudice inflessibile.
Questa preparazione e' davvero veloce da fare, e' a zero grassi e ha sempre avuto successo.
Conoscete voi un cuoco che non sia contento quando gli fanno i complimenti? Della serie: anche l'ego di un cuoco ha bisogno di essere nutrito.....

Ingredienti per ogni persona
80 gr spaghetti
6 cucchiai aceto balsamico
1 pizzico peperoncino macinato al momento
1 pizzico sale
Scorza di 1/4 di limone
1 cucchiaino di succo di limone
1 coppapasta da 10 cm
1 microplane o equivalente

Preparazione
Mentre gli spaghetti cuociono unire in una casseruola l'aceto balsamico, il sale e il peperoncino.
Non e' necessario che l'aceto balsamico sia di qualita' eccelsa. Anzi e' meglio che sia di qualita' supermercato, perche' lo faremo cuocere e le eccellenze di un aceto piu' vecchio e costoso andrebbero perdute, e quindi sprecate.
Far appena intiepidire, mescolare per far sciogliere il sale e spegnere il fuoco appena prima che spicchi il bollore. Il calore residuo della casseruola operera' la riduzione del balsamico nella giusta, piccola, misura, mentre se bollisse e venisse troppo ridotto il risultato sarebbe dolciastro.
Grattare la buccia di limone alla microplane e tenerla da parte. Mettere il coppapasta nel piatto e tenere il tutto a portata di mano.
Quando gli spaghetti sono cotti togliere la pentola dal fuoco senza spengerlo e metterci subito la casseruola con la riduzione di aceto.  Aggiungerci il cucchiaino di succo di limone e un pizzichino di scorza di limone e passare a scolare gli spaghetti.
Mettere gli spaghetti nella casseruola e mescolare in modo che pasta e condimento si amalgamino. Con forchettone e mestolo fare il classico nido di spaghetti e versarlo nel coppapasta. Pressare con la forchetta per far prendere la forma del coppapasta e spolverare con la scorza di limone rimasta.
Togliere il coppapasta e servire (scommettiamo che alla vista del piatto resteranno tutti di stucco?).
Vedrete che dopo la prima cautelosa forchettata tutti si butteranno a demolire la vostra creazione.


All'assaggio il sapore forte dell'aceto balsamico si e' stemperato penetrando nella pasta, ma ne resta tutto l'aroma.  Il lieve dolcino provocato dalla riduzione e' ben contrastato dal succo di limone, il profumo della scorza da' leggerezza all'insieme.
Il piccantino arriva poco dopo e stuzzica ulteriormente il gusto.
E' a zero grassi.  E' veloce da fare.  E' una novita'.  E' buono.

Ma non vi viene voglia di infilarci la forchetta?

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02/09/11

Antipasto salato (e piccantino) di fichi
























Dopo aver pubblicato nell'ultimo post un dessert di fichi del tutto sperimentale (io se non invento non mi diverto) mi sono posto il compito di sperimentare un nuovo antipasto salato, sempre a base di fichi.
Sono state fatte diverse prove e la migliore in assoluto, del tutto nuova e sorprendente, e' quella qui pubblicata.
Ma prima qualche curiosita' sui fichi: per esempio e' uno dei pochi frutti che non ci arriva dall'Oriente o dalle Americhe. E' infatti originario del sud dell'Europa, dell'Egitto e del Medio Oriente.
Fu introdotto in America dai coloni europei mentre in Cina e Giappone lo fu dai mercanti.
E poi, altra curiosita', il fico non e' nemmeno un frutto: i frutti sono quelli che noi chiamiamo "semini", nell'interno.
E quei piccolissimi frutti sono in realta' delle minuscole noci, all'interno delle quali ci sono i veri semi. Incredibile, vero?  Comunque quello di cui siamo tutti ghiotti e' la polpa che avvolge quei frutti. 
I fiori? Se osservate la parte di sotto del fico, guardate da vicino il foro: sulla sua circonferenza ci sono i fiori, anche questi piccolissimi.
E chi e' che fa la fecondazione dei fichi, l'impollinazione?  E' una vespa, piccolissima anch'essa, per entrare dentro quei piccolissimi fiori. Al massimo quella vespina arriva a 1,5 mm. Quei "moscerini" che vediamo volteggiare intorno alle piante di fico sono appunto quelle mini-vespine, tutte intente al loro lavoro.
Ultima curiosita': la coltivazione intensiva di fichi, quella che potrebbe rifornire tutte le grandi catene di vendita e' in assoluta decadenza. Il perche' e' nella scarsa conservabilita' dei fichi.  Nella GDO (grande distribuzione organizzata) e' necessario che i prodotti si possano conservare e mantengano un bell'aspetto per molti giorni, cosi' da consentire il raggruppamento nei magazzini, il confezionamento e la successiva distribuzione ai punti vendita.   Ecco, una buona conservazione e' una qualita' che i fichi non hanno. Per questo motivo nei supermercati i fichi non si trovano; e quando si trovano sono miseri e menci. Per di piu' senza sapore, per via della raccolta fatta quando ancora non sono maturi, nel tentativo di farli arrivare nei negozi un po' presentabili.
Invece la coltivazione domestica, per capirsi quella fatta negli orti, e' in grande incremento.
Quando dai fruttivendoli vedete dei fichi splendidi potete essere sicuri che vengono da qualche orto di qualche piccolo contadino.   Insomma: in questo caso piccolo e' bello.

OK, fine della lezioncina, ma qualche curiosita' ogni tanto non dovrebbe abbassare un granche'  l'indice di gradimento di questo blog.

Allora: antipasto salato con i fichi. Devo dire che io per primo sono rimasto sorpreso dal risultato.    Se voleste stupire piacevolmente qualche ospite dovrete solo seguire le indicazioni qua sotto.

























Ingredienti: pane, fichi, olio, zenzero in polvere, sale di buona qualita' da macinare.  Come, solo questi? Certo, e viene anche buono.

Preparazione
Lavare bene i fichi e tagliarli a pezzi di un paio di cm. o anche meno, se possibile.   Preparare la base delle tartine tagliando delle fette di pane molto sottili, al massimo mezzo cm.  Il pane non deve essere troppo secco, le fettine che verranno fuori dovranno essere masticabili. Le fette sottili vanno rifilate, tagliando via i bordi di crosta.
Domanda: perche' non si e' usato il pane a cassetta, gia' pronto, tagliato tutto di spessore uguale e cosi' comodo? Tre risposte: primo perche' non sa di niente, secondo perche' e' molle e non conserva la forma, e, terzo, perche' il 90% del pane a cassetta contiene alcool etilico come conservante. Leggete l'etichetta e, nel dubbio, prendete una fetta dall'interno della confezione, schiacciatela bene sul naso, anche coprendo i lati delle narici e aspirate forte: l'odore di alcol si sente subito, l'odore tipico del disinfettante. Bleah.
Tornando al nostro buon pane prendere dell'olio e.v.o. molto leggero e inumidire le fette. Inumidire, non affogare. Si puo' usare un pennello e passarlo piu' volte, in modo che l'olio non penetri piu' di tanto.
A questo punto prendere del sale di buona qualita' e macinarne un poco sulle tartine.
Se pensate che il sale da macinare sia una cosa da fighetti fate una semplice prova: assaggiate un pizzichino di sale gia' macinato, quello che c'e' in tutte le cucine, quindi subito dopo assaggiate un pizzichino di sale macinato al momento.   Sentita la differenza?    Capito ora perche' usare il sale macinato al momento?
Adesso tagliate dalle fette tante mini tartine, diciamo 4 cm per 4 cm.  Nelle foto di questo post c'e' una tartina intera, una vera tartinona, ma a me piace aggredire le tartine a morsi.  Se i vostri ospiti (le vostre ospiti) preferiscono prendere le tartine con la punta di due dita e portarle alla boccuccia, allora e' meglio che le tartine siano proprio piccole.
Siamo quasi alla fine: disporre le tartine su un vassoio e su ognuna disporre due o tre pezzetti di fichi. Quindi spolverare con generosita' con zenzero in polvere.

Tutto qui, state pensando?  Si, se gli ingredienti (pane, olio, sale, fichi) sono di buona qualita' il risultato e' garantito.  E poi a me i piatti con troppi ingredienti destano sempre diffidenza. Troppi sapori imbrogliano la bocca: una volta mi sono trovato davanti un antipasto piuttosto elaborato, con sopra, su un lato, della polvere rossa. Dopo, solo dopo, mi hanno detto che era polvere di pomodoro essiccato in forno e macinato. Vi assicuro che il sapore del pomodoro non si riconosceva, troppi ingredienti, uno spreco, un imbroglio.
Sbagliero', ma secondo me se i sapori sono ben armonizzati e c'e' equilibrio gli ingredienti possono essere anche pochi: quello che conta e' il risultato.





















 All'assaggio si sentono separati, ma complementari, i sapori di fico (dolce), dello zenzero (piccantino), quello del sale macinato, del pane e del velo d'olio.  Nel complesso una vera novita', che a noi e' piaciuta molto.
Il difficile con queste tartine e' smettere di mangiarle.  Si smette solo quando il vassoio e' vuoto e si resta li', a fissarlo.
Scherzi a parte, fatele, queste tartine, sono facili da preparare e piaceranno molto a tutti.

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