06/02/20

Spaghetti Carote, Zenzero, Pecorino


Sono passati sedici mesi dall'ultima pubblicazione di una ricetta.   Vicende personali mi avevano tolto ogni voglia di cucinare e inventare.
Adesso sto tentando di riemergere e ieri ho provato a fare qualcosa di nuovo. 

Ho fatto questi spaghetti che semplicisticamente si possono chiamare "Spaghetti Carote, Zenzero e Pecorino".  
Oppure, scherzosamente, "Spaghetti metà e metà", e il perché lo scoprirete solo leggendo.



Semplicisticamente o scherzevolmente, ma dietro c'è una progettazione accurata.
Come risultato finale tenetevi per buono che sono spaghetti veramente buoni, delicati, equilibrati e veloci da fare.

Come al solito io preferisco ricette con pochi ingredienti, dove ognuno di essi si possa sentire separatamente.  Non quelle ricette con millanta ingredienti cotti approssimativamente.   

Vediamo qualche dettaglio...

Alcune regole di buona cucina dicono che in ogni piatto ci dev'essere; un po' di dolce, un po' di asprigno, un po' di aromi, qualcosa di morbido e qualcosa di croccante.   Il tutto entro limiti di equilibrio.

Perché ognuno di questi elementi risalti questo piatto utilizza la tecnica di cottura del "metà e metà", che semplicemente vuol dire che gli stessi ingredienti sono aggiunti metà all'inizio e metà più avanti.  Cucinando in questo modo la prima metà assicura il giusto grado di cottura, mentre la seconda il giusto apporto di sapori, aromi e croccantezza.
Questo in generale, ma per questo piatto serve un accorgimento in più: bisogna fare in modo che spaghetti e condimento risultino ben legati, vedremo come.


Nota - le quantità sono indicate per persona. Se del caso eseguire le opportune moltiplicazioni.


Gli ingredienti


80 g di spaghetti o vermicelli (proteine almeno 13%)
60 + 15 g di carote
3 cucchiai da cucina di olio e.v.o.
3 fette a velo di cipolla dolce (Tropea o Certaldo)
30 g di formaggio pecorino mediamente stagionato
2 cucchiaini da tè di zenzero in polvere
Mezzo bicchiere abbondante di vino bianco secco
Brodo di carne leggero (o di pollo)
Buccia di limone
Sale q.b. e pepe di mulinello, se piace.


Esecuzione


Tagliate la carota a cubetti di mezzo cm. non più grandi.  Questa è la parte più noiosa.   Dividete i cubetti in due parti, una da 60 g e l'altra di 15.     Affettate la cipolla a velo.   Tenete il brodo in caldo.
In una casseruola mettete l'olio, la cipolla e 60 g di cubetti di carote.  Cipolla e carote daranno il dolcino al risultato.  Fate andare finché la cipolla è cotta ma non rosolata.   Aggiungete uno dei due cucchiaini di zenzero in polvere, che darà un po' di amaro e piccantezza.  Quindi il vino bianco, che darà il tocco di acidità.
Io avevo una bottiglia aperta di prosecco e ho usato quello, è andato benissimo.  Basta che sia un vino secco e non fruttato.
Fate ritirare il tutto, mescolando, e attendete gli spaghetti.
Cuocere gli spaghetti molto al dente, ma molto, devono piegarsi a fatica, scolateli e versateli nella casseruola del condimento.   Aggiungere un piccolo mestolo di brodo caldo, il rimanente cucchiaino di zenzero in polvere e i rimanenti 15 g di cubetti di carote.
Lo zenzero darà l'ultimo colpetto di aroma e i cubetti costituiranno la parte croccante.
Salate e fate andare a fuoco medio, mescolando spesso, in modo che gli spaghetti cedano dell'amido e rendano il risultato cremoso.  Aggiungete via via piccoli mestoli di brodo caldo.  Io pensando al risultato ho in mente il termine "bavoso".
Quando gli spaghetti saranno cotti, ma ancora al dente, toglieteli dal fuoco e incorporate il pecorino, mescolando vigorosamente.   Se il risultato non e' abbastanza bavoso aggiungete poco brodo.
Impiattate, magari con l'aiuto di un forchettone e di un coppapasta, finite il sopra con un pizzico di pecorino e con del limone grattugiato (la freschezza).



Il risultato è un insieme di sapori, aromi e colori che a me è piaciuto molto.  Tutti gli ingredienti si sentono separatamente, ma nessuno prevale.  Elegante e equilibrato.  Si presenta ben amalgamato, e c'è cremosità e croccantezza.   C'è il latteo saporito del pecorino e la freschezza del limone.
Insomma: è buono.   Anzi, goloso.   

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