Si, lo so. Ma del ponte parleremo piu' avanti.
Per la sfida di questo mese di MTChallenge, la numero 57, ho prodotto la torta Cheesecake Traditrice Caraibica.
La sfida e' stata lanciata dai vincitori del mese scorso, Annalù e Fabio, del blog Assaggi di viaggio
Due simpatici svitati che si sono persino filmati mentre venivano proclamati vincitori. Regolate il volume e...
Filmato QUI
Sono anche stati immortalati nel disegno di Francesca Carloni.
Come ogni mese il tema e' ingannevolmente semplice. Una torta Cheesecake. Che ci vuole? Si fa una base di biscotti tritati, ci si spalma del formaggio lavorato, di solito con panna, ci si aggiunge qualcosa sopra e il tutto si schiaffa in frigo.
Invece produrre una torta cheesecake che si distingua in mezzo alle altre e' difficile. Proprio difficile, dato che ogni mese si confontano tra loro tra le cento e le duecento ricette.
L'impegno
C'e' poi l'aspetto personale, dato che io sono piu' tipo da padella sul fuoco che da spatola sul tavolo. La negazione vivente del pasticcere precisino.
Sull'argomento continuano a dirmi che riuscire in pasticceria e' questione di esperienza e di impegno. Di impegno!!!
Ho sempre odiato cordialmente chi, sin dai tempi della scuola, mi giudicava dicendo: "Puo' fare di meglio. E' bravo, ma non si impegna".
Col cavolo che non mi impegno, e' che alla fine la riuscita e' quella che e'. Lasciamo stare e continuiamo a fare del nostro meglio.
Si, OK, ma cos'e' questa "Cheesecake Traditrice Caraibica"?
E' una torta cheesecake monoporzione (perche' monoporzione fa piu' figo) ottenuta a freddo e senza addensanti (tipo colla di pesce, per capirsi).
E, caratteristica saliente, ha degli ingredienti aggiuntivi che ne aumentano la golosita'.
Per esempio nella base ho aggiunto dello zucchero di canna. Nel topping ho aggiunto succo e buccia di lime. Nel corpo dell'impasto, poi, del rum bianco.
E quindi Caraibi in purezza.
Come dire: un Daiquiri in forma di cheesecake. Osservate la bottiglia sullo sfondo...
Caraibi, si. Ed ecco che arriva il tradimento. Davanti a una torta, bella fresca di frigo, candida nell'aspetto, col lime che da' profumo, cosa si fa?
Si affonda il cucchiaio, piu' e piu', e piu', e piu' volte, deliziati.
Del rum si avverte solo l'intenso profumo . Alla fine ci si ritrova sorpresi, felici e confusi. In orbita. Come bere Daiquiri....
Ecco, adesso partono i ricordi
Chi, come me, ha i suoi annetti ha anche (volente o nolente) accumulato in quantita' sia ricordi che rimpianti. Quando ero piu' giovane avevo a Milano una societa' assieme ad H, un amico tedesco. Societa' attiva nel settore di brokeraggio di mainframes IBM. Grandi computers, grande valore.
Io e H, entrambi residenti fuori sede, avevamo preso in affitto una suite doppia in un residence, a Pieve Emanuele. In pratica erano due appartamenti con in comune l'unico ingresso e la cucina. Cucina che peraltro in quegli anni sara' stata usata tre volte, dato che la sera facevamo tardi a lavoro e percio' mangiavamo fuori.
Magari, dopo, giravamo per Milano (Brera o Navigli, perche' Corso Como allora era vuoto) per svagarci e fare conoscenze. Lavoravamo duro e ci rilassavamo col divertimento.
Avevamo i nostri giri. Erano gli anni della "Milano da bere" e noi ne facevamo parte.
Erano gli anni in cui le sere e le notti erano popolate da aspiranti modelle piovute a Milano da tutto il mondo, speranzose di sfondare nel mondo della moda. Potevamo noi estraniarci? Potevamo noi rifiutarci di guidare le giovanissime bellezze nella Milano notturna? Certo che no.
Ragazze tutte diverse, eppure tutte uguali. Erano tutte occhi e bocca, tutte altissime, tutte col collo lungo. E piedi misura 42, che cercavano sempre di non mettere in mostra. Tutte alla ventura, in tenace cerca di fama, tutte piacevolmente sorprese dall'italian way of life.
Si cenava in qualche ristorantino. Cucina italiana oppure sushi, dipendeva da quanto si sentissero "arrivate". Proseguivamo in discoteca o anche in qualche piano bar. O, meglio, a sentire musica dal vivo.
A volte, dopo, uscivamo dalla citta', vagabondando a notte fonda, molto fonda, nei localini disseminati nella sterminata pianura padana.
Spesso andavamo a Bereguardo e ci soffermavamo al ponte di barche sul Ticino.
Notte, silenzio. Magari quel freddo e quella nebbiolina che aiutavano a stare vicini. La vista surreale del ponte, solitario e illuminato.
Primo filmato QUI
Secondo filmato QUI
Il ponte e' coperto da assi di legno ed e' poggiato su una serie di barche affiancate. Letteralmente galleggia sull'acqua. Sale e scende a seconda del livello del Ticino.
Usciti dalla luccicante e frenetica Milano dei divertimenti e trovarsi di notte su un ponte di barche e' anacronistico, quasi irreale.
Se si ha la fortuna di essere in un periodo con un po' di piena e di forte corrente si sente il ponte fremere sotto i piedi e le ragazze fanno qualche gridolino.
Poi, rilassati dal silenzio, dalla vista del ponte illuminato e dal fluire dell'acqua, andavamo in uno dei localini qualche chilometro oltre il ponte, dove ci prendevamo qualcosa di alcolico.
Io ero all'epoca affezionato al Daiquiri: rum, zucchero di canna, succo di lime, fettina di lime da succhiare.
Il cerchio si chiude. Ecco come sono nati questi ricordi.
Gli ingredienti della cheesecake hanno riportato alla mente quegli anni, i Daiquiri e il ponte di barche.
Ma siamo qui, e ora. La ricetta?
Ingredienti, per persona (golosa)
Una tortiera sganciabile da 4" (circa 10 cm)
Per la base
Biscotti secchi, il peso dipende dalla marca
40 g di burro
1 cucchiaio di zucchero di canna
Per il corpo
150 g di mascarpone
100 g di Philadelphia
3 cucchiai di rum bianco
Per il topping
2 tuorli grandi o 3 medi (non li ho pesati)
60 g di zucchero semolato
40 g di maizena
200 ml latte intero
3 frutti di lime
un pizzichino di sale
Esecuzione
Per la base
Riducete in polvere i biscotti in un mixer. Sciogliete il burro (microonde o come preferite).
In una ciotola versate il burro fuso, lo zucchero di canna e mescolate. Lo zucchero di canna non si sciogliera' completamente, ma va bene lo stesso. Sempre mescolando aggiungete poco per volta la polvere di biscotti, finche' l'impasto non e' diventato denso, ma ancora spalmabile.
Coprite il fondo della tortiera sganciabile con un foglio di carta da forno che esca per diversi centimetri dai bordi, servira' a facilitare il distacco della torta dal fondo quando dovrete servirla. Un foglio di acetato va ugualmente bene.
Spalmate l'impasto sul fondo, fino a uno spessore di un centimetro, o giu' di li'. Pressate l'impasto in modo che abbia uno spessore costante. Io prima di iniziare a preparare la torta mi sono procurato un pezzo di cartone piuttosto rigido, ci ho sovrapposto la tortiera (senza il fondo) e con un lapis ho seguito il diametro interno. Poi con le forbici ho tagliato seguendo la linea, ottenendo un cerchio di cartone rigido della grandezza precisa dell'interno della tortiera.
Con questo cerchio ho potuto premere l'impasto e ottenere uno spessore uniforme. Mettete la tortiera in frigo per una mezz'ora, per facilitare il rassodamento della base.
Per il corpo
Mescolate energicamente con un cucchiaio i due formaggi e il rum. Mettete in frigo finche' non comporrete la torta.
Per il topping
E' essenzialmente una crema pasticcera con qualche modifica. Grattugiate la buccia di due dei lime. Spremete uno di questi lime fino a ottenere due cucchiai di succo.
In una ciotola mettete i tuorli e meta' dello zucchero semolato e mescolate energicamente con una frusta. Quindi aggiungete la maizena e mescolate, sempre energicamente, fino ad ottenere un impasto omogeneo.
In un pentolino scaldate il latte con l'altra meta' dello zucchero, la scorza dei lime e il loro succo, piu' un pizzico minimo di sale. Portate a ebollizione. Appena stacca il bollore versate un quarto del latte nella ciotola di uova, zucchero e maizena, dove mescolerete energicamente con la frusta.
Quando l'impasto e' uniforme aggiungere lentamente il resto del latte, sempre lavorando energicamente a frusta.
Travasate l'impasto nel pentolino e rimettete sul fuoco, che deve essere medio-basso. Continuate a mescolare con la frusta finche' la crema non e' bella densa. Spostate la crema in una ciotola di metallo e ponete quest'ultima in un'altra ciotola piu' grande contenente acqua fredda, dando qualche mescolata per aiutare il raffreddamento.
Una volta che la crema e' a temperatura ambiente potete montare la torta. Oppure, se preferite rimandare, coprite la superficie della crema con della pellicola, per evitare la comparsa della malefica crosticina.
Montaggio della torta
Sullo strato di fondo formato da biscotti secchi e burro, strato che ormai sara' diventato solido, spingete i formaggi e livellateli, lasciando un paio di centimetri di bordo libero in alto. Consiglio di usare il disco di cartone, premendo un poco per ottenere una superficie uniforme. Lasciando il disco in posizione mettere nel congelatore per tre quarti d'ora. Una volta che il corpo di formaggi sara' ben freddo il disco verra' via senza lasciare i minimo segno.
Tolto il disco versate la crema al lime fino al bordo della tortiera e passate una spatola di taglio, per togliere l'eccesso di crema e al contempo pareggiare la superficie.
Tagliate qualche fetta da un lime. Una fetta intera va al centro della torta e degli spicchi di fetta tutto intorno. Gli spicchi sono da succhiare, se piace.
Mettere in frigo fino al momento di servire.
All'assaggio il cucchiaio, mentre scende dal topping alla base, ricostruisce il sapore del Daiquiri.
Dalla crema saporita di lime, ai formaggi al rum, che si sente molto, alla base di biscotti e zucchero di canna.
Un Daiquiri, appunto, completo di fettine di lime.
Un cucchiaio tira l'altro.
L'insieme e' fresco, profumato e porta in bocca il sapore dei Caraibi.
.
Quanti ricordi!!! Insomma,la mia Milano, la pianura, il Ticino...ti hanno lasciato un segno dentro il cuore e la mente! Bellissimo,e bellissima la cheese. Bella l'idea di non usare la colla di pesce per addensare! Se mi posso permettere, al posto del Philadelphia, se la rifai, prova a usare il "formaggio cremoso" che ho fatto io per la mia. Non perché l'abbia fatto io, ma da quando l'ho scoperto, solo questo si mangia! Quello "vero" è pesante e plasticoso...prova e mi dirai! Anche al naturale o erbe è buono...complimenti per la tua creazione dai colori tenui,delicati e leggeri, dal gusto "forte", per gente tosta...
RispondiEliminaVero, il Philadelphia e' proprio come dici tu.
EliminaAnche per quello ho usato molto mascarpone.
Ora vado a leggere il tuo formaggio cremoso :-)
Che bel post Corrado. Scopro una vena un po' romantica di te e la ritrovo anche in questo cheesecake che descrivi talmente bene che quasi lo possiamo assaporare!
RispondiEliminaA volte i ricordi prendono la mano sul piatto :-)
EliminaBellissimo tutto, Corrado, proprio tutto.
RispondiEliminaDalla rievocazione delle serate che partivano dalla Milano da Bere per finire nel Pavese, fino alla passeggiata sul ponte di barche, che a leggerti sembra di essere lì, sul posto, con la barca dondolante sotto ai piedi.
Un racconto così suggestivo, che quasi fa passare in secondo piano la ricetta. Che è notevole, davvero: idea meravigliosa sviluppata alla grande, e decorazione da urlo. Grandissimo!!!!!!!
Grazie Maria Pia, sono sopraffatto.
EliminaPer le serate, beh, erano tanti anni fa :-)
Per la cheesecake devo confessare che non sapevo come decorarla, poi ho perso la pazienza e ho affettato i lime e comelavalava'
:-)
E' bello scoprire il Corrado degli anni '80, il Corrado "milanese", vorrei dire. Non ti appariva un po' "finta" e "forzata" quella Milano....un po' eccessiva, insomma? Però lo spettacolo del Ticino deve essere stato molto bello, anche se alla nebbiolina non sono affatto abituata.
RispondiEliminaInteressante deve essere questo stuzzicante cheescake con al lime ed interessante è pure il "trucchetto" del disco di cartone. Bella idea. Buona giornata.
Milano la si odia o la si ama. Per un po' l'ho amata. Lei e i suoi dintorni, ponte e nebbiolina inclusi. E serate, naturalmente.
EliminaPer la cheesecake ho voluto tentare la forma a freddo e senza addensanti, un esperimento, insomma.
Certo che quel rum....
:-)
Direi perfetta Corrado! Me la sento già in bocca con tutta la sua piacevolezza! Pieve Emanuele la conosco bene ahimè :(, una tristezza infinita, ma come facevi ad aver voglia di andare a Milano tutte le sere?? Ci vuole un sacco da lì!
RispondiEliminaAgli inizi ci siamo adattati al residence di Pieve Emanuele, lontanino, ma non troppo costoso.
EliminaAvevamo uno degli attici. Adesso l'hanno riadattato a Hotel.
http://www.jsh-hotels.com/it-IT/ripamonti_hotel
Poi ci siamo trasferiti in un appartamentone a Cologno Monzese, a 10 min dall'ufficio.
E dopo ancora il socio H ha affittato un villone in Brianza, dove avevo la mia camera. Tipo visionario quell'H, aveva messo su anche una stalla e dei cavalli, pensa te.
Io non dico altro: "SEI UN MITO" punto
RispondiEliminaSusy May
Grazie Susy, sei troppo buona.
Elimina<3 <3
E meno male che non sei tipo da spatola!
RispondiEliminaIn effetti non lo sono. La versione finita puo' sembrare anche bella, ma l'ho sofferta tutta. Il solito antagonismo tra quello che vorrei fare e quello che vien fuori.
EliminaCIAO :-)
Conosco il ponte di barche di Bereguardo, andavo a ballare da quelle parti da ragazza...alle rotonde di Garlasco, magari ci sei capitato pure tu? :-D ottimo il tuo cheesecake daiquiri e bell'amarcord! Hic!
RispondiEliminaA Garlasco non mi ricordo, da quelle parti preferivamo localini senza casino intorno, in modo da "portare avanti il discorso"
EliminaAvevo colleghe che abitavano a Siziano e dintorni. Stati insieme anche dentro Pavia, che è più notturna di quel che sembra. Altri tempi....
Bellissimo racconto e cheesecake godurioso! entrambi un filo conduttore che li lega....la bellezza :) complimenti davvero!
RispondiEliminaMa grazie ! ! :-) :-)
EliminaCIAO :-)
Corrado mi piace davvero molto questa tua proposta e ti dirò: ho proprio intenzione di copiartela!
RispondiEliminaGrazie !
EliminaMi raccomando i riposi in frigo :-)
Corrado mi piace davvero molto questa tua proposta e ti dirò: ho proprio intenzione di copiartela!
RispondiEliminaImmersa letteralmente nel post, quasi quasi dimenticavo la ricetta: troppo bella per gli occhi, sicuramente pure per il gusto! Complimenti Corrado!
RispondiEliminaGrazie :-) :-)
Eliminadimenticavo all'epoca hai detto che la cucina non la utilizzavate molto tu e H., ora vedo che hai ampiamente e ultrapositivamente recuperato!
RispondiElimina:-) :-) :-)
EliminaMi sento ubriaca solo a guardarla, il rum, poi, mi stende subito. Immagino che le modelle dimenticassero i piedi 42, dopo un po' 😉
RispondiEliminaGrazie :-)
EliminaPer i piedi non ci siamo mai formalizzati
:-)
Con il tuo racconto, mi hai fatto vedere un film di cui tu eri il portagonista e devo dire che ti ci vedo proprio bene nella Milano anni '80 ;-)
RispondiEliminaPer quanto riguarda il cheesecake è pensato in ogni minima parte, dallo zucchero di canna nella base, al non voler utilizzare gelatina, ma riuscire lo stesso a non farlo crollare (cosa tutt'altro che semplice), per concludere con la crema ed il lime...insomma, "il ragazzi si impegna e si vede!" ;-)
Grazie per questo viaggio nei tuoi ricordi e per il tuo cheesecake :-)
"la simpatica svitata" Anna Luisa :-D
La "Milano da bere" era una vita precedente, adesso ho un solo chiodo fisso. La cucina.
EliminaGrazie per aver riconosciuto l'impegno :-)
Io cazzeggio troppo e pochi vedono che c'e' anche impegno.
CIAO :-)
buona e succosa!!! bravo!
RispondiEliminaGrazie Sabry :-) :-)
EliminaRiportare i ricordi e le esperienze personali in una ricetta conferisce alla stessa quel qualcosa in più dato, oltre che dall'impegno, dall'amore che ci si mette. Praticamente il cheescake mangia e bevi :-)
RispondiEliminaFabio
Per la quantita' di rum era piu' bevi che mangia....
EliminaCIAO Fabio :-)
Adoro i post dove viene fuori qualcosa di chi lo scrive, per me siete nomi e blog ma quando leggo qualcosa di voi mi siete più tangibili.
RispondiEliminaCorrado complimenti splendida cheesecake!
Cin cin
Grazie !
EliminaLa cheesecake era davvero buona...
Cheers :)
Io sono nata nel periodo in cui descrivi la Milano da bere, eppure anche io nel mio post ho parlato di rimpianti :) sono sicura però che dopo un bel daiquiri e una fettina del tuo cheesecake ci sarebbe un netto miglioramento nell'umore e un colpo si spugna sui rimpianti!
RispondiEliminaSe anche tu hai vissuto quegli anni, allora saprai che non c'e' niente di meglio di un dolce per seppellire rimpianti e accendere ricordi :)
EliminaAnch'io apprezzo molto quando in un articolo trovo anche una storia. Poi come la racconti tu! Ti tiene incollata! Grande Corrado! E la ricetta naturalmente strepitosa, frutto di studio, attenzione, precisione, talenti. Ciao caro!
RispondiEliminaAnch'io apprezzo molto quando in un articolo trovo anche una storia. Poi come la racconti tu! Ti tiene incollata! Grande Corrado! E la ricetta naturalmente strepitosa, frutto di studio, attenzione, precisione, talenti. Ciao caro!
RispondiEliminaCiao Elisa, grazie per gli apprezzamenti :)
EliminaCome sempre riesci a colpire nel segno, non dubitavo. Grazie anche per avermi riportata alla mia adolescenza nella mia città non più solo da bere, per fortuna. :-)
RispondiEliminaGrazie Rossella :)
EliminaMilano e la Lombardia hanno molto da offrire, le ho amate finche' ci sono stato :)
Arrivo tardi tardi come le tue nottate milanesi.
RispondiEliminaApprezzo moltissimo questa tua cheesecake alcolica e anche il mio disegno ad inizio post :))
Grazie dell'apprezzamento.
EliminaE grazie, ancora, per i tuoi spiritosi disegni 😊 Brava