03/01/16

Cavatelli bianchi del Nord
























Partecipo con questa ricetta: Cavatelli bianchi del Nord al "Calendario del Cibo Italiano", organizzato da AIFB, e, naturalmente, alla "Giornata Nazionale dei Cavatelli", la cui ambasciatrice e' Patrizia Malomo del blog Andante Con Gusto.
Vedere anche il sito AIFB sui cavatelli
I cavatelli, si sa, sono una pasta fresca.   Formata a mano e originaria del Sud o Centro Sud d'Italia.
E' una pasta povera, che quindi tradizionalmente richiede condimenti robusti.  I quali, però, spesso coprono il sapore della pasta in se stessa e delle farine che la compongono.
In questa ricetta ho pensato allora di cambiare il, diciamo così, punto di vista sui cavatelli.   Prima puntando su un condimento in bianco, che fosse  -invece-  in contrasto con l'immaginario collettivo sui condimenti in bianco, di scarso sapore.
Poi spostando gli ingredienti del condimento decisamente a Nord, dove si adopera il burro e non l'olio e usando un vino bianco di tradizione nordica, meglio se mosso, cioe' frizzante.
Il condimento dei cavatelli di questa ricetta è ispirato da un condimento di cottura molto simile a quello che normalmente io uso per certii piatti di pesce, quando quest'ultimo è di poco sapore.
Alcuni ingredienti sono uguali a quelli usati per le "Escargots à la bourguignonne" e magari avrei potuto chiamare questa ricetta "Cavatelli' (notare l'accento sulla i) à la bourguignonne".  Ma poichè ci sono alcune importanti differenze, e anche per evitare reati di lesa maestà perpetrati alla cucina francese, mi sono tenuto sul modesto.
Il risultato è ottimo, giudizio confortato dalle opinioni di chi l'ha assaggiato.  E tanto basti.
Per i cavatelli ho usato la composizione 160, 160, 120, rispettivamente grammi di farina 00, semola rimacinata e acqua, con aggiunta di un pizzico di sale e un cucchiaino di olio.  I cavatelli risultanti sono in quantità bastante per due persone.
Dopo un equo riposo dell'impasto ho iniziato a formare i cavatelli.   Ho usato due dita, uno mi e' sempre sembrato insufficiente, anche se ho le mani piuttosto grandi.
Lavora, lavora, alla fine non me ne sono venuti due uguali.
Eccone alcuni, spolverati di semola rimacinata, in attesa di essere cotti.
























Al primo sguardo, e contrariamente al genere maschile del nome, ho avuto una sensazione di femminilita'.  Probabilmente è un archetipo Junghiano che emerge dal cervello dei maschietti. 
Continuando con l'aspetto appetitoso vado a descrivere ingredienti ed esecuzione della ricetta.
Il risultato sarà ampiamente soddisfacente.

















Ingredienti per due persone
40 g di burro
2 spicchi di aglio bianco
100 ml di vino bianco molto secco, anche frizzante se si preferisce
Un pizzico abbondante di sale, macinato al momento
Un pizzico di prezzemolo tritato finemente
Opzionale: pochissimo peperoncino rosso

Esecuzione
Il vino deve essere a temperatura ambiente.  Tritare finemente l'aglio.
In una padella grande abbastanza da contenere comodamente i cavatelli far sciogliere il burro a fuoco medio.  Far andare per un minuto in modo che evapori un poco dell'acqua contenuta nel burro e che il sapore si concentri, poi unire l'aglio tritato e il sale.
Opzionalmente si puo' unire anche del peperoncino rosso, ma con l'avvertenza che il piccante si senta appena, altrimenti non si potranno apprezzare gli altri sapori.
Far andare per tre o quattro minuti, a fuoco medio.  Spegnere il fuoco, spolverare col prezzemolo e coprire.
Cuocere i cavatelli in acqua salata, scolarli molto bene e passarli nella padella del condimento, saltando a fuoco vivo per un paio di minuti.
Passato questo tempo aggiungere il vino.   Si noterà l'immediato crescere di una bella schiuma.  Osservare attentamente, e quando si comincia a veder decrescere il livello della schiuma togliere la padella dal fuoco e impiattare immediatamente.























Gia' dalla prima forchettata si avverte l'equilibrio tra il dolce del burro, il deciso sapore dell'aglio e l'asprigno del vino.
Il fondo di burro e' stato quasi completamente sgrassato dall'azione del vino, che riducendosi ha perso la parte alcolica e ha lasciato tutti i suoi aromi.
Il prezzemolo aggiunge profumo.
Nonostante l'aglio, aborrito da alcune signore (poche, per fortuna), alle quali questo piatto non andrebbe proposto, il risultato e' talmente piacevole che una forchettata tira l'altra.   Una golosa delizia.
Le signore, inforchettando, incamereranno anche una buona quantità di vino, il che facilita l'aspetto sociale del pasto e, sperabilmente, il suo prosieguo.     Se poi il vino è frizzante, come ad esempio un buon champagne o prosecco, ne guadagna anche l'aspetto muliebre.
Una nota cortigiana del '700, Madame de Pompadour, affermò infatti che "Lo champagne è l'unico vino che rende le donne più belle".

.

20 commenti:

  1. Considerando l'aspetto femminile delle tue cavatelle e la speranza nel dopo pasto, direi che il peperoncino faresti bene a metterlo nel tuo piatto. Tanto, anche. Sei grandioso, come sempre :-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Pperoncino? Semper fidelis :-)
      Sul grandioso: e' solo esperienza :)

      Elimina
  2. Essere tra quelle che non aborrono l'aglio mi pone dunque in una posizione priviliegiata perché potrei assaggiare questi cavatellì bianchi. Estremamente invitanti, anche all'ora della seconda colazione :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Finalmente una donna non agliofoba :-)
      L'altra sera ero in un ristorante e in cima al menu c'era scritto: "In questo ristorante non usiamo ne' cipolla ne' aglio".
      Ma come si fa, dico io?

      Elimina
  3. Quando di dice Zen...ma sei un rivoluzionario !

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cucinando sono sempre in cerca di nuove posizioni, nuovi punti di vista.
      Ti consiglio di provare questa cottura quando fai pesci di poco sapore. E' anche una cottura da 10 minuti, di quelle da "Oddio, devo fare da mangiare" :-)

      Elimina
  4. Risposte
    1. Graaaaaaazie :-) :-)
      Anche per te: prova questa cottura con il pesce, quei filetti sciapi che a volte capitano :-)

      Elimina
  5. sull'archetipo junghiano mi sono capottata. Come si fa a resisterti?? :-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono fatto cosi', al limite della molestia :-) Ho imparato a stare dentro i limiti lavorando con colleghe americane, che non sopportano la minima allusione. Almeno in Italia ci sono donne vere :-)
      (comunque ti sei persa "ho usato due dita, uno mi e' sempre sembrato insufficiente...").
      Felicemente incorreggibile..

      Elimina
  6. Io mi diverto sempre come una scema quando leggo i tuoi post. Ma tanto. La prima foto in apertura mi ha fatto immediatamente venire in mente les escargots e poi le vedo citate nel post...vuol dire che hai centrato il tutto. Divertente l'idea di stravolgere completamente il condimento europeizzandolo alla tua maniera: la pasta è bellissima ma la prossima volta prova ad usare solo semola. Si ha una sorta di preconcetto nell'uso totale della semola, invece i risultati danno parecchia parecchia soddisfazione. Che ti adori te l'ho già detto vero?
    Un forte abbraccio caro Corrado.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sulle farine hai ragione, chissa' da dove viene questa prevenzione. Mi emendero'.
      Sono contento che i miei post piacciano. Vedi anche cosa ho risposto alla Van Pelt :)))

      Elimina
  7. Risposte
    1. Grazie, sono sempre in cerca di nuove preparazioni e nuovi accostamenti.
      Prova, se credi, questa cottura con il pesce. Sai, quei filetti sciapi.....

      Elimina
  8. Sei un mito, ma questo lo sai, ma devo dire che anche in cucina te la cavi benino :) Sempre un passo avanti a tutti Corrado.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Detto da te, Aurelia, e' un vero complimento :) Perche' te vai alla grande :)
      Comunque e' un tipo di cottura veloce e che da' molto sapore a cibi insipidi. Provalo, qualche volta.
      CIAO :)))

      Elimina
  9. molto belli i cavatelli fatti in casa e molto intrigante la ricetta del sugo, così ben spiegata "nei suoi perché"!. Niente da dire: un grande piatto.

    RispondiElimina
  10. Non ce ne saranno due uguali ma hai fatto un egregio lavoro! Immagino la morbidezza della forchettata: pasta di semola e burro una scioglievolezza che fa un baffo ai Lindor! Ho imparato un nuovo vocabolo, molto intrigante tra l'altro: muliebre! Ti frequenterò più spesso! ;-)

    RispondiElimina