Per fortuna il Prof. Cortelazzi l'aveva salvato dentro il suo blog.
E da li' lo copio pari pari, ringraziando il Professore, dentro questo mio blog.
Vediamo se i meschini riescono a toglierlo anche da qui.
Il post, scritto con una verve da far invidia a molti dei giornalisti che sono intervenuti sulla presunta coniazione dell’aggettivo petaloso, con successivo presunto accreditamento da parte della Crusca, non può restare confinato (si fa per dire) su Facebook. Lo riproduco qui, precisando che concordo in pieno con tutti i suoi contenuti (ma mi astengo, comunque ringraziando, sul giudizio relativo al mio precedente post sull’argomento).
PETALOSO-GATE – SERVIZIO DEBUNKING
Il mio bufalometro è scoppiato a più
riprese, in questi giorni, nel leggere di un paese che non è solo di
santi, poeti e navigatori ma, come da tradizione, anche di linguisti.
Esiste già l’ottimo sunto di Michele Cortelazzo, http://cortmic.myblog.it/petaloso/, che propongo come lettura a tutti, ma soprattutto a quelli accecati dal fuoco sacro dell’OravadoeglienedicodueallaCusca.
- «La Crusca inserisce ‘petaloso’ nel vocabolario». FALSO:
la Crusca ha risposto alla lettera di un bambino che, su proposta della
sua maestra, ha scritto all’istituzione, rilevando che il termine era
ben formato e che se le persone si mettessero a usarlo davvero potrebbe
avere una possibilità di entrare in un vocabolario. UNO, non il NOSTRO,
dato che la Crusca non svolge attività lessicografica dal 1923. Cfr. http://www.accademiadellacrusca.it/…/parola-petaloso-possib…
- «Che maestra ignorante, ha avallato l’errore del suo allievo, signoramia dove andremo a finire!» FALSO.
La maestra ha segnato “errore” l’errore, ma l’ha definito “errore
bello”, perché effettivamente conteneva un guizzo di inventiva. Aggiungo
anche una cosa: ben vengano le maestre che si prendono la briga di far
scrivere alla Crusca, considerata la situazione in cui lavora il corpo
insegnanti in Italia. Questa è una maestra appassionata a quello che fa,
e non è una cosa così comune. Cfr. http://iltirreno.gelocal.it/…/derivati…/detail_558/image.jpg
- «La
parola ‘petaloso’ esisteva già, la si trova in un trattato di botanica
di fine Seicento, scritto in latino, Matteo non ha inventato niente». IN
PARTE FALSO: il fatto che una parola sia già stata
usata, nella storia di una lingua (in questo caso, nella lingua da cui
poi è derivato l’italiano), senza però rimanere nell’uso, non è così
strano e non inficia l’invenzione di Matteo. Sicuramente il bambino non
ha consultato il trattato di botanica IN LATINO di fine Seicento… non è
un plagio. In compenso, se la parola è già “capitata” due volte, nella
nostra lingua (altri citano Serra e un Sanremo di qualche decennio fa),
può voler dire due cose diverse: o che non serva davvero (nessuna delle
volte precedenti si è stabilizzata nell’italiano) o che possa essere la
volta buona perché entri nell’uso (in fondo, ha già una storia, non è un
vero e proprio occasionalismo). Cfr. http://informare.over-blog.it/…/fine-senza-gloria-della-fav…
- «La parola esiste già in inglese ed è PETALOUS, Matteo non ha inventato niente 2, La Vendetta».
Una parola desueta, cioè pochissimo usata, e davvero qualcuno sta
accusando Matteo di avere fatto una pedissequa traduzione dall’albionico
idioma? Come al punto sopra, il fatto che esista lo stesso aggettivo in
un’altra lingua casomai rafforza l’idea che la parola possa servire. Le
lingue, a volte, hanno meccanismi di formazione simili, che possono
viaggiare in parallelo. Non una lingua che copia dall’altra, ma due
lingue che creano per necessità o per caso parole con gli stessi metodi.
Cfr. http://www.merriam-webster.com/dictionary/petalous
- «Questi bambini di oggi, drogati di televisione: il bambino avrà sentito Banderas e il suo “inzupposo”» Non è detto:
il suffisso -oso piace non solo ai pubblicitari ma anche ai bambini,
perché permette di formare parole “buffe”. Per mia figlia io sono
“abbracciosa”, da piccola diceva che il suo letto era “sonnoso”… tutta
ordinaria amministrazione, insomma; per una volta non serve nemmeno
scomodare i mezzi di comunicazione di massa.
- «Il
tono della lettera di risposta della Crusca era tutto sbagliato: come
ci si fa a rivolgere a una maestra in quel modo mieloso e
paternalistico?» Se ti fossi informato, avresti scoperto
che a) la lettera è stata scritta da Matteo, nella sua calligrafia di
terza elementare e b) di conseguenza la risposta era indirizzata a lui,
non alla maestra. La competenza linguistica richiede che ci si adegui,
nello stile, all’interlocutore, che è ciò che la linguista ha fatto. MA
ALLORA DOVE STA QUESTA LETTERA? Non si è vista tanto in giro perché la
Crusca non ha voluto divulgarla, per questioni di riservatezza. Ma sa lì
in sede, bella protocollata.
- «Non ha inventato niente, il bambino: ha solo aggiunto il suffisso – oso a una parola».
Ehi, ho una notizia per te: sai che uno dei modi di creare parole nuove
è la suffissazione, come per telefono > telefonino? Cfr. http://www.treccani.it/…/morfologia_(Enciclopedia_dell’Ita…/ (punto 4.3)
- «Perché petaloso sì, e l’inzupposo di Banderas no?»
Già, perché? In pubblicità si inventano continuamente parole nuove, che
però di norma non rimangono nel lessico. E sai perché? Perché LE
PERSONE NON LE USANO. Ecco svelato l’arcano. Se le persone non la usano,
la parola a un certo punto “muore”. Cfr. un esempio in http://www.accademiadellacrusca.it/…/aggettivo-molte-perple…
- «Che ignoranti, non sanno neanche che la margherita non ha petali ma LIGULE!»
– Cari botanic-nazi, a parte che non è detto che non fossimo in
possesso di questa informazione, Matteo non pensava di creare un nuovo
termine del linguaggio specialistico della botanica, ma una parola della
lingua comune. E nella vulgata siamo tutti d’accordo che PETALO è
decisamente più diffuso di LIGULA? I non-linguisti definiscono “parole”
quelle in neretto nel vocabolario, i linguisti le chiamano LEMMI. Lingua
comune vs. linguaggio specialistico. Funziona così per tutti i settori.
Cfr. http://www.treccani.it/vocabolario/ligula/
- «Non è giusto, allora inserite anche ‘supercazzola’». Premesso che non dipende dalla Crusca, ‘supercazzola’ c’è già, nello Zingarelli. Cfr. http://www.ansa.it/…/nello-zingarelli-2016-entrano-supercaz…
- «Che vergogna, la Crusca che perde tempo in queste vaccate».
La Crusca, tra le sue attività, ha la consulenza linguistica. Risponde
indiscriminatamente, senza distinzioni anagrafiche o di censo, alla
maggior parte delle domande che arrivano, esclusi i troll – che
esistono, eccome – e comunque in base alla forza-lavoro disponibile, che
non è enorme. Se la Crusca non ha risposto alla tua richiesta, fidati,
non è un fatto personale: magari, semplicemente, gnafà. Cfr. http://www.accademiadellacrusca.it/it/laccademia
- «Tutta la vicenda è una montatura di marketing»
AHAHAHAH fidati che non lo è, è una cosa molto più semplice: si chiama
“viralità” ed è un effetto difficile da ottenere in maniera forzata. A
volte succede e basta. Anche la “curva d’odio” è fisiologica: al terzo
giorno, ogni tormentone ha ampiamente scassato i cabasisi. E infatti,
anche questa tormenta di ‘petalosi’ si calmerà presto. Cfr. http://www.accademiadellacrusca.it/…/…/proposito-virale-meme
- «Allora adesso che è stata così tanto usata come hashtag, la parola entrerà nel dizionario?»
NO, non basta che sia stata hashtaggatissima per due giorni, perché
questo era un uso metalinguistico, non reale. Occorrerebbe, casomai, che
la parola venisse usata in maniera non connotata in contesti
“naturali”, come scrive Torchia nella lettera della Crusca: se le
persone iniziassero a dire “ma guarda che fiore petaloso!” normalmente,
allora potrebbe anche succedere. su “hashtag” cfr. http://www.accademiadellacrusca.it/…/lingua-italiana/parole…
- «Orrore e raccapriccio, la lingua italiana sta morendo e voi della Crusca ne siete gli affaffini»
CERTO VIRGOLA CERTO. Ti svelo qualche altro retroscena gustoso: 1) se
in una lingua si inventano nuove parole, è un segno di salute: vuol dire
che quella lingua è viva e vegeta e sta piuttosto bene. 2) I veri
assassini di una lingua sono, casomai, i suoi parlanti. Come dice De
Mauro, l’italiano sta bene, gli italiani decisamente meno. Quindi, come
dire, rispediamo l’offesa al mittente e ti consigliamo, casomai, di
studiare per evitare di scrivere AVVOLTE per A VOLTE o DEFICENTE per
DEFICIENTE. Cfr. http://nuovoeutile.it/italia_dealfabetizzata/
- «La parola ‘petaloso’ è brutta!» Bah, a me a orecchio pare più brutta “isterosalpingografia” (http://dizionario.internazionale.it/pa…/isterosalpingografia)…
e comunque la categoria “bello” non è tra quelle rilevanti per
l’ingresso di una nuova parola nell’uso. Una parola entra nell’uso se
serve. Soprattutto, un linguista non ragiona in termini di bello o
brutto. I dizionari, su questo aspetto, sono neutri, al massimo
specificano che un termine è “volgare”, come per VAFFANCULO, che pure
nel vocabolario c’è. Cfr. http://dizionario.internazionale.it/parola/vaffanculo
- «Ora basta, smettetela con questa storia di ‘petaloso’!»
Guarda, in Crusca hanno già pubblicato una nuova consulenza, il lavoro
procede normalmente… l’unico che sta ancora a perdere fiato sulla
vicenda sei proprio tu. Facile, passa oltre, e vivi sereno. E magari
consulta un po’ di più le schede di consulenza della Crusca, forse ti
tornano pure utili: http://www.accademiadellacrusca.it/…/lingua-italiana/consul…
- «La Crusca si è fatta strumentalizzare e ha forzato i meccanismi dell’italiano per fare entrare una parola nel vocabolario»
A me sembri più strumentalizzato tu che a) non hai idea di come siano
andate le cose; b) non hai idea del fatto che sia impossibile far
entrare una parola nel vocabolario a forza e c) non hai idea di che cosa
faccia la Crusca oggi. Nel complesso, mi sembrano i tre quarti di un
poker di disinformazione.
- «Cara Crusca, io ho inventato pucchiaccoso, caccoso, vaffanculoso, cosa vinco?»
Vinci che chi legge il tuo messaggio pensa che tu, nonostante quello
che vedo essere il tuo anno di nascita, sia tristemente rimasto alla
fase coprolalica. Cfr. http://www.treccani.it/vocabolario/coprolalico/
- «Cara Crusca, mio figlio di tre anni inventa parole a tutto spiano. Che devo fare?»
O farlo diventare un mostro iscrivendolo a un talent show, oppure
fartene una ragione: i bambini inventano parole continuamente, anche se
non per tutte succede questo putiferio che, ripetiamo insieme, è
CASUALE. Non è la parola a essere rilevante, in questa vicenda, ma la
concatenazione di eventi. No, non hai un figlio supergenio, come non lo è
neanche Matteo. Solo un bambino normale. Cfr. http://www.riza.it/…/inventa-le-parole-vuol-dire-che-sta-be…
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