04/11/10
Dessert davvero inusuale
Ve l'avevo detto che era inusuale, no? Anche nella forma, sembra una rosa....
Pero' e' piaciuto a tutti quelli che l'hanno assaggiato. E anche tanto.....
Sara' che a me i dolci-dolci non piacciono. Sara' che fin da piccolo ho preferito cibi salati. Sara' che a me piace inventare nuovi piatti (per quel che e' possibile in cucina, dove l'invenzione e' spesso un inconsapevole plagio). Sara' che nei salati c'e' maggior liberta' di innovare, sia variando gli ingredienti e le loro proporzioni, sia sperimentando nuovi metodi di cottura. Sara' perche' in pasticceria bisogna rispettare dosi e tempi, cosa che io prendo quasi come un'imposizione. Sara', sara'......
Come che sia, io per la pasticceria non sono portato. Punto.
D'altra parte sentirmi dire da tutti "prova, applicati, insisti... etc" gia' mi da' fastidio. E' fin dai tempi della scuola che di me han sempre detto: "Si, bene, ma potrebbe fare di piu'". Non so voi, ma ho sempre odiato, e odio, quel giudizio. Che ne sanno gli altri se davvero potrei fare di piu'? Io sono uno che si impegna sempre, piu' precisamente sono un maledetto perfezionista. Piuttosto se una cosa non mi ispira non la faccio per niente.
Insomma, eccoci: siccome la pasticceria non mi ispira io non mi ci metto.
L'altro giorno pensavo che pero', impegnandomi, sarei in grado di innovare anche nel settore dei dolci. E allora ho iniziato a riflettere, impostando la ricetta mentalmente, nei giorni cambiandola piu' e piu' volte.
Io penso alle novita' della mia cucina mentre guido o, spenta la luce, mentre aspetto di addormentarmi. Nel primo caso una parte del mio cervello fa da pilota automatico e il resto fa girare le sue rotelline cucinesche. Nell'altro la mente, libera dai pensieri imposti da una linea di ragionamento cosciente, vaga qua e la' e a volte produce ricette davvero valide. Il problema, semmai, e' ricordarle al mattino.....
Insomma ho "inventato" un dessert inusuale, sia per l'ingrediente principale che per la modalita' di consumazione. Sento gia' che alcuni grideranno "Eresia, eresia!!!", ma io non sarei io se non provassi nuove strade. La ricetta e' piaciuta a tutti quelli che, dapprima scettici, con sopracciglia sollevate e pensando "Oh, Dio, mi tocca assaggiargliela", si sono poi sciolti in increduli complimenti. E vaiii.
Voi che leggete concedetemi il beneficio del dubbio e seguitemi fino in fondo. Grazie.
Ingredienti per 2 persone
100 gr tagliatelle all'uovo fresche, a temperatura ambiente
5 cucchiai di zucchero
1 cucchiaio di uvetta
15-20 gr cioccolato fondente, min. 70%
1,5 dl di vermouth Martini bianco
Burro
Latte, 1 dl.
Farina
Preparazione
Ammollare l'uvetta in due terzi di vermouth (1 dl), meglio se per una notte. Recipiente coperto, per evitare la dispersione dei profumi.
Tritare finemente il cioccolato, piu' finemente di quello che si vede in foto.
Scaldare il latte, un po' piu' che tiepido. Aggiungere 2 cucchiai di zucchero e far sciogliere bene. Preparare un roux chiaro con burro e farina. Aggiungere il latte tiepido poco per volta e mescolando bene. In pratica una besciamella dolce. Far addensare su fuoco minimo, ma non troppo. Il risultato non dovra' essere denso perche' servira' per legare le tagliatelle. Dopo una trentina di secondi aggiungere l'uvetta scolata. Mescolare. Appena spento aggiungere il restante terzo del vermouth, mescolando ancora. Questo dara' profumo e leggerezza.
In una casseruola mettere poca acqua, bastante a coprire le tagliatelle piu' un paio di cm, e portarla a bollore. A quel punto aggiungere gradatamente 3 cucchiai di zucchero, mescolando bene. Subito dopo buttare le tagliatelle e portarle a cottura, mescolando (delicatamente) per non far attaccare lo zucchero.
Scolare bene e passare nella besciamella dolce, che deve essere intiepidita a fuoco minimo. Lo scopo e' legare bene le tagliatelle, ma, attenzione, non deve venir fuori una massa appiccicosa. Iniziare con poco legante e semmai aggiungerne un po' mescolando delicatamente. Annusare: se non si sente l'aroma del vermouth se ne puo' aggiungere un poco, con prudenza. Io ho usato un vaporizzatore.
Impiattare formando una rosa e cospargerla con qualche chicco di uvetta e un po' di cioccolato tritato.
Portare in tavola caldo e osservare le espressioni.
Sulle prime la sensazione di arrotolare il dessert con una forchetta e' strana, ma dopo il primo cauto boccone vedrete che procederanno con entusiasmo.
All'assaggio si sentono i differenti sapori: l'uovo della pasta, il dolce della besciamella, lo speziato del vermouth, il dolce dell'uvetta, il cioccolato fondente che contrasta lievemente.
Lo ammetto, non speravo di ottenere cosi' -semplicemente- un insieme tanto armonioso.
Provatelo anche voi, buttatevi nell'avventura, sarete ripagati dai complimenti degli astanti.
A presto :)
.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Bisognerebbe assaggiare, così su 2 piedi non sono in grado di giudicare.
RispondiEliminaUn saluto affettuoso Corrado caro
Bene non diamoci mai limiti....
RispondiEliminapenso che la cosa più difficle sia ,come hai detto anche te,nel calibrare bene gli ingredienti, dalla foto mi sembra che ci sei riuscito perchè la besciamella si intravede senza aver sovrastato il tutto....mi piacerebbe davvero assaggiarla ...
Particolare....inusuale ma sicuramente da assaggiare!
RispondiEliminaBravo Corrado, come dice Letizia mai porsi limiti.X)
anche io resto stupita, più dalla salsa che dalla pasta, ma bisognerebbe proprio provare!cmq
RispondiEliminaun passo verso la pasticceria(ma cominciare dalle riette già sperimentate no?:D)
innovare vuol dire osare! Bravo Corrado!
RispondiElimina... e complimenti ai tuoi assaggiatori :-D
si sono fidati, evidentemente non li deludi spesso.
sì, sì, sono curiosa, lo assaggerei.
Ciao!
Francesca
Le innovazioni così come l'osare è sempre ben accetto, almeno per quanto mi riguarda!
RispondiEliminaCaro Corrado, il mio commento a caldo è che non so se lo rifarei, ma vorrei tanto assaggiarlo! Magari ce lo preparerai tu alla prossima occasione di cucinamento collettivo! Bravo comunque per le idee senza freni!
RispondiEliminaLa tagliatella dolce l'avevo giá mangiata in zona Belluno/Trento...é un piatto che preparano il primo gennaio come evento beneaugurante con uvetta ammollata nella grappa (nei monti si sa, la grappa va alla grande) fettine di mela e semi di papavero e burro fuso. Anche a me pareva strano arrotolare la pasta e scoprirla dolce...ma é stato solo un attimo di perplesitá iniziale. Invece in provincia di Modena la torta con le tagliatelle (che poi sono tagliolini) é una classica torta (come forma) la superficie é completamente ricoperta di tagliatelle (dolci)...Anch'io come te sono nata per il salato (da bambina piangevo che non volevo mangiare il gelato, caramelle o altro)...poi mi sono appassionata a farli (da due mesi ci sto "dando dentro" con un bravo pasticcere)anche perché dopo una bella cena un dessert completa il tutto...e come dice mio marito: deve essere perfetto, bilanciato, non stucchevole, piccolo (anche lui odia le fettone buttate sul piatto)e deve farsi ricordare. Un dolce sbagliato rovina tutta la cena...te lo ricorderai sempre (anche perché é l'ultima cosa che si degusta)
RispondiEliminaALEX: conosco quelle preparazioni e altre simili. In tutte le tagliatelle si cuociono in acqua salata e si condiscono con burro, zucchero, magari uvetta e semi di papavero.
RispondiEliminaAltre ricette prevedono la frittura della tagliatelle arrotolate a spirale (tipiche di cernevale). La torta di tagliatelle consiste nel mettere le tagliatelle in una conca di pasta frolla e a strati alternare tagliatelle e frutta secca, con qualche variante.
Io invece volevo fare un vero dessert, dolce ma non troppo ed equilibrato nei sapori. Ecco percio' la cottura in dolce, il legarle con una crema dolce aromatizzata con le spezie del vermouth, con l'uvetta ammollata e l'amarognolo, per contrasto, del cioccolato fondente. Un esperimento.
Anch'io il gelato lo mangio, ma solo di frutta. Come dolcetti posso mangiare quelli a forma di foglia, derivati da rotoli di sfoglia affettati e rimessi a dorare in forno. Insomma dei Plunderstücken ma anche un po' salati, non ricordo il nome.
Non li trovo da nessuna parte :(
Ciao Corrado, alla faccia dell'innovazione !! Secondo me sei andato ben oltre. Ha preso un piatto salato e poi lo hai svolto tutto con ingredienti dolci. Mi sembra molto brillante. Ti dico solo una cosa : anche senza asseggiarlo so che mi piace più della torta di tagliatelle (che fanno anche qui). Quelle che ho mangiato erano sempre un pò insignificanti (forse perchè non erano fatte molto bene). La tua ricetta invece ha una connotazione dolce sin dall'inizio e questo mi piace molto. Credo che l'unico sforzo da fare sia all'inizio, quando si assaggia il primo boccone, perchè il cervello si aspetta un sapore ed invece ne arriva un altro !!! Ma è bello stupire in cucina !!! .... alla faccia di chi dice che si potrebbe dare di più .... Manu
RispondiEliminaFantastico...sei proprio un pastaio ;-)
RispondiEliminaIlaria ha ragione, l'essenza mistica del pastaio vien sempre fuori!!!
RispondiEliminaMa anch'io vorrei assaggiare queste tagliatelle!
Bravo!
Qualcuno che si butta nella ricerca ci vuole sempre, altrimenti nessuno avrebbe scoperto l'America!
No??
Un dessert davvero inusuale. Mi piacerebbe assaggiarlo. Bella anche la foto.
RispondiEliminaaccordato il beneficio del dubbio, anche perchè proprio ora ho finito di leggere un libro con le ricette della bassa (padana) dove le torte di tagliatelle e tagliolini son sempre presenti. e poi.... sei stato troppo carino stamani nel tuo pensiero!
RispondiEliminagrazie corrado
:)
buon we!
strano ma .... intrigante, da provare, ciao
RispondiEliminastrano dessert ma da provare!
RispondiEliminaMa sai che nel Rinascimento nelle corti Italiane si cuoceva la pasta in latte e burro e la si condiva con lo zucchero, oltre che con cannella, pepe, zenzero ed altre spezie? Era considerato un piatto molto raffinato e dimostrava opulenza, proprio perchè spezie e zucchero erano ingredienti costosissimi...
RispondiElimina...sai che questa cosa potrebbe adattarsi bene alla pasta fresca senza glutine...da provare
RispondiElimina