21/11/10

Succotash (versione di Corrado)

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Oggi in USA e' il Thanksgiving Day, il giorno del ringraziamento. Veramente sarebbe il quarto Giovedi di Novembre, ma per non perdere un giorno lavorativo la festivita' e' stata spostata alla terza Domenica, sempre di Novembre. In origine il Thanksgiving era una festa cristiana che in seguito e' stata secolarizzata.  Tutti sappiamo che il piatto principe e' il tacchino farcito, accompagnato da panini al latte o da panini di granturco. Pochi sanno che il succotash era uno dei piatti che furono consumati durante il primo Thanksgiving. Mi piace quindi ricordare oggi questo piatto, poverissimo quanto saporito.
Un po' di storia sul Thanksgiving, spudoratamente copiata da Wikipedia: "I Padri pellegrini, a bordo della Mayflower, erano arrivati sulle coste americane nel 1620, dopo un duro viaggio attraverso l'Atlantico, in cui erano periti molti dei 92 pionieri imbarcati,( 52 uomini, 18 donne e 32 bambini). Con l'inverno ormai alle porte, si erano trovati di fronte ad un territorio selvatico e inospitale, fino ad allora abitato solo da nativi americani. Il primo anno fu molto duro. I Pellegrini vivevano in ripari di fortuna, il cibo scarseggiava e quasi la metà di loro non sopravvisse al rigido inverno. Con l'arrivo della primavera del 1621 la situazione migliorò. Per l'inverno i coloni riuscirono a mettere sotto sale del pesce e ad affumicare della carne. Dopo il duro lavoro degli inizi il governatore William Bradford indisse un giorno di ringraziamento a Dio per l'abbondanza ricevuta e per celebrare il successo del primo raccolto. Alla festa i coloni invitarono anche gli indigeni".
E cosa portarono gli indigeni, delle tribu' Algonquin? Il succotash, che nella loro lingua chiamavano msíckquatash e che i padri pellegrini storpiarono nel nome attuale.
E' interessante notare che gli indigeni non erano visti come nemici, e loro non si sentivano tali. All'epoca c'era terra e carne per tutti, i problemi vennero dopo all'aumentare degli immigrati bianchi e alla loro fame di risorse. Penso proprio che sia vero il detto "il razzismo, e quel che ne consegue, e' solo una questione di numero". Come dire: finche' i bianchi sono pochi, e lavorano onestamente, noi Algonquin li consideriamo dei vicini e ci aiutiamo a vicenda, se c'e' bisogno. Ma se i bianchi sono troppi la terra, la carne e altro non bastano per tutti, e tutti combatteranno per ottenere la loro parte.
Un'altra digressione: chi ha potuto leggere i comics americani in lingua originale, o ha visto al cinema dei cartoni animati non doppiati in italiano, avra' forse notato che Gatto Silvestro spesso esclama "Suffering Succotash!!".














Quel succotash ha a che fare col piatto legato al Thanksgiving Day? Neanche per idea, e' solo un'esclamazione che gli ipocriti censori hanno permesso di usare al posto della originale "Suffering Savior", letteralmente "Salvatore sofferente", che si ispirava alle sofferenze di Cristo, il Salvatore.
I censori nella loro mania di emendare tutte le forme espressive, da quelle scritte a quelle audiovisive, hanno a volte raggiunto vette di ridicolo ingegno. Un po' come certo nostro politicamente corretto, per cui un ragazzo nato mongoloide viene chiamato "diversamente abile", il che' sara' forse meno scioccante di mongoloide, ma certo non aiuta la persona ad integrarsi.
In USA queste sostituzioni sono chiamate "minced oaths", espressione intraducibile in italiano con poche parole. Lo scopo del "minced oath" e' diminuire la cosiddetta "profanity", che a sua volta e' traducibile con "parole, espressioni, gesti, od altri comportamenti sociali, interpretati come insultanti, rudi, volgari, dissacranti o irrispettosi".
Altra curiosita': sono andato a guardare sul mio fido dizionario etimologico, il Pianigiani, l'origine del termine "profano": viene dal latino PRO (avanti) e FANUM (tempio). "Quod pro fano est"  significa "cio' che e' innanzi al tempio", ossia fuori, in balia del pubblico. Percio' il contrario di cio' che e' dentro al tempio, ossia il sacro e il rispetto del sacro.
A proposito di mancanza di rispetto: indovinate un po' da dove viene il termine "FANATICO"?
Povero Silvestro, lo hanno fatto bandiera di un'ipocrisia strisciante del linguaggio.

Ma tornando al puro e semplice succotash -chiamiamolo cosi' anche noi- in sostanza questo e' un misto di granturco e fagioli, con infinite possibilita' di aggiunte di altri ingredienti.
Il succotash in USA e' un piatto della tradizione negli stati dove i padri pellegrini sbarcarono, su a Nord, ma anche in Pennsyslvania (la prima penetrazione nel territorio interno).
In molti stati del Sud e' detto succotash praticamente qualsiasi mistura di vegetali preparati assieme ai fagioli verdi (detti "lima beans") e coperti di burro o lardo fusi.
Io sono stato sul classico degli Algonquin, ma l'ho interpretato a modo mio. E stasera l'ho servito  per cena ad Anna Maria. Ero francamente dubitoso della sua accettazione, e avevo pronte cartate di affettati e del Parmigiano di 30 mesi comprato giusto ieri in un caseificio reggiano (ma questa e' un'altra storia, vero Marcella e Giorgio?).
Invece non solo ad Anna Maria la mia versione e' piaciuta, ma ha anche chiesto che la si rifacesse in futuro.  Evvaiii :-)

Ingredienti, per 2 persone
12 cucchiai di fagioli verdi
9 cucchiai di granturco
6 cucchiai di fagioli bianchi
1/2 cipolla bianca, ma va bene anche rossa
1 spicchio di aglio
4 dita di vino bianco
1 pizzichino di peperoncino
1 cucchiaio di pancetta a dadini
1 cucchiaio di foglioline di timo fresco
6 fette di pane

Preparazione
Bollire separatamente i tre tipi di fagioli e scolarli. Se, come me, non avete ne' tempo ne' voglia usate fagioli verdi precotti e surgelati, granturco e fagioli in scatola, ma ben sciacquati e scolati.
Abbrustolire le fette di pane. Tritare finissimamente la cipolla e l'aglio, ma separati. In una padella mettere 6 cucchiai di olio evo e la cipolla. Far andare a fuoco medio finche' la cipolla e' appena imbiondita, quindi versare meta' vino bianco e far evaporare. Aggiungere la pancetta e farla sudare. Versare il granturco e i due fagioli. Far andare mescolando spesso. Dopo 3-4 minuti aggiungere mezzo bicchiere di acqua e il pizzico di peperoncino e continuare a mescolare. Quando l'acqua e' evaporata aggiungere il trito di aglio, l'altra meta' del vino, una presa di sale e far andare mescolando per 1 minuto, non di piu'. Quindi cospargere con le foglioline di timo fresco (a proposito: la piantina sul terrazzo e' ormai pelata, la dovremo ricomprare). Impiattare, fare sul piatto un giro di olio evo e servire assieme alle fette di pane abbrustolito.



















All'assaggio si sentono i vari sapori di fagioli e granturco, assieme al dolce della cipolla e agli aromi di vino bianco e timo. Il pane abbrustolito e' uno splendido contrasto, sia per sapore che per la croccantezza.

A noi e' piaciuto molto, una vera sospresa.
Provate anche voi :-)

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9 commenti:

  1. Evvai! Vediamo se sono la prima!!
    Meravigliosa scheda si presentazione ed interessante ricetta, molti baci a tutti e due

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  2. Un tripudio di colori! Questo piatto si presenta proprio bene.

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  3. Per amanti di...pallettoni...come me , è molto invitante anche se si presenta lunghetto cme prepaazione . Lo proverò . Per la piantina di timo , ormai pelata e al momento inservibile , NON BUTTARLA ! Pendi il vasino , mettilo in un angolo riparato del terrazzo , poche gocce d'acqua ogni tanto. Abbi pazienza , ti ricompenserà .

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  4. Bellissimo post, veramente interessante, e confesso la mia ignoranza sulla materia che hai colmato benissimo ! Ciao, Simonetta

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  5. Interessante ricetta...ed anche la bella spiegazione storica...mi piacciono molto questi abbinamenti culineo-storici ;-)

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  6. Bellissimo davvero tutto quanto, la foto, allegra, il piatto e la presentazione! Bravissimo Corrado! Mi piace tanto leggerti

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  7. Corrado, grazie per la bellissima lezione di storia, molto interessante. Un piatto che trovo molto solare, da provare.

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  8. Storia e cucina!
    Bell'abbinamento!
    Fagioli verdi mai provati, in compenso il parmigiano 30 mesi una squisitezza!

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  9. Grazie di avermi insegnato cos'è. Non lo avevo mai sentito o forse sentito senza capire cos'era. Sagace l'osservazione anche su Gatto Silvestro.
    Ora non resta che provare la ricetta.

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