26/01/11

Un altro sfizioso antipasto

Domenica il nostro gruppo di amici gastrofanatici (nato dalla frequentazione del blog del Cavoletto e battezzato da Livio "Pasticciatori Fiorentini") si e' ritrovato a casa mia per una merenda.
Le nostre merende, va detto, lo sono solo di nome. Si entra verso le 16 e si esce verso le 20,30, quasi rotolando.
Faro' la cronaca piu' avanti, con un post dedicato. Oggi presento un antipasto veloce e gustoso, realizzato sul momento.
Apro una parentesi: siccome a tutte le amiche del gruppo piace cucinare (o come diciamo noi "pasticciare") ho fatto trovare loro gli ingredienti per gli antipasti e le ho messe al lavoro: tu fai questo, tu fai quest'altro: erano felici.

Qua sotto vedete all'opera tre di queste amiche




















Uno degli antipasti, proposto in bicchierino, era questo....

Ingredienti
Patate
Brodo di verdura
Burro
Latte
Funghi secchi
Nepitella
Buccia di arancia

Preparazione
Sbucciare le patate e tagliarle a pezzetti di 3 cm circa. Farle bollire in brodo di verdura. Scolarle e schiacciarle con la forchetta, pazientemente e a lungo. Vi e' mai capitato di dover cercare lo schiacciapatate (io non so mai dove l'ha riposto Anna Maria. Non e' che lei lo sposta, e' che io non me ne ricordo mai), usarlo e dopo l'uso doverlo smontare, lavare e riporre? Io preferisco farla corta e usare una forchetta. Ci vuole solo un po' piu' di pazienza, ma cucinare e' anche questo: rilassarsi mentre le mani vanno da sole e godersi il tempo che passa. Niente stress per noi, cucinare dev'essere un piacere.
Detto cio' si passa la patata schiacciata in casseruola con latte e burro e se ne fa un bel pure'. Gia' sento i puristi insorgere "ma cosi' il pure' verra' grumoso". Macche', viene benissimo, basta solo lavorarlo bene con la forchetta e bene sul fuoco. Cecilia e Marcella, addette al pure' erano anche loro un po' dubbiose, ma hanno riconosciuto che il risultato era addirittura setoso!!
Funghi secchi: scegliere quelli che sulla confezione riportano la scritta "Funghi porcini". Che poi lo siano e' un'altra storia. Metterli in abbondanza in un pentolino e riempirlo d'acqua. Portare l'acqua a bollore, far bollire piano per 2-3 minuti e spegnere. I funghi secchi piu' bollono e' piu' diventano amari, percio' lasciar raffreddare e tenerli a bagno almeno due ore. Scolarli, trasferirli sul tagliere e aggiungere un bel pizzico di nepitella fresca.  La nepitella, che e' diversa dalla mentuccia, serve per il profumo.  Tritare il tutto con la mezzaluna. Chi era l'addetta ai funghi? Non ricordo se Monica o Letizia (in cucina c'era movimento), ma i funghi sono stati tritati a dovere.
A parte grattugiare un po' di buccia d'arancia. In ogni bicchierino trasferire una cucchiaiata di pure' tiepido, poi un cucchiaino di funghi tritati e nepitella e quindi un'altra cucchiaiata di pure'. Non importa che gli strati siano nettamente separati, anzi se vengono un po' storti e' meglio, perche' si intravedono i componenti e si desta curiosita'. Spolverare con la buccia di arancia e servire.
























All'assaggio il pure', caldo e bello cremoso, si accompagna al sapore dei funghi e al profumo della nepitella. L'arancia e' una sorpresa: lega benissimo e da' leggerezza.



 Ecco alcuni partecipanti che se lo mangiano, soddisfatti.


Antipasto semplice e gustoso, da provare.

Alla prossima :)

.

19/01/11

Sfiziosi antipasti - A e B

.
Prima di tutto lasciatemi ringraziare i giudici del contest "Italian Street Food" del blog "Rossa di sera".


Perche'? Ma  perche' mi hanno premiato per il miglior racconto associato a una mia ricetta, QUESTA.

La vincita, inattesa (lo giuro), mi ha tirato parecchio su di morale.
Grazie ancora.

E adesso alla ricetta di oggi. Anzi, le ricette, perche' ne ho prodotte due varianti, la A e la B.
Sono due antipasti sfiziosetti, molto molto gustosi.



La versione A




Si tratta di una crema di baccala' e fagioli, aromatizzata con timo e limone e proposta in verrine.
OK, detta cosi' puo' evocare sapori forti e odori puzzolenti, ma non e' cosi'. Assolutamente no.
L'insieme che ne risulta e' rotondo, morbido e delicato, a prova di signore schizzinose.
Se proprio il baccala' non ispirasse fiducia si possono usare dei filetti di altro pesce, piu' delicato. Certo, il sapore finale sara'  un po' smorto, ma i gusti sono i gusti.

Ingredienti per 4 verrines
100 gr baccala' bagnato
1/2 bicchiere vino bianco, no Tavernello
300 gr di fagioli bianchi
Brodo di verdura
1 spicchio aglio
Pochissimo peperoncino
Brodo di verdura
Foglioline di timo fresco
Buccia di limone

Preparazione
Usare baccala' gia' bagnato e dissalato. Ho visto che al supermercato lo vendono gia' bagnato e sfilettato, in vaschette sigillate. Se non lo si trova bisogna metterlo a bagno almeno 24 ore, spellarlo e sfilettarlo.
I fagioli, bianchi per non macchiare il colore latteo del pesce, devono essere preventivamente lessati in brodo di verdura. Si possono usare dei fagioli gia' cotti, ma solo se si e' sicuri della bonta'. Occhio.
Tagliare il pesce a pezzetti e scottarlo 3 minuti in acqua bollente. Scolarlo e tagliarlo a dadini di un cm, piu' o meno. In una padella mettere 6 cucchiai di olio evo, un microscopico pezzetto di peperoncino e lo spicchio di aglio aperto in due e privato del germoglio interno.
Far insaporire l'olio a fuoco medio, quindi togliere l'aglio e aggiungere il pesce. Far andare finche' il pesce inizia a prendere colore, poi aggiungere il vino e far evaporare mescolando.
Versare i fagioli ben scolati e far andare mescolando per un paio di minuti o tre.
Travasare nel bicchiere del minipimer o in un buon frullatore e frullare a oltranza, aggiungendo a filo o brodo vegetale o acqua di sbollentatura del baccala'.
Il risultato deve essere bello fluido, perche' raffreddandosi si potrebbe rapprendere troppo. Ben fluido, quindi.
Assaggiare e regolare di sale. Aggiungere un pizzico di foglioline di timo e dare un'altra frullata. Versare nelle verrines e far raffreddare a temperatura ambiente. Guarnire con qualche fogliolina di timo e con buccia di limone grattata. Volendo, accompagnare con del pane abbrustolito, ma secondo me il sapore di abbrustolito copre troppo la delicatezza dell'insieme.
All'assaggio sapori e profumi sono sorprendenti. Si sente, smorzato, il sapore del mare del Nord del baccala', mentre i profumi di timo e limone ci fanno pensare al Mediterraneo. Sorprendente.
Vedrete che i vostri ospiti vuoteranno le verrines fin negli angoli. Anzi, per aiutarli forniteli di cucchiaini a punta, in modo che possano pulire bene gli angoli. Lo faranno, lo faranno....



La versione B
 




Si parte dalla Versione A.    Poi, per creare un contrasto iniziale -in sapore e colore- si puo' versare sopra alla crema bianca un cm scarso di crema di peperone rosso dolce. Trovate la ricetta della crema QUI.
Sulla crema spolverare abbondante buccia di limone grattugiata.
In questa versione si sente per primo il Mediterraneo e via via che si avanza ci si trasferisce nel mare dl Nord.   Un viaggio in verrine....

Chi ha assaggiato entrambe le versioni ha espresso pareri diversi, chi preferendo la versione A, chi preferendo la B.  Per me la B.
Tutti gli ospiti, pero', hanno coscienziosamente ripulito la loro verrines.
Che ne dite?

.

14/01/11

Come far piacere il fegato a chiunque



















Ebbene, si, a me il fegato piace. Chi mi conosce lo sa, io non perdo occasione di prepararlo e gustarmelo.
Ma non tutti sono fegatofili come me, a molti il fegato proprio non vuol piacere.
Come far piacere del fegato anche a queste persone? Semplice, cucinandolo in modo da fargi cambiare sapore. Un fegato non-fegato, insomma.
Per i fegatofili come me il cambio di sapore e' ininfluente, per gli altri invece e' stato motivo di (piacevole) sorpresa.
Nel seguito troverete degli accostamenti che vi faranno dubitare, che vi faranno sollevare le sopracciglia fino all'attaccatura dei capelli (gia' vi vedo), ma fidatevi: il risultato e' assolutamente intrigante.
Potrebbe ben essere un perfetto esempio di cucina olistica, una cucina cioe' nella quale il risultato e' maggiore della somma delle parti. Stupefacente risultato.

Ingredienti per 2 persone
4 fette di fegato di vitello
4 bicchieri di vino bianco secco
Mezzo cucchiaino di cannella in polvere
Mostarda di frutta mista, di buona qualita'

(ecco, lo sapevo che sareste rimasti sconcertati, ma aspettate.....)

Preparazione
Tagliare ogni fetta di fegato in due.  In una padella antiaderente versare  6-8 cucchiai di liquido di conserva della frutta. Far scaldare a fuoco minimo.
In altra padella versare il vino bianco e la cannella in polvere. Portare il vino a ebollizione, mescolando per far sciogliere bene la cannella.
Mettere  il fegato nel vino bollente e farlo andare due minuti per lato. Dopo questo tempo toglierlo e salarlo sui due lati.  Quindi passarlo nell'altra padella e farlo andare un minuto per lato.
Impiattare contornando con almeno due tipi diversi di frutta, ben affettata.



















Questo se non lo provate non saprete mai come puo' essere intrigante. Il sapore tipico del fegato e' sparito, la cottura nel vino bianco lo ha tolto completamente. Il sapore della mostarda di frutta, che in padella si e' leggermente caramellata, contrasta e completa benissimo il sapore della carne.
Delizioso!!
E la cannella aggiunge un sapore speziato che sorprende il palato.
Un'esperienza sensoriale nuova, che dovete assolutamente provare.

.

10/01/11

Sfizioso antipasto























Sara' che gli eccessi degli ultimi pranzi, cene e cenoni mi hanno annebbiato la mente, ma non sono riuscito a trovare un titolo spiritoso, esplicativo e che invogliasse alla lettura.
D'altra parte, se state leggendo queste parole un certo interesse dovreste averlo. Per adesso fidatevi, l'antipasto e' davvero originale e gustoso. (Magari piu' avanti trovero' le parole per un titolo piu' convincente).
Le parole....  Se ci pensiamo un attimo noi comunichiamo col resto del mondo solo con le parole, scritte o dette che siano.  Sono importantissime.
Dalla scelta delle parole da usare noi possiamo comunicare col nostro prossimo: bene o meno bene.
Per esempio se il mio interlocutore non capisce quello che ho appena detto io posso sbattergli in faccia un "Non hai capito un cz..." oppure posso dirgli "No, aspetta, non mi sono spiegato". Nel primo caso il mio messaggio viene compreso immediatamente e brutalmente, nel secondo ho modo di rispiegargli quello che volevo, magari cambiando le parole per facilitare la comprensione.
Il mio messaggio arriva in entrambi i modi, ma nel primo caso posso maldisporre l'interlocutore, nel secondo ho modo di continuare a lavorarmelo.
E nella vendita si impara presto a scegliere le parole piu' convenienti per il nostro scopo, che e' convincere all'acquisto. La scelta delle parole e' importante, facciamo un esempio.
Supponiamo che si voglia vendere un nuovo modello di aspirapolvere. Si potrebbe dire: "Signora, quel suo aspirapolvere e' preistorico, con quello lei non riesce a tenere pulita casa sua". Magari il concetto e' giusto, ma con queste parole il venditore e' riuscito in una frase sola:
1) A denigrare l'aspirapolvere della signora, che magari ne e' completamente soddisfatta;
2) Ad associare il vecchio e brutto aspirapolvere attuale alla signora (il "suo" aspirapolvere);
3) A mettere in dubbio la pulizia della casa, la "sua" casa. Qualunque persona si senta dire questa frase si mette subito, inconsciamente, sulla difensiva. E l'acquisto non la entusiasma.
Se invece si fosse detto: "Vede, con l'inquinamento che c'e' nell'aria non si puo' continuare a rischiare che acari e polvere restino nascosti. Con il nostro moderno aspirapolvere lei riuscira' a depurare e rendere piu' sana la sua casa, e anche in meno tempo". Vediamo questa frase: nella prima parte si evidenziano alcuni difetti, ma non si associano alla signora e al suo lavoro in casa, e parlando di inquinamento si evitano obiezioni: nessuno puo' negare che l'inquinamento esiste. Nella seconda parte si descrivono i vantaggi e si associano alla persona (LEI depurera', LEI avra' un ambiente sano, LEI fara' il lavoro in meno tempo.. etc.).
Insomma bisogna evidenziare i difetti -spersonalizzandoli- e personalizzare fortemente i vantaggi.
Si noti anche l'uso della parola "moderno": serve a fornire una giustificazione alla signora, che  poi raccontera' al marito che cambiare il vecchio aspirapolvere era davvero necessario.
In piu', si veda che nella parte dei difetti si e' usata una forma negativa, mentre in quella dei vantaggi si e' usata una forma positiva, piu' rassicurante.
Trucchetti da venditore, dite voi? Ma funzionano, eccome. La signora in questione ascoltando la seconda versione e' di sicuro piu' favorevole a considerare l'acquisto.
Le parole.... Se solo ci si ferma un attimo a pensare a come dire le cose, cioe' scegliendo e usando le giuste parole,  si potranno ottenere risultati migliori. Basta pensarci PRIMA di aprire bocca.

OK, OK, mi sono ancora una volta fatto prendere la mano, volevo parlare di un antipasto gustoso e sono finito sulle tecniche di vendita....
Perdonatemi la verbosita' e andiamo sull'antipasto.
E' originale (non credo di aver mai visto qualcosa di simile), e' semplice ed e' buono, un abbinamento di sapori veramente intrigante.

Forse il titolo avrebbe potuto essere: "Aspic di crema di peperone dolce con cipolline caramellate al bianco".


Ingredienti, per 6-7 porzioni
2 peperoni rossi
Brodo di carne, o vegetale
Pochissimo peperoncino
Agar-agar in fiocchi o in polvere
Cipolline sottaceto, le piu' piccole possibile
Zucchero

Preparazione
E' davvero semplice. Prima la crema di peperoni: scegliere dei peperoni rossi, i piu' maturi possibile. Anche in inverno si trovano, magari meno saporiti che in estate, ma si trovano, anche al supermercato. Lavarli bene, pulirli internamente e tagliarli a piccoli pezzi, sui 2 cm. Se credete, togliete loro la pelle con un passaggio in forno, ma non e' essenziale, con la cottura seguente non si trovera' traccia di bucce nel prodotto finale. Mettere i pezzetti di peperone in una casseruola e coprirli con il brodo. Aggiungere un minimo di peperoncino, non salare.
Far bollire fino a consumazione quasi completa del liquido. Travasare nel bicchiere del minipimer o in un buon frullatore e frullare a oltranza. Se del caso aggiungere un po' d'acqua, ma non dovrebbe essere necessario. Il risultato deve essere una crema fluida, che si possa versare bene.  Assaggiare e regolare di sale. Dare un'altra bella frullata.
Rimettere la crema in casseruola e aggiungere un cucchiaio colmo di agar-agar in polvere. Se avete agar-agar in fiocchi farli prima sciogliere in poca acqua, ma in questo caso tenere la crema un po' piu' densa.
Accendere una fiamma media, o anche meno, e portare la crema a sobbollire, mescolando di continuo. Al primo sobbollire togliere dal fuoco e versare la crema in un vassioio a bordi alti un paio di cm. Lo spessore dello strato di crema versata dev'essere di circa un cm. Per accelerare la solidificazione si puo' passare in frigo, ma non e' indispensabile, dato che -a differenza della colla di pesce- l'agar-agar solidifica anche a temperatura ambiente.
Comunque se il risultato non fosse solido abbastanza lo si puo' rimettere sul fuoco e aggiungere ancora agar-agar fino alla densita' voluta, cosa che non si puo' fare con la colla di pesce. Adoro l'agar-agar.
Una volta che la crema e' ben solida sformarla su una superficie piana e tagliarla a bastoncelli di 4-5 cm per 2. Disporre i bastoncelli su un vassoio di portata.
Preparazione del completamento di cipolline: in una padella versare 2 cucchiai di acqua e 5 di zucchero. Scaldare muovendo la padella finche' lo zucchero non si e' sciolto e comincia ad addensarsi. Attenzione: non deve colorire. A quel punto sgocciolare bene le cipolline e versarle in padella.
Muovere la padella per amalgamare cipolline e sciroppo. Se, come sara' probabile, lo sciroppo fosse troppo fluido aggiungere ancora zucchero continuando a muovere la padella. Togliere dal fuoco e attendere che scenda a temperatura ambiente. Con un paio di pinze da cucina (mollette) prelevare le cipolline e disporle sui bastoncelli.





















All'assaggio il sapore deciso del peperone rosso si sposa benisssimo con le cipolline, acidule all'interno e dolci all'esterno. I tre diversi sapori fanno di questo antipasto una originale e stuzzicante golosita'.
Sono certo che stupirete piacevolmente il vostro pubblico. Provate.

.

04/01/11

Incursione nella pasticceria di Emanuela

.



















Intanto guardatevi questa meraviglia: Torta frangipane al cacao e pere. La ricetta la troverete piu' avanti.

Chi e' Emanuela? E' una ragazza che ha una pasticceria artigiana un po' speciale a Pistoia. Speciale perche' -tanto per cominciare- fa dolci speciali, con attenzione particolare all'uso di ingredienti bio, perche' e' associata Slow Food, perche' ci si possono consultare e comprare riviste e libri su alimentazione sostenibile ed etica, bevande equosolidali, etc. etc. Fa anche corsi di pasticceria, basici e avanzati.
Fa una pasticceria anche con zuccheri integrali, che sulle prime possono sembrare poco dolci, ma che, devo ammetterlo, consentono di gustare meglio gli ingredienti, che non risultano soffocati dallo zucchero.
A questo proposito: mi ricordo che una volta volevo fare lo spiritoso con lei e a un incontro dei nostri mi sono presentato con un libro di un tale che proponeva dolci senza zucchero. Le ho fatto vedere il libro e le ho detto, ridendo: "Hai visto questo qua, che fa dei dolci senza zucchero? Che ne dici?" E lei tranquilla: "Si, lui lo conosco, e' molto bravo". Non so se la Dolce Ema ha percepito la mia ironia, certo e' che alla sua risposta mi sarei voluto scavare una buca e nascondermici. Oh, beh, come si dice: ogni brutta figura un soldo.....
Avevo gia' pubblicato qualcosa di suo, ricordate il post sui fantasmini?

Emanuela e' una ragazza che non solo fa dolci, ma e' anche dolce di carattere, tanto che noi la chiamiamo "Dolce Ema".
Il negozio poi si chiama "Dolce Peonia". Insomma, tutta una dolcita'.
Era un po' che volevo andare nel suo laboratorio, l'ho fatto l'altro giorno. Una vera incursione...


Vi presento Dolce Ema:


















Mentre parlavamo e la fotografavo non smetteva un attimo di lavorare. Stava impacchettando dei biscottini piatti con pezzetti di mandorle, da poco sfornati (non ho chiesto la ricetta, aaarrghhh).



Eccola con una parte della sua mostra di dolci e dolcetti...























Qui una crostata di frolla con marmellata di arance bio...
























Qui la famosa torta frangipane al cacao e pere...























Qui un vassoio con alcuni dolcetti...



















Da sinistra in senso orario: Tartelletta frangipane cacao e pere, Funghetto di cioco-ricotta, Tartelletta di frolla di farina di castagne con marmellata di arance bio, Mini sorriso con marmellata di albicocche bio, Mini cheese cake con marmellata di albicocca, e infine Mini cheese cake con marmellata di mirtilli.
C'erano anche delle mini meringhe al caffe', ma non sono arrivate dalla mostra al vassoietto per la foto, me le sono mangiate prima. Un'estasi, non vi dico altro...



E adesso le ricette !!




Ricetta base di pasta frolla 

Ingredienti
Farina tipo 0, 250 gr.
Burro, 160 gr.
Zucchero a velo, 100 gr.
Uova intere, 1
Tuorli, 1
Scorza di limone o vaniglia

Procedimento
Tirare fuori il burro dal frigo con molto anticipo. Lavorarlo bene a crema con gli eventuali aromi, aggiungere lo zucchero a velo e successivamente le uova ed i tuorli uno alla volta. Per ultima aggiungere la farina e lavorare quanto basta per amalgamarla.
Con un sac-à-poche munito di beccuccio rigato (bocca da 8 mm) formare dei biscotti sopra una teglia coperta di carta forno e cuocere a 180 gradi per circa 15-18 minuti. Oppure riempire degli stampini di alluminio sul fondo e formare un piccolo bordo rialzato. Riempirli poi con marmellata e cuocere.


Variante al cacao
sostituire il 10% del peso della farina con cacao amaro in polvere
In questo caso, per esempio: usare 225 gr. di farina e 25 gr. di cacao amaro in polvere. Puo' essere necessario aggiungere un poco di tuorlo in piu'.

Variante con altre farine
Sostituire 2/5 del peso della farina con altrettanta farina di mais, farro, grano saraceno, castagne, etc.
In questo caso, per esempio, 150 gr. di farina bianca e 100 gr. di altre farine.





Torta frangipane al cacao e pere

Il frangipane e' un impasto classicissimo, soprattutto in Francia -ma ormai anche da noi- a base di mandorle. Viene usato come ripieno per gusci di frolla, sfoglia o viennoiseries.
Questa che segue e' la variante al cacao, a riempire un guscio di frolla con il fondo coperto di fettine di pera, per il più classico degli abbinamenti.
E' un impasto di base col quale si possono fare molte varianti (p. es. cambiando il tipo di frutta secca usata) e che si può usare in molti modi ed abbinamenti.



















 Per l'impasto frangipane al cacao:
100 gr. di burro morbido
100 gr. di zucchero a velo
100 gr. di uova intere a temperatura ambiente
100 gr. di farina di mandorle leggermente tostata
15 gr. di cacao amaro in polvere
20 gr. di farina tipo 0

Per la torta:
pasta frolla, pere, biscotti polverizzati.

Procedimento
Lavorare il burro morbido con lo zucchero a velo e aggiungere le uova poco alla volta (questo impasto non deve essere montato ma semplicemente ben amalgamato).
Aggiungere infine la farina di mandorle mescolata con il cacao e la farina 0.
Con la pasta frolla rivestire uno stampo imburrato, tenendo il bordo un pò più alto di quanto si fa con una crostata. Mettere sul fondo dei di biscotti polverizzati (servono per non far inumidire troppo la frolla e quindi farla cuocere meglio) e le pere tagliate a fettine. Coprire con l'impasto frangipane e cuocere a 190 gradi centigradi per 40 minuti circa (temperatura e tempi di cottura sono molto indicativi in quanto legati al tipo di forno).
Decorare con piccoli biscottini di frolla e mandorle intere, ma si possono anche fare delle strisce di frolla prima della cottura come in una classica crostata.
Si possono fare anche delle piccole tartellette invece di una torta grande.



Che altro dire?  Brava Emanuela  ! ! ! !

.

03/01/11

Malesseri e propositi

Leggevo in giro per i blog che in questo periodo a volte prende una strana stanchezza 'bloggistica', una pigrizia che ostacola la produzione di nuovi post.  L'ultimo post di Elga descrive bene questo stato d'animo.
Allora non sono il solo, ho pensato.
Potrei postare una ricetta di dolci di qualche amica, ma Emanuela non mi ha ancora spedita la ricetta che aveva promesso....
Ho visto che altre amiche, come Sabrine,  hanno fatto un elenco di buoni propositi per il 2011 e mi son detto: perche' no?
E magari fare anche un bilancio dell'anno appena finito. Per il bilancio 2010 non la faro' tanto lunga: il passato e' passato ed e' sempre meglio non ricamarci troppo su. Che ho fatto?
Ho cercato di inventare ricette. Molte ne ho pubblicate e molte (le classiche ciofeghe) proprio no.
Ho partecipato a diversi contest e sono stato regolarmente segato (salvo una volta, e ancora sono sorpreso).
Ho incontrato nuove amiche sui blog e ne ho conosciute altre di persona, con sorpresa e piacere.
Ho passato una giornata insieme alla famosa Rossa e partecipato al suo corso di cucina russa.
Ho partecipato a cucinamenti collettivi assieme ad amiche gastrofanatiche come me.
Ci siamo anche ritrovati per "fettunta party" e merende (ma merende e' un eufemismo: siamo usciti che quasi rotolavamo...).
Ho conosciuto due chef molto brave, Lisa e Rossella, ho mangiato da loro e una l'ho invitata a mangiare a casa mia (ansia nel costruire un menu e realizzarlo bene...).  Sono chef donne, un inusuale misto di autorita' (necessaria a far funzionare a dovere uno staff di cucina) e di dolcezza.
Che altro? Ho costretto Anna Maria, la mia dolce (il piu' delle volte) meta' ad assaggiare tutto quello che preparavo. Ma proprio tutto, il buono e il meno buono (altro eufemismo). Ho sempre pensato: se non e' amore questo...
E Maria Luisa? E' una nostra amica e vicina di casa, anche lei si e' prestata ad assaggi senza preavviso, quando non poteva dire di no.
Insomma, un 2010 direi soddisfacente.

E adesso i buoni propositi.
Riflettevo che i buoni propositi si fanno per cercare di rimediare a qualche difetto, o al piu' a qualche debolezza. Che senso avrebbe, infatti, cercare di far bene qualcosa che gia' ci riesce bene? Ecco quindi  il rovescio della medaglia, l'esporre una lista di buoni propositi significa in definitiva esporre una lista di debolezze, e non sempre fa piacere ammetterle.
Cose che potrei fare meglio ce ne sono tante, ma qui riportero' solo quelle attinenti alla cucina, anche per accontentare Anna Maria, che sempre mi cazzia quando racconto sul blog cose private....
1 - Cerchero' di imparare a fare i dolci. Sono negato, e' vero, ma forse con un po' piu' di tenacia.... Ho anche seguito un corso di 'Dolci al piatto', tra l'altro tenuto molto bene da uno chef che si vede anche spesso in TV, ma i suoi buoni insegnamenti sono scivolati su di me come la pioggia sui paperi....
2 - Cerchero' di essere meno scorbutico quando cucino. Devo avere la sindrome "Dr. Jekill-Mr.Hide"....   Ormai Anna Maria ha imparato a tenersi alla larga dalla cucina e a non dire piu': "Ma perche' invece...". Reagisco sempre bruscamente, devo imparare a tenere la bocca chiusa.
3 - Cerchero' di essere meno invidioso di chi vince i contest ai quali partecipo. Penso di non essere il solo a pensare "Si, questa che ha vinto e' una bella ricetta, certo che pero' la mia.... Cos'ha questa piu' della mia?  Ma con che cavolo di metro giudicano le ricette?".  (Sfido chiunque abbia partecipato a un contest a dire di non aver mai avuto pensieri di questo genere...)

Troppi altri propositi ancora ci sarebbero....

Termino qua e vi auguro un buon anno, sereno e pieno di belle ricette: a presto.
.