23/11/10

Street Food ante litteram






















Qualche decennio fa a Firenze, in Via S. Antonino, accanto al mercato centrale, c'era una friggitoria.
Piccola, ma cosi' piccola, da essere minuscola. In due metri e mezzo di muro c'era il vano della porta e la finestra per la vendita. Il vano della porta era cosi' stretto che il padrone per uscire doveva girarsi di taglio. La finestra sara' stata larga forse un metro. Lo spessore del muro dove era aperta la finestra faceva da banco Siccome il pavimento della stanza era piu' alto di quasi mezzo metro del piano strada anche la finestra era piu' alta da terra di mezzo metro, cosi' che i clienti dovevano allungarsi per arrivare a prendere il loro cartoccio. Per i piccoli di statura il padrone dava il cartoccio col fritto affacciandosi (di taglio) sulla porta.
Da piccolo, avro' avuto 5 anni, a volte il nonno mi portava al mercato con se', per levarmi di casa.  Allora niente supermarket, si faceva il giro dei vari botteghini e si comprava quel che serviva. Al mercato si doveva andare spesso, nella nostra famiglia il frigorifero era di la' da venire. Anzi, ricordo che mio nonno, falegname in pensione, aveva attaccato in terrazza una specie di scatola con le pareti di retina fitta, tipo zanzariera. Era detta "la moscaiola" e serviva per tenere in fresco i cibi, almeno d'inverno. Al mercato si andava col tram e gia' per me era interessantissimo, volevo sempre stare sulla piattaforma a guardare il manovratore che, in piedi, faceva andare il tram. Fin da allora ero appassionato di macchine e macchinismi e osservavo tutto attentamente, a occhi spalancati. Ogni tanto il manovratore pestava su un piccolo pedale sul pavimento e si sentiva un DLIN, DLIN che avvisava gli altri di scansarsi.
Scesi dal tram andavamo a piedi per Via S. Antonino, verso il mercato.  Io avevo due punti dove mi volevo fermare a guardare. Uno era la norcineria dove erano appesi quarti di maiale e prosciutti e dove erano esposti due cinghialetti imbalsamati. Ora i cinghialetti sono diventati quattro e, per attirare i turisti, sono stati rivestiti in abiti rinascimentali e fatti sedere a una tavola imbandita. Trovate la foto QUI.
Piu' avanti c'era la friggitoria e li' mi volevo fermare a guardare il padrone che, sudatissimo, prendeva manciate di non so cosa e le buttave in enormi padelle fumanti. Dopo poco schiumava via dei pezzi dorati e fumanti che metteva in un cartoccio di carta gialla, a volte fatto a cono. Una spruzzata di sale (chiedeva al cliente  "grosso o fine?") e consegnava il cartoccio bollente. Il cliente se ne andava palleggiandosi il cartoccio bollente tra le mani e ogni tanto pescava qualcosa da mangiare mentre camminava.
Ero incantato, dall'attivismo del padrone e dai profumi che si spandevano a ogni frittura. Al nonno chiedevo sempre "via, nonno, si compra un po' di fritto?", ma non mi ha mai comprato niente: "Un'altra volta. Vien via, nini, vien via, glie' tardi...".
Quella friggitoria provvedeva ai clienti dello street food ante litteram. Tra le varie cose che friggeva ho il ricordo netto dell'odore del baccala' fritto, secondo me il prodotto piu' venduto.
Ai nostri (frettolosi) giorni i bastoncini di pesce si comprano surgelati e insipidi, a quei tempi si mangiavano appena fritti, saporiti, croccanti e profumati.
Oggi, per la cronaca, quella friggitoria c'e ancora, e' stata ingrandita ed e' gestita da cinesi (o coreani, o vietnamiti, chi lo sa).  Spande un tanfo di olio stantio che allontana i fiorentini, che non si fermano piu' a far la fila per un cartoccio caldo.
Come tardivo omaggio a quella friggitoria che non c'e' piu' e a quel fritto profumato ho cercato di riprodurre quello street food ante litteram.. ..






















Ingredienti per 2 persone
200 gr baccala' bagnato
2 uova
farina
pangrattato
sale

Preparazione
Spellare il baccala' gia' bagnato e tagliarlo a bastoncini quadrati spessi di un paio di cm e lunghi 7-8.  Ma chiamarli bastoncini mi sembra di squalificarli, la parola fa venire in mente certi surgelati insipidi e di composizione misteriosa.  Comunque: bastoncini piu' sottili vengono risecchiti in frittura e piu' lunghi si possono spezzare.
Sbattere le uova con un pizzico di sale, Il sale e' necessario per dare sapore al rivestimento del baccala', mentre il baccala' e' gia' salato di suo.
Passare i pezzetti di baccala' nell'uovo, poi nella farina, poi ancora nell'uovo e infine nel pane grattato.
Friggere subito in olio profondo e togliere quando sono ben colorati.
Mangiare immediatamente, e rigorosamente con le mani. Non e' necessario uscire (sarebbe o non sarebbe uno street food, un cibo da strada?), e neppure camminare per casa mentre si mangia , ma usare le mani e'  un obbligo.
Non so voi, ma a me il cibo mangiato con le mani sembra anche piu' gustoso...





















Che altro dire? Se avete fritto giustamente, ne' troppo ne' poco, i pezzetti di baccala' saranno croccanti e profumati. Io e Anna Maria li abbiamo mangiati in piedi, subito, via via che uscivano dalla padella. Ne abbiamo dati qualcuno anche a Maria Luisa, la nostra amica passata a salutarci. Sono piaciuti anche a lei.

Altro che surgelati insipidi.... Questi sono buoni, fateli anche voi.




P.S. - Il fritto -ogni tanto- non e' peccato....






Questa ricetta partecipa alla raccolta di Rossa di Sera, sugli street foods.










.

19 commenti:

  1. Sempre divertenti i tuoi racconti, bello lo spaccato di Firenze qualche anno fa!
    Buono anche il baccalà fritto!

    RispondiElimina
  2. I tuoi post sono sempre così belli da leggere tutto d'un fiato!!Anche io andavo spesso in quella friggitoria e ci compravo i bomboloni o ciambelle dolci mamma mia che bei ricordi!!!
    Complimenti ancora con questi racconti dai un'anima alle tue ricette.

    RispondiElimina
  3. Ciao,
    lasciarti un commento è naturale con l'introduzione che hai fatto.
    Mi hai fatto immaginare la Firenze di un bel pò di anni fa e.. anche se non centra nulla, mi hai fatto ripensare al mio di nonno.
    ho letto il tuo post tutto di un fiato, io condivido la tua idea sui bastoncini di pesce surgelati.. noi facciamo qualche volta il baccalà fritto ed hai ragione tu nulla a che vedere con i bastoncini.
    Anche io son toscana e qui per la maggiore però il baccalà si fà con le bietole... anche da te? :D

    RispondiElimina
  4. I complimenti sono il minimo per due motivi ok che il fritto è una goduria e quei bastoncini ti devono essere venuti da Dio ;-)
    e poi perchè da un fiorentino sarebbe venuto automatico pensare al lampredotto...invece hai trovato lo street food di nicchia...quella friggitoria quell'odore di olio fritto per buona parte del S.Lorenzo...
    Buona giornata

    RispondiElimina
  5. Che colpo qualche anno fa quando ci passai e vidi il cambiamento del mitico friggitore n° 34: il coccolo fritto insieme agli involtini primavera non si può vedere!

    RispondiElimina
  6. Che bella l'immagine di una Firenze d'altri tempi che oggi si stenta a vedere ... amo le modernità, ma il passato spesso mi fa venire un pò di nostalgia. I ricordi sono sempre più dolci, e avvolti da quel velo di emozioni e sensazioni legate ad un momento che non ritorna più. E forse è anche per questo che sono più belli ... come questi filetti di baccalà .. non c'è bastoncino che tenga !!! Manu

    RispondiElimina
  7. Corrado, mi sa che i cinghialetti nella foto sono cinque! ahahahah!...
    Che delizia il fritto!! Adoro il baccalà, ma mai mangiato a bastoncini così... sei grande, come sempre!
    Grazie e un bacione

    RispondiElimina
  8. Ciao, mi presento: mi chiamo Roberta ed ho da poco inaugurato un blog di cucina. La tua ricetta mi piace, anche perchè sono siciliana e da noi i cibi di strada fanno parte di una tradizione che fortunatamente viene mantenuta ben salda. Quindi viva i cibi di strada

    RispondiElimina
  9. Ciao! un fritto decisamente insolito ma davvero particolarissimo!
    baci baci

    RispondiElimina
  10. no, non è peccato, soprattutto se è così invitante come la tua fotografia!

    ciao corrado :)

    ps: meglio grazie, ogni giorno un pò, ma non credevo sarebbe stato così lungo il decorso....

    RispondiElimina
  11. Corrado caspiterina che ricordi era uno dei miei posti di fermata obbligati dalla gola, ora ci sono i cinesi se non mi sbaglio...
    Il tuo post è davvero goloso che infilerei una mano nello schermo ... mmm buonooo!!!

    RispondiElimina
  12. Corrado che meraviglia!! Bravo e competente come sempre, le tue storie sono piacevolissime!!
    Che buone poi qulle schegge di baccalà, io adoro il baccalà!!!
    Molti complimenti

    RispondiElimina
  13. Buono il baccalà fritto , a scottadito ! Certo che fatto a casa e...mangiato in giro per il corridoio , non è come mangiarlo a zonzo per la città ...anche le coccole che facevano in Sant'Egidio...fanno parte dei ricordi cittadini ante ...diluvio...

    RispondiElimina
  14. Che meraviglia. Corrado, mi hai fatto tornare in mente la mia infanzia, quando i miei genitori avevano ancora il negozio di abbigliamento per bambini in via borgo san Lorenzo, e il pomeriggio andavo con la mamma da Steni, il salumiere fantastico che vendeva cose buonissime, aringhe, prosciutti, schiacciata...Quella friggitoria io me la ricordo per i bomboloni, la mia grande passione! Bellissimo il tuo racconto!

    RispondiElimina
  15. Sempre interessante la storia del cibo e della sua preparazione, attraverso la testimonianza
    diretta dal mondo dei propri ricordi ....
    Complimenti, Corrado. Un bel post sullo street food.

    RispondiElimina
  16. Ciao Corrado, ho saputo ora della vincita del contest, e avendo letto il tuo racconto debbo dire che è veramente un bel racconto, per pochi minuti mi è sembrato di immedesimarmi anche io in quel tram e in quel mercato! Peccato per il non lieto fine ;-) ciao!

    RispondiElimina
  17. Ciao Corrado,
    mi hai davvero colpito con questo racconto,
    anche perchè mi sono subito accorta che io conosco l'ex proprietario della friggitoria ! Naturalmente gli farò subito leggere il tuo racconto e penso che gli farà immensamente piacere vedere che è ricordato con così tanto affetto dalle persone, non solo, che tu hai vinto anche il contest grazie a questi ricordi. Ciao Caterina
    ps: Complimenti x il sito.

    RispondiElimina
  18. Un racconto affascinante,carico di bei ricordi e di cose buone da mangiare. Vi confesso un segreto, ma per carita' non ditelo ai miei figli, a me tutto il fritto piace mangiarlo con le mani...

    RispondiElimina