23/10/09

Egitto, Parte Seconda


















Questa e' un'altra immagine emblematica dell'Egitto: un poliziotto che aspetta la fine del turno. Al Cairo c'e' un poliziotto ogni 100 metri, e non e' un modo di dire: proprio ogni 100 metri. I poliziotti normali hanno l'uniforme bianca, mentre quelli con l'uniforme nera sono della sicurezza antiterrorismo, persone dall'aria molto sveglia e con lo sguardo in continuo movimento.
Dovete sapere che i movimenti islamici integralisti puntano a distruggere l'attuale ordinamento sociale e politico egiziano per instaurare un regime strettamente religioso, di tipo fanatico. Siccome il turismo e' una delle principali risorse dell'Egitto (il 20% delle entrate) ecco che questi gruppi tentano di danneggiarlo con atti terroristici. Senza le entrate del turismo l'intero sistema Egitto collasserebbe e renderebbe possibile instaurare un governo religioso di tipo talebano. E' per questo che in giro si vede cosi' tanta polizia: non per la criminalita' di strada, che comunque non esiste perche' non e' nel DNA dei normali egiziani, ma proprio per proteggere le attivita' turistiche.
E' per questo che da molti anni non si verificano atti di terrorismo. Al Cairo oltre al poliziotto ogni 100 metri e a quelli presenti agli incroci piu' importanti si vedono spesso postazioni come quella della foto sopra. Si riconoscono dal casottino per ripararsi dal sole, dalla bottiglia dell'acqua, dal riparo antiproiettile nero e dall'aria stravaccata dei poliziotti costretti a stare al caldo tutto il giorno. Anzi, all'interno del gruppo dicevamo: noi per venire qui a vedere i monumenti e a soffrire il gran caldo abbiamo anche pagato, loro invece sono obbligati.
Tutti i poliziotti hanno una pistola e moltissimi hanno in piu' un Kalashnikov (il famoso AK47). Molti altri hanno una mitraglietta moderna. Devo dire che gli AK47 non sembrano in buono stato di manutenzione, mentre le mitragliette sembrano pulite e ben tenute, pronte all'uso. Comunque sia l'impressione che il turista ritiene e' di sicurezza e protezione. In piu' di questi ci sono poi i poliziotti in borghese, che girano continuamente tra la folla. Per questi la cosa e' curiosa. Dovete sapere che si riconoscono facilmente da tre cose: sono grandi e grossi (misura armadio), vestono sempre in giacca e cravatta (sono gli unici!!) e dal dietro della giacca spunta il caricatore della mitraglietta. Mentre io e Anna Maria esploravamo il mercato di Khan el Khalili (splendido, ne parlero' piu' avanti) uno di questi in borghese ha attaccato discorso con noi, tranquillamente. Alle nostre osservazioni rispondeva che, si, lo sanno di essere riconoscibili, ma proprio per questo eventuali terroristi stanno molto alla larga.
Come dicevo, in Egitto non ci sono atti terroristici da molti anni, ed e' proprio per la presenza capillare di tanta polizia. In una nazione come l'Egitto, poi, dove c'e' anche tanta disoccupazione, la polizia da' lavoro a molti giovani e anzi un posto in polizia e' una cosa molto ambita.
Poi ci sono i poliziotti coreografici, come quelli della foto sotto, montati su dromedari rigorosamente bianchi.


























































I dromedari bianchi sono piuttosto rari, di solito sono marroni o grigi. Ma per questi poliziotti sono necessari bianchi, cosi' da presentare al turista anche del colore locale aggiuntivo. Mi dicevano che per questi poliziotti un mezzo a motore sarebbe inutile perche' su quel terreno sabbioso e roccioso resterebbe subito bloccato, mentre il dromedario non sara' velocissimo, ma non si ferma mai. E io che pensavo che i dromedari fossero li' solo per farli fotografare dai turisti!
A proposito lo sapete come si fa a distinguere i cammelli dai dromedari? Tutti sappiamo che ci sono animali con due gobbe e animali con una, ma quali sono i cammelli e quali i dromedari? Semplice, basta contare le "m": un cammello ha due "m" quindi e' quello con due gobbe, mentre un dromedario ha una "m" sola e quindi ha una gobba sola. Ovviamente e' una regola che vale solo per gli italiani, ignoro come si regolino all'estero.






















Mi dicono che i cammelli sono capricciosi e con poca voglia di lavorare, mentre i dromedari sono piu' mansueti e facilmente addomesticabili. Salvo che non abbiano un piccolo con loro, perche' allora se molestate le madri diventano feroci, attaccano con gli zoccoli e con i morsi. Questo non me l'ha detto il poliziotto, l'ho visto in televisione (della serie: Corrado non ti allargare troppo...).
Comunque sia, a me questi dromedari paiono anche belli. L'unica cosa e' l'odore penetrante, ma non si puo' avere tutto.

























Per concludere sull'aspetto sicurezza: sappiate che per entrare in tutti gli alberghi sopra le due stelle e per accedere a tutti i siti archeologici si deve fare la fila e passare al metal detector. E non scherzano: quando sentono il BIIP non e' che vi fanno togliere qualcosa e vi fanno ripassare, no, vi perquisiscono proprio. Non sono mai stato perquisito tanto come in questi giorni. Per le donne c'e', di solito, una poliziotta donna (in veste lunga e velo) che all'occorrenza fa la perquisizione in una stanza apposita, o in una tenda. Pero' le turiste difficilmente vengono perquisite: siccome di solito portano tutto nella borsa, basta che passino questa all'apparecchiatura a raggi X.
Molti turisti sbuffano per le attese e per le perquisizioni, ma e' in questo modo che resta tutto sicuro, per turisti ed egiziani.


Parliamo adesso di mance. Prendete nota che dare mance ai poliziotti e' vietatissimo, ma anche che loro accettano volentieri dei piccoli regali. Per esempio le penne biro. Quello sul dromedario con il quale ci siamo fotografati ha molto gradito una penna biro italiana.
E quello della foto sotto, uno dei tanti dentro il mercato di Khan el khalili, sta provando, contento, uno degli orologi che l'orefice sulla destra tiene affastellati in mano. Si capisce che al poliziotto verra' fatto un sorprendente sconto.




























La mancia (bakshish) e' praticamente un obbligo sociale: quando volete fotografare qualcuno (non i comuni passanti), quando andate al gabinetto, quando all'aeroporto o in albergo il facchino vi strappa la valigia di mano per portarla al pullman 20 metri piu' in la', e in tante altre occasioni, vedrete la mano che si protende verso di voi, a palma aperta. Potete anche dare 10, 20, o 30 centesimi, ma vi guarderanno come dire "ma via..." e vi diranno a bassa voce "Un Euro" (tra loro gli egiziani gridano sempre, mentre con i turisti parlano sempre a voce bassissima). Ma se non gli aggiungete altre monete, o non date loro alcuna mancia, non insisteranno. Considerate che con gli stipendi bassi che hanno un Euro e' per loro un aiuto prezioso, quindi vi consiglio di non essere avari.
Con un'unica seria eccezione, pero'. In Egitto non ci sono mendicanti, quindi non verrete disturbati da individui insistenti e biascicanti, ma ci sono i bambini, che con i loro con occhi e i loro modi inteneriscono tutte le turiste. Non date mai soldi ai bambini! Intanto perche' non sono loro a goderseli, ma i genitori, ma soprattutto perche' un bambino che porta soldi a casa non conviene mandarlo a scuola, e quel bambino -senza istruzione- da grande sara' un paria.
Semmai riempitevi le tasche di caramelle: ai bambini piacciono molto di piu' dei soldi. Con quelle li farete felici.
Il ritornello "Un euro" vi suonera' nelle orecchie per tutta la permanenza, tanto che anche i componenti del nostro gruppo quando qualcuno chiedeva una qualsiasi cosa ad un altro si sentiva rispondere scherzando "un euro!".

Una curiosita': gli egiziani sono abilissimi nell'indovinare la nazionalita' dei turisti. Spesso vi grideranno dietro, col pollice alzato e con un gran sorriso "Italia....Uno!!!". Non per chiedervi qualcosa, ma cosi', solo per simpatia.

Adesso voglio parlare delle donne egiziane. Si vestono in tre modi: all'occidentale (e non sono molte), con la veste lunga e il velo a coprire la testa (e sono la maggioranza), e infine con gli abiti-scafandro (tipici delle mussulmane integraliste). Secondo gli integralisti la donna deve essere tutta coperta, dalla testa ai piedi, deve persino avere i guanti perche' di se' non deve mostrare altro che gli occhi. Queste donne sono una minoranza e vengono guardate dagli altri egiziani se non con riprovazione, ma almeno con un certo fastidio. Certo integralismo in Egitto prospera tra le persone con poca o nessuna istruzione. Attualmente in Egitto la percentuale MEDIA di analfabeti e' circa del 20% ma e', appunto, una media, perche' la percentuale di analfabeti tra le donne e' altissima.
Un discorso sulle religioni ci porterebbe troppo lontano, aggiungo solo che gli egiziani sono per un 80% mussulmani sunniti e il restante 20% cristiani copti, una setta ortodossa. Abbiamo chiesto come si regolano con le festivita' religiose e l'attivita' lavorativa, visto che i mussulmani hanno come giornata festiva il Venerdi e i cristiani la Domenica. Semplice: c'e' moltissima tolleranza. La domenica i copti (giorno lavorativo per la maggioranza mussulmana) possono entrare a lavorare alle 10, essendo le ore precedenti disponibili per la messa. E' tradizione che il cristiano copto all'uscita dalla messa compri un pane benedetto (circa mezzo chilo) e che se lo porti al lavoro, dove ne offrira' un piccolo pezzetto a tutti i colleghi, in segno di amicizia. Questi, anche se mussulmani osservanti, lo accettano di buon grado in segno di tolleranza e amicizia verso chi ha una diversa religione.
Tutti noi pensiamo che i mussulmani siano settari e insofferenti verso gli altri: questo e' vero solo per una piccola minoranza fanatica, mentre tutti gli altri egiziani sono un po' come molti cattolici, cioe' non assiduamente praticanti. Aggiungo che le moschee in cui ho sbirciato durante una qualsiasi delle 5 preghiere giornaliere erano quasi vuote. E anche all'aperto non ho visto folle che si prostravano sul marciapiede, come invece ho visto a Milano. In generale c'e molta tolleranza. Almeno tra i sunniti, mentre i mussulmani sciiti (Libano, Iran, per esempio) mi dicono che siano ben altra cosa. Non so, devo credere a quello che mi dicono e che vedo.

Ma torniamo alle donne. Quelle vestite con la veste lunga e col velo che incornicia la faccia hanno, secondo me, una naturale bellezza.
Guardate nella foto sotto queste due donne e quindi, in quella successiva, un particolare della piu' giovane.






























































Visto lo sguardo della piu' giovane? E' il tipico sguardo delle egiziane.
Un po' di trucco aiuta, certo, ma l'impressione e' di naturale bellezza. Forse e' anche il fatto che veste e velo concentrano l'attenzione di chi guarda sui tratti della faccia.

Nella foto seguente una turista e' in posa accanto a una donna che vende souvenir al mercato. Guardate nella foto successiva l'ingrandimento della venditrice: non e' bellezza, questa?

























































Per quanto riguarda invece la turista posso solo dire che la vedo giornalmente. Siamo sposati da 36 anni, lo so gia' che e' bella...


E, ancora sotto, Anna Maria con due donne nubiane, sud dell'Egitto verso il Sudan. Sono madre e figlia. Guardate il trucco agli occhi della madre e la spontaneita' della figlia. Non sono splendide?






































Ci dicono che le donne mussulmane in casa propria si sbarazzano della veste e del velo e che sono liberissime di vestire come credono. E ricordo di aver letto che il nord Africa e il medio oriente sono i mercati dove si vende piu' biancheria intima in assoluto, ma di quella costosa, molto molto chic. Tutta rigorosamente bianca, per creare contrasto con la pelle ambrata.


Cambio ancora argomento (non vorrei sembrare assatanato): parliamo di animali.

Ricorderete la leggenda secondo la quale un gatto si era addormentato sul mantello di Maometto, che si era seduto a riposare. Quando Maometto dovette alzarsi per proseguire il cammino non volle svegliare il gatto, ma preferi' tagliare il suo mantello lasciando dormire il gatto sul pezzo di mantello rimasto.
Le leggende non nascono per niente ed e' un fatto che ancor oggi i gatti godono dela benevolenza dei mussulmani. Intendiamoci: le scatolette non gliele compra nessuno, ma qualcosa gli danno sempre da mangiare. Nelle foto sotto, alcuni gatti al Cairo e a Luxor.










































































E i cani? Purtroppo per loro i cani non godono della stessa benevolenza di cui godono i gatti. Anzi, nella cultura araba il cane e' disprezzato e scacciato. Se vive, meglio per lui, ma non puo' contare su alcun aiuto umano. Penso che esistano poche cose peggiori che l'essere nato cane in un paese mussulmano. Da tenere presente, nel caso si creda alla reincarnazione.
Credo che quando un arabo dia del cane a un altro arabo, questo venga considerato un'offesa spregiativa. Forse ricorderete qualche vecchio albo di Topolino dove il solito arabo armato di scimitarrona gridava "Muori, cane!".
Se ho capito bene la pronuncia, e se ho trascritto bene quello che ho capito, "kalb" significa cane e "Beni el kalb" significa "Figlio di un cane", altra offesa spregiativa.
Ecco cosa abbiamo fotografato appena fuori del Cairo. E non era l'unico caso....


































Ma ai nubiani, gente originale, piacciono i coccodrilli. Tanto che quasi ogni famiglia tradizionalista che abiti sul Nilo ha il coccodrillo di famiglia. Nella casa dove siamo andati in visita ne avevano addirittura quattro, di cui tre in una bella vasca posta in un cortile ombreggiato. Il quarto era in una vasca separata, era ancora troppo piccolo e non era stato messo insieme agli altri per evidenti motivi.
Ecco qua sotto i tre coccodrilli di famiglia.






















Basta, mi sono dilungato anche troppo, il prossimo post sara' sulla pasticceria egiziana, che ho trovato sorprendentemente buona.

Ciao :-)


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4 commenti:

  1. Corrado, a te ed Annamaria il mio GRAZIE per essere riusciti a farmi volare in Egitto. Complimenti per il reportage, molto istruttivo. Fate proprio venire voglia di partire.
    Buon week end. Virginia

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  2. Bellissimi questi tuoi diari di viaggio. Davvero scopro un egitto di cui tanti amici che lo hanno visitato non mi hanno parlato.
    E di certo non mi hanno mai parlato della pasticceria, quindi attendo con ansia il prossimo.
    Albertone

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  3. che bello mi fai rivivere dei bei momenti passati.....nel lontano 95!!
    l'hai trovata poi la ricetta del ciambellone all'acqua?comunque è il mio commento 41 del 30 settembre sul cavoletto.

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  4. Che meraviglia l'Egitto, spero di tornarci con la mia famiglia!! Complimenti per il blog!

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