Questo soufflé partecipa all'MT Challenge di Marzo, QUI.
L'MTC e' gia' troppo noto per stare a descriverlo, per cui passo direttamente a descrivere questo soufflé. E' il mio secondo per MTC.
Quando un pigro come me pensa di partecipare all'MTC va a finire che ogni giorno si dice: "Lo faro', certamente, ma oggi non mi va".
Ecco che allora verso la fine del termine il pigro di cui sopra si guarda le ricette degli altri e scopre che (oh, cavolo!) sono gia' stati utilizzati tutti i possibili ingredienti. Come fare qualcosa di nuovo?
E, improvviso, il pensiero stupendo: "Aspetta un po', ma la Pasqua e' vicina. Improvvisero' qualcosa di pasquale".
Per prima cosa ho cercato degli stampi monoporzione a forma di colomba, giusto per stare in tema. Ho cercato ovunque ma non li ho trovati.
O meglio: li ho trovati, ma fatti col solito rivestimento cartaceo da forno.
Il bordo era troppo basso e, siccome il soufflé deve essere alto, ho scartato gli stampini da colomba e sono tornato ai soliti ramequins.
Adesso pensiamo al "dentro" del soufflé: non puo' essere dolce come la classica colomba, ne' contenere canditi, ne' essere guarnito da quelle golose mandorle dolci.
Mandorle? Aspetta un po': usero' quelle salate, da cocktail, e il sale delle mandorle esaltera' il sapore del soufflé.
Come salsa usero' qualcosa di asprigno e colorato, il karkade'.
E vai, sono partito !!
Il karkade', questo sconosciuto
Non e' altro che un infuso di parti di fiori di ibisco secchi. In Italia arrivo' negli anni '30, ai tempi della guerra d'Abissinia, oggi Etiopia.
A seguito dell'inizio di quella guerra l'Italia, in quanto paese aggressore, venne sottoposta a delle sanzioni economiche. Quelle sanzioni vietarono all'Italia di esportare all'estero i suoi prodotti e di importare dall'estero altri prodotti. Inizio' l'autarchia e l'Italia si dovette arrangiare.
La guerra fini' dopo pochi mesi, anche con uso da parte italiana di armi chimiche, e l'Italia si autoproclamo' "Impero". Per approfondire l'argomento della guerra e delle sanzioni, argomento oggi ridotto a due-tre righe nei nostri libri di storia (senso di colpa?), si puo' leggere QUI
Comunque sia i soldati tornando in patria portarono il karkade' che in tempi di autarchia sostitui' egregiamente il te'. Una curiosita': il karkade' in USA e' noto come "Italian tea", il te' italiano.
Ho usato il karkade' anche come colorante alimentare naturale, in un mio passato post, QUI
E comunque notizie generali sul karkade' si trovano su Wikipedia, QUI
Salsa al karkade'
In un brodo di verdura leggero far bollire abbondanti fiori di ibisco secchi, fino a ridurre il liquido a un terzo. Con la riduzione il colore rosso si concentra in un viola molto scuro, quasi nero. Filtrare e lasciare fermo per almeno un giorno. La salsa risultante sara' un po' densa.
Il sapore e' fortemente asprigno e aromatico, tale da accompagnare bene, per contrasto, preparazioni non saporitissime come i soufflé.
Il souffle'
Per prima cosa procurarsi delle mandorle salate gia' confezionate, sono quelle che si ritrovano nelle vaschette durante gli happy hour. Tritare finemente quelle mandorle, ma non cosi' tanto da ridurle in farina.
Per la preparazione dell'impasto per il soufflé (essendo io un absolute beginner) vi rimando al post di Fabiana del Nero, gia' vincitrice di MTC e grande professionista. Guardate QUI e tenetelo come vangelo.
Una volta preparato attentamente l'impasto, e le cocottine gelide, si procede versando un dito di impasto e spolverando con il trito di mandorle salate. Altro dito di impasto e altra spolverata di mandorle, procedendo cosi' fino a un po' piu' di 3/4 dell'altezza della cocottina.
Vi sembra uno strano modo di procedere?
E' perche' in questo modo chi mangera' il souffle' non trovera' un sapore uniforme dal principio alla fine, ma trovera' invece dei picchi di sapore, via via che procede. E' uno dei miei trucchi preferiti per aumentare la golosita'.
Se obiettaste che il trito di mandorle potrebbe affondare nell'impasto state tranquilli: con un trito sufficientemente fine e un impasto denso come dev'essere, questo non succede.
Guarnire la sommita' con qualche mandorla salata intera e infornare.
Devo riferire che quando ho appoggiato la prima mandorla intera ho visto che cominciava ad affondare. Sembrava una persona finita nelle sabbie mobili, mancava solo che si mettesse a gridare aiuto, aiuto!
L'ho salvata subito e ho poi cercato di diminuire il peso tagliandola a lamelle. Piu' facile a dirsi che a farsi, ho sbriciolato moltissime mandorle prima di ottenere due o tre lamelle decenti.
(Devo anche confessare che mi sono mangiate tutte quelle briciole).
Infornare e stare a guardare.
Questa volta il temuto afflosciamento non c'e' stato, perche' (io furbo) ho aumentato leggermente la dose di maizena. Il risultato e' stato un bel turgore. Quasi fallico, se mi si passa il paragone.
All'assaggio l'impasto e' soffice e leggero. pur se denso. Il gusto rotondo dell'impasto viene ravvivato dalle briciole salate di mandorla che via via si incontrano e sorprendono, per sapidita' e croccantezza.
Insomma, penso di aver inventato il soufflé croccante.
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