Nei giorni scorsi era troppo caldo anche solo per pensare a qualche ricetta, figuriamoci poi per cucinare.
Pero' ogni tanto siamo graziati da qualche giorno piu' fresco (adesso sta tuonando, forse piovera') e il cervello si rimette in moto, i fornelli non sono piu' un tabu' (la rima non era voluta).
E poi basta con le insalate e con altre consuete preparazioni estive! Sara' anche perche' io sono un pastaio, ma dopo un periodo senza pasta io vado in astinenza, e divento capace di tutto. Quindi? Spaghetti!!!!
Allora oggi vestiamo degli spaghetti di giallo e andiamo in cerca di sapori nuovi. Il colore di oggi e' giallo, magari in futuro se ho tempo e voglia provero' tutti i colori dell'arcobaleno. Ehi, potrei lanciare un contest: "Spaghetti nell'arcobaleno"!!!. Vedremo.
Sul colore giallo si potrebbe scrivere un trattato. Intanto il giallo e', insieme al rosso, uno dei colori piu' visibili. Per questo erano/sono gialli i taxi e sono ancor oggi gialli gli scuolabus, per facilitarne la visibilita'. Proprio per la buona visibilita' il giallo e' stato associato a situazioni di pericolo o di possibile pericolo, come la bandiera gialla che in marina significava epidemia a bordo, o in Formula 1 per indicare un'improvvisa situazione di pericolo potenziale. Anche in natura il giallo richiede attenzione e cautela: gli animali piu' velenosi hanno delle macchie di colore giallo vivo che significano: stammi lontano e non rompere. Anzi, alcuni animali non velenosi, ma sicuramente delle prede, hanno sviluppato delle macchie o delle strisce gialle proprio per far credere ai predatori di essere velenosi e percio' essere lasciati in pace.
Nel dialetto napoletano per dire di aver avuto paura dicono "ho fatto il giallo", almeno cosi' mi hanno fatto sapere. Forse qualche lettrice di Napoli puo' confermare. A proposito di Napoli e del suo dialetto: oggi Lydia ci ha insegnato un nuovo termine, dicendo che lei e' "accozzicata al forno", intendendo attaccata al forno come una cozza allo scoglio. Ecco, io in questo momento (e sul lavoro per larga parte della giornata) sono "accozzicato" al PC.
In Italia sono famosi i romanzi "gialli", che nell'immaginario collettivo identificano ormai il genere poliziesco. Interessante notare che il poliziesco e' associato al colore giallo solo in Italia, mentre all'estero dicono piu' banalmente "romanzo poliziesco".
In Italia i romanzi gialli nacquero negli anni venti, furono sospesi per la guerra e ripresero poco dopo. Il primo romanzo del dopoguerra (basta con l'autarchia!) era su Perry Mason.
Ecco la copertina della ristampa del numero 1, l'originale e' praticamente introvabile.
A me il colore giallo mette solo allegria e un bel risotto alla milanese mi tira proprio su di morale. E allora perche' non pensare a degli allegri spaghetti gialli?
Intanto vi dico cosa NON ho utilizzato: niente peperoni gialli, niente pasta di mais, niente pomodori gialli, niente spaghetti di Franciacorta (notoriamente giallissimi di natura).
Non li ho usati perche' non li avevo. Infatti ho guardato in frigo e di giallo avevo solo carote (vabbe' erano sull'arancione, ma non poi tanto, potevo definirle "giallo scuro") e qualche limone.
Razzolando tra le confezioni di spezie ho trovato zafferano e curcuma. Ho scartato lo zafferano perche'... perche' si, e ho scelto la curcuma.
La curcuma e' anche usata in erboristeria per guarire diversi malanni, guardate pure su Wikipedia.
Con questi poveri ingredienti, poveri di numero intendo, ho cercato di fare qualcosa di inusuale e non potendo basarmi sull'abbondanza degli ingredienti ho pensato di giocare sulle consistenze. Ormai mi conoscete, se non faccio qualche esperimento non mi sento a mio agio.... I risultati sono i piu' vari. Anna Maria direbbe "gioie e dolori", ma a fare pasta al burro sono tutti buoni.
A proposito di pasta e burro qualche volta provero' a raccontarvi la speciale pasta al burro dell'Harry's Bar", in Calle Vallaresso.
Basta ciacole, 'ndemo...
(i veneti mi perdonino)
Ingredienti per 2 persone
180 gr spaghetti buoni
4 carotone
3 cucchiaini di curcuma in polvere
Peperoncino rosso
1 spicchio di aglio
Buccia di limone grattugiata
Olio evo
Preparazione
Tritare le carote a piccoli pezzi, praticamente a misura di battuto. Salvarne un paio di cucchiai e mettere il resto in tre dita d'acqua salata e far bollire per un 10 minuti, giusto per ammorbidirle.
Scolarle e frullarle con poca acqua di cottura e olio evo a filo, deve risultare una crema ben fluida. Assaggiare e regolare di sale, senza timidezza.
Mentre gli spaghetti cuociono, in una padella grande abbastanza da poterci saltare la pasta mettere abbondante olio evo, 2 spicchi interi di aglio e un pezzetto di peperoncino. Sul peperoncino: alla fine si dovra' sentire un'ombra di piccante, regolatevi voi.
Far soffriggere a fuoco basso, con lo scopo di insaporire l'olio. Alla fine togliere l'aglio. Mettere anche a scaldare a parte la crema di carote. Nel frattempo la pasta dovrebbe essere ormai cotta ben al dente. Scolare gli spaghetti, tenendo da parte un mezzo bicchiere d'acqua di cottura, e metterli in padella dove c'e' l'olio insaporito. Padellare un minuto a fuoco alto, poi aggiungere l'acqua di cottura nella quale si sara' fatto sciogliere la curcuma. Padellare alquanto, per far ritirare il liquido e far diventare la pasta ben croccante, quasi dura. Mettere la crema di carote sul fondo di ogni piatto, a specchio.
Prelevare gli spaghetti con le apposite pinze, in modo da scolare l'eventuale olio in eccesso, e impiattare. Sopra, far cadere i pezzettini di carote che si erano tenuti da parte e la buccia di limone grattugiata.
Istruzioni per l'uso: dopo aver ammirato il gioco di colori armatevi di forchetta e dateci dentro. All'assaggio si notano diversi contrasti: l'aromatico amarognolo della curcuma con il dolcino delle carote, poi la croccantezza della pasta (dovrebbe quasi scricchiolare) con l'avvolgente morbidezza della crema di carote, il cricchiare sotto i denti dei pezzettini di carote e la freschezza del limone.

Insomma un festival di contrasti. Piatto -tutto vegetariano- che a noi e' piaciuto moltissimo, tanto che io e Anna Maria ce lo siamo mangiato anche freddo, dopo le foto di rito. Ce lo siamo mangiato in piedi, ognuno attingendo velocemente con la forchetta al piattone di portata.
Al solito, alle ultime forchettate abbiamo rallentato il ritmo, in modo da poter dire, con finto disinteresse: "finisci pure tu...".
Scherzi a parte: era buonissimo, specie il contrasto tra il croccante della pasta e la morbidezza della crema. Che soddisfazione che da' un bel piatto di pasta!
Hasta la pasta a tutti :-)
.