29/01/10

Bruscitt in camicia e con la giacca




















Dopo aver visto il Bruscitt di Babs ho pensato bene di rifarlo, MA.. (me, voi mi conoscete, no?) l'ho voluto fare un po' fuori dalla tradizione.
Gia' dalla foto si capisce che ha una camicia di verdura e una giacca di sfoglia. E' venuto buonissimo, si puo' consumarlo tutto e subito, o anche conservarlo in frigo per qualche giorno e riscaldarlo in forno al momento del bisogno (quando cioe' e' tardi e nessuno ha voglia di spadellare niente).
Per onesta' devo dichiarare che questa e' stata una co-produzione Corrado-Anna Maria. Piu' precisamente una co-produzione alternata, del tipo: uno lavora e l'altro suggerisce "ma perche', invece, non fai...", poi le posizioni lavoro/suggerimenti vengono scambiate, e via cosi' finche' uno dei due non perde la pazienza....
La versione della foto e' una versione con ingredienti un po' diversi da quelli che leggerete qui sotto, ma siccome l'aspetto esteriore e' identico l'ho usata senza rimpianti.

I lombardi mi perdoneranno questa eresia perpetrata ai danni del sacro Bruscitt, ma e' venuto cosi' buono....

Ingredienti per 2-3 persone
1-2 rotoli di pasta sfoglia
400 gr circa di macinata di manzo
50 gr di salsiccia o salamella
300-400 gr di spinaci bolliti
1 cipollona rossa
2 foglie di alloro
1 bicchiere di vino bianco
2 bicchieri di brodo di carne
Timo fresco
Semi di sesamo
Olio evo

Preparazione
Lavorare mescolando con le mani la macinata di manzo e la salsiccia. In olio evo far soffriggere la cipolla tritata finemente, a fuoco vivo. Quando la cipolla e' colorita, aggiungere le foglie di alloro e la carne, facendola rosolare e mescolando spesso, in modo che tutta la massa prenda lo stesso calore. Dopo una decina di minuti versare il vino bianco e farlo evaporare, quindi versare il brodo, abbassare la fiamma e far cuocere pian piano per una mezzora. Se l'insieme si secca aggiungere altro brodo. Poco prima della fine cottura assaggiare e salare.
Far freddare, quindi cospargere di abbondante timo fresco e mescolare bene. Togliere le foglie di alloro!
Portare il forno a 180 gradi. Stendere due rettangoli di sfoglia, metterci sopra uno strato di spinaci bolliti, strizzati e leggermente salati, quindi al centro la carne. Gli spinaci servono per evitare che in forno la carne si secchi troppo, e naturalmente anche per fornire le fibre. Pressare degli spinaci anche sopra la carne.
Arrotolare le sfoglie a formare due fagotti schiacciati e chiuderli bene. Un solo fagotto sarebbe troppo spesso e non cuocerebbe bene. Praticare sulla pasta dei tagli obliqui, distanti 3 cm circa l'uno dall'altro, serviranno per far sfiatare il vapore in eccesso. Con un pennello spalmare i fagotti con olio evo, quindi far cadere abbondanti semi di sesamo e un po' di sale fine.
Infornare per 30-40 minuti o finche' la pasta non viene croccante e bella colorata.

Se fossimo in stagione di picnic si consumerebbe bene anche freddo, ma adesso, per la stagione che e', va consumato caldissimo. E' anche adatto da presentare, a fette, in una cena in piedi.
E' un piatto completo, in quanto a carne, carboidrati e verdura.
























E' anche tanto buono.....


A presto :-)

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27/01/10

Calamarata in crema di baccala' e peperoncini verdi dolci





















Come dicevo ad Alex sto entrando nel mio periodo baccala'. Sara' il freddo, sara' che ho sempre associato il baccala' all'inverno, ecco che me ne e' rispuntata la voglia. E poi, non volevo crederci, noi italiani siamo i piu' grandi consumatori al mondo di baccala' (fonte: Wikipedia, guardate pure).
Sarebbe da comprarlo salato, e da tenerlo a bagno per una notte con un filino di acqua corrente (ma c'e' chi usa il latte). Gia', sarebbe la forma canonica, ma quando al supermercato ho visto del baccala' dissalato, lavato e spellato, confezionato in vaschette in atmosfera sterile, beh, non ho resistito alla voglia di provarlo.
Sono sempre un po' diffidente dei cibi gia' preparati, ma del resto non sappiamo neanche come e' stato trattato il baccala' che compriamo gia' salato.
A questo proposito mi ricordo di quando ero piccolo e seguivo mio nonno al mercato centrale (vo' venire, si va'n S.Lorenzo, cosi' tu ti levi di 'asa?): per la mano al nonno ("un' ti perdere") mi guardavo intorno un po' frastornato, gente che passava con dei quarti di bue sulle spalle, rumore, folla. Frastornato, si, ma ben presente, osservavo tutto, un cinquenne con gli occhi spalancati. Mi ricordo che in un angolo di un banco, dove vendevano riso, fagioli, granturco, farina, tutto ancora a peso, c'era dello stoccafisso (sempre merluzzo, e', ma disseccato, non salato). Ammazzettato, e legato per le code con dello spago, con le carcasse che si aprivano a ventaglio. Alcuni mazzi erano appesi sopra le teste del proprietario, li' a dondolare, molto scenici, attiravano l'occhio di chi passava Molti altri mazzi erano invece accatastati per terra, su un lato del banco.
Gia' questo mi aveva colpito, la mamma ci diceva sempre che per terra "c'e' sudicio", ma ricordo bene che un cagnetto di razza indefinita, al guinzaglio di una signora che stava parlando col proprietario, annuso' ben bene quel mucchio, poi ci alzo' sopra la zampetta e....
Lo dissi al nonno "oh nonno, guarda icche' fa' qui' cane!" e lui mi disse "e un'importaa, tanto si coce". Non ero convinto allora e non sono convinto adesso, questo per dire che ancor oggi vorrei tanto sapere come arrivano a noi certi cibi. Ma tant'e', prima o poi bisogna pure fidarsi.
Bene, il baccala' del supermercato: a casa ho aperto la vaschetta e ne ho assaggiato un piccolo pezzo, cosi' com'era. Io sono di quelli che assaggiano a crudo prima di decidere come cucinare, sono fatto cosi'.
Quel baccala' era squisito, sapeva di mare, di vento, di freddo. Era molto saporito, questo si, ma per la sensazione di freschezza avrebbe benissimo meritato di finire in un sashimi, o in un sushi. Entusiasta, ho provato a convincere Anna Maria ad assaggiarlo, ma non c'e' stato verso.
Come cucinare questa bonta'? La confezione era piccola, per fare una pietanza avrei dovuto comprarne 3 o 4, ma io -diffidente- ne avevo comprata una sola.
Allora si va con un primo! Erano avanzati dei peperoncini verdi dolci (fuori stagione, ma i supermercati sono belli per questo) e avevo appena acquistato un vasetto con una pianta di timo (da noi ne va via un vasetto alla settimana, siamo degli sterminatori di aromi freschi).
Ho cucinato questa roba e.....

Ingredienti per 2 persone
180 gr di calamari, o altra pasta di grossa taglia
200-250 gr di baccala' bagnato
200 gr di peperoncini verdi dolci
6-7 rametti di timo fresco
2 bicchieri di brodo vegetale
8 cucchiai di olio evo

Preparazione
Tagliare il baccala' a pezzetti di circa un cm. Metterli a rosolare in 4 cucchiai di olio evo (gli amanti del piccantino possono aggiungere un po' di peperoncino rosso secco, ma e' opzionale) e dopo qualche minuto aggiungere un bicchiere di brodo vegetale. Far ritirare della meta'. Frullare il baccala', salvo una cucchiaiata che si terra' da parte. Tenere il frullato molto fluido, eventualmente aggiungere un mezzo bicchiere di brodo vegetale. Assaggiare il frullato e valutare se e' da salare.
Lavare e asciugare i peperoncini dolci, aprirli per il lungo e togliere i semi e le costole bianche piu' marcate. Tagliarli per il lungo a strisce larghe circa 1 cm e lunghe il piu' possibile. Nella foto i peperoncini dolci erano stati tagliati a quadretti, ma una successiva versione di questa preparazione mi ha convinto che a strisce sono piu' buoni. Quindi tagliarli a strisce.
Mettere le strisce a rosolare in 4 cucchiai di olio evo e dopo qualche minuto (non devono colorire) aggiungere mezzo bicchiere di brodo vegetale. Salare e far ritirare il brodo quasi del tutto.
Far cuocere al dente i calamari, scolarli e metterli in un padellone insieme al fullato di baccala'. Far saltare il tutto un paio di minuti, quindi aggiungere i peperoncini dolci e far saltare ancora per un mezzo minuto. Impiattare cospargendo con i pezzetti di baccala' tenuti da parte e con abbondantissimo timo fresco.

All'assaggio il contrasto tra il sapore di mare del baccala' e il dolceamaro dei peperoncini e' piacevolissimo, il tutto arricchito dal profumo del timo fresco. Da Roma in giu' si puo' pure usare la mentuccia.
Fresco e con quasi niente grassi. Buonissimo, provatelo!

























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24/01/10

Contest cucina creativa - Risultati






Finalmente siamo alla conclusione del mini-contest 3su5.
Ho letto accuratamente tutte le ricette, ne ho cucinate la maggior parte e sono giunto a una conclusione.
Ma nel valutarle mi sono trovato in imbarazzo, perche' erano tutte preparazioni valide e io ne dovevo scegliere una. Quindi scontentare tutte le altre chef!!!
Da considerare poi che ognuno cucina a suo modo, percio' e' molto probabile che il mio risultato non fosse esattamente come l'aveva realizzato l'autore.

C’era poi il problema del premio. In un primo tempo avevo pensato a un poster da attaccare in cucina. C’erano diverse alternative, poi pero’ per le signore avevo pensato a QUESTO POSTER


Ma ho realizzato che forse non era il caso e ho cercato qualcos’altro.
Ho scelto un oggetto puramente simbolico. Siccome nel mio blog, per scelta, non ho ne' pubblicita' ne' sponsor ho dovuto fare di tasca mia. Quindi niente lussi, ho tirato a risparmiare :-)
E' comunque da dire che oltre al premio vero e proprio ho anche spedito 3 premietti "simpatia". Oddio, piu' che premi sono proprio dei pensierini, anzi spero che non mi ritorni indietro niente, della serie "Ma come? Mi hai valutato cosi' poco?".

Che altro? Ho visto molto impegno, tutti hanno inviato ricette create ex-novo e non semplici adattamenti di roba vecchia e stravecchia. Con questo mini-contest volevo dimostrare che in cucina c'e ancora spazio per la creativita'. Non era facile, certo, ho anche ricevuto dei "Corrado, te possino..." con allegate pero' splendide ricette!!!

OK, facciamola corta, ho cercato di aumentare la suspense al massimo, ma non voglio approfittare oltre.


Squilli di tromba e....





La vincitrice e' Giulia del blog Rossa di sera, qui fotografata col suo premio


















(Lo chef ha sempre ragione)
La targa in premio vuole essere spiritosa, gioca sul significato che in Italia diamo alla parola "chef" (cuoco) e sul significato francese, dove chef e' semplicemente "capo".
Da notare che per le signore la parola "chef" significa la stessa cosa: capo in cucina e capo in famiglia: checche' ne pensino i mariti chi comanda e' la loro signora, punto e basta :-)

La sua ricetta e' Zuppa autunnale con castagne nel caramello salato






















I premietti (pensierini) "simpatia" sono andati a...


Silvia (furfecchia) del blog Pan con l'olio, per la ricetta Cannelloni di cavolo nero con zucca, funghi e castagne su fonduta di parmigiano

A lei e' toccato un coltello spalmaburro in Silver. Ho detto Silver, mica argento!!























Sabrina (Sabry), per la ricetta Fagottini d'autunno su letto di zucca
A lei e' toccata una serie di colini da te' in acciaio di misure a scalare, forse piu' carini come soprammobili che altro. Ah, e anche un aggeggio a immersione per farsi le tisane senza la tisaniera.























Francesca del blog Acquolina, per la ricetta BAVARESE 3SU5

A lei e' toccato un cucchiaione a servire, in acciaio. Devo dire che assomiglia piu' a un'arma contundente che a una stoviglia. Beh, puo' sempre servire per chiarire le divergenze di opinioni :-)

























Uff, era ora che finisse. Ringrazio tutti i partecipanti, che si sono messi in gioco per dimostrare che in cucina si puo' ancora creare. Bravi, ci siete perfettamente riusciti.


Altri ringraziamenti spettano alla mia dolce meta', Anna Maria, che ha dovuto sopportare le mie continue richieste: "E di questo che ne pensi, Anna Maria?", o "Ti piace quest'altro?", o, in continuazione: "Ma te, chi premieresti?".
Comunque da buon marito ho poi fatto come mi pareva :-)

22/01/10

Dieta ?




































Sono in dieta di blog! Saro' via per lavoro, ci vediamo Lunedi.





























A proposito: Lunedi o Martedi pubblichero' i risultati del contest creativo 3su5






A presto !!!

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20/01/10

MINNE, fatte da Chiara




















Bella, eh?

Ma non e' roba mia, chi mi conosce sa che per la pasticceria sono negato. D'altronde un blog che si rispetti qualche dolce lo deve avere, quindi ospito volentieri le preparazioni di amiche che non hanno (ancora) un blog.
Aspettatevi altre bonta' come questa, per il futuro.
Queste splendide Minne di S. Agata sono state fatta da Chiara (chiara.camera@gmail,com), che e' molto brava e che nel tempo libero fabbrica torte e altre piacevolezze per se' e per conto terzi. Fa anche la cuoca a domicilio, se vi puo' interessare....
Per la pasticceria oggi diceva che ha fatto una Paris Brest con una crema di sua invenzione, buonissima, che se fosse possibile brevettarla.....
Io neanche sapevo cosa fosse una Paris Brest, se qualcuno fosse ignorante come me puo' guardare sul sito di Sigrid: www.cavolettodibruxelles.it cercate il post del 23/10/2006.

Minne di S. Agata, dicevamo: sono delle cassatine squisite, a forma di seno, battezzate cosi' in ricordo della Santa omonima, martire a Catania e patrona della citta'. Per i particolari sulla Santa potete leggere QUI.
Dal punto di vista dolciario adesso lascio il campo a Chiara, la quale, perfezionista com'e', mi ha chiesto di specificare che queste minne possono ancora migliorare (mah, a me sembrano perfette gia' cosi').

Ingredienti per 6 cassatine

Per i gusci di pastafrolla:
300 gr. di farina 00
60 gr. di burro o strutto (a temperatura ambiente)
1 uovo intero
75 gr. di zucchero
2 o 3 cucchiai di latte
scorza di limone grattugiata
6 ciliegine candite
6 stampi semisferici in metallo, di 7-8 cm

Per il ripieno:
250 gr. di ricotta di pecora
70 gr. di zucchero
50 gr di canditi misti
50 gr. di gocce di cioccolato

Per la glassa:
1 bianco d'uovo, anche 2
175 gr. di zucchero a velo
1 cucchiaio di succo di limone
1 cucchiaio di acqua


Preparazione
Fare una fontana con la farina miscelata allo zucchero ed impastare velocemente con il burro, le uova, la scorza del limone. Se occorre per rendere l'impasto un po' più duttile unire il latte. Ottenuta una bella palla liscia, avvolgerla con pellicola e porla a riposare in luogo fresco per circa mezz'ora.
Preparare il ripieno lavorando a lungo con le fruste elettriche la ricotta con lo zucchero, fino ad ottenere una crema liscia. Unire quindi i canditi ed il cioccolato e incorporare delicatamente, mescolando con una spatola. Lasciare riposare in frigorifero per circa un'ora.
Portare il forno a 170 gradi. Stendere la frolla, poi tagliarne 6 dischi della misura dello stampo, serviranno per chiudere gli stampi. Col resto di frolla foderare gli stampi, premendo bene sulle pareti. Riempire con il ripieno, premendo per assestarlo bene. Chiudere con i dischi tenuti da parte, premendo un po'.
Infornare per 20-25 minuti. Far raffreddare le cassatine e sformarle su una grata, con la parte piatta in basso. Ora preparare la glassa colante (fondant), detta anche ghiaccia reale.
Gli ingredienti indicati sono listati in maniera approssimativa, perche' vanno utilizzati durante la preparazione, a seconda del grado di fluidita' da ottenere. Far intiepidire un po' d'acqua e tenerla da parte. In una ciotola mettere un bianco d'uovo con il limone e sbattere con le fruste. Aggiungere in piu' riprese lo zucchero e l'acqua, fino a ottenere una crema densa e lucida. Se non sembra abbastanza fluida aggiungere un po' dell'altro bianco d'uovo, continuando a sbattere.
Versare la glassa sulle cupolette appoggiate sulla griglia (con sotto una contenitore, per la raccolta della glassa che colera') e lasciarla dolcemente scivolare fino a completa ricopertura delle cupolette.
Lasciare essiccare e completare le minne con una ciliegina, a mo' di capezzolo.


Qua sotto le minne sono fotografate mentre finiscono di essiccare.






















Mettere in frigo, facendo attenzione che nel frigo non ci sia troppa umidita' (generata da verdure, ad esempio), perche' la glassa assorbe facilmente l'umidita' dell'ambiente in cui si trova e potrebbe risultare di aspetto poroso.


Non sono buone, sono buonissime!!! Di una dolcezza delicata, paradisiaca.






















Brava Chiara, bravissima pasticcera (invidia....).

chiara.camera@gmail,com

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18/01/10

Riso e gamberi, quasi un Goreng






















"Goreng" significa "fritto". Della cucina di Malesia, Singapore ed Indonesia, noi conosciamo principalmente dei piatti a base di riso fritto, arricchiti da pollo, pesce, verdure, frutta, composti nei modi piu' vari. In particolare noi conosciamo il Nasi Goreng, riso con pollo, o il Bakmi Goreng, con carne e noodles o udon, o anche il Goreng Pisang, con le banane.
Fino ad arrivare al famoso Rijstaffel, una preparazione anche di 40 diverse miniporzioni, tutte a base di riso e con una miriade di diversi ingredienti. Una cosa sontuosa, un vero banchetto, che richiede ore per la consumazione. Il Rijstaffel, da notare, e' la versione olandese (il nome lo fa capire) di piatto indonesiano che si prepara nelle feste, il Nasi Padang.
In tutte queste preparazioni vengono usate le spezie piu' diverse, dal tamarindo ai peperoncini, al coriandolo, al curry, e cosi' via.
Per le laboriose preparazioni e per il risultato, spesso indigesto ai nostri stomaci occidentali, questi Goreng da noi si trovano difficilmente, a parte le confezioni precotte (vade retro!!).
Mi sono quindi proposto di creare una versione di Goreng veloce, semplice per componenti e realizzazione, ma anche ben digeribile e, soprattutto, gustosa. Anche solo per proporre qualcosa di nuovo e stuzzicante, che diamine!!
Gli ingredienti principali sono tre: riso, gamberi e cipolline (cipollotti). Il riso non viene propriamente fritto (il fegato ringrazia), ma solo ben insaporito dagli altri ingredienti. Piatto digeribilissimo e molto gustoso, quando lo propongo i presenti ripuliscono il piatto fino all'ultimo chicco di riso sperduto nel piatto. Un successo.

Ingredienti per 2 persone
160 gr di riso da risotti
350 gr di gamberi cotti e sgusciati
10-12 cipolline/cipollotti bianchi
1 cucchiano di zenzero in polvere
1 peperoncino rosso secco
6 cucchiai di olio evo
Olio di semi di arachide per friggere.
Pane grattato
Ravanelli o altra verdura di contorno.


Preparazione
Cuocere i gamberi a vapore e sgusciarli. Vanno bene anche gamberi surgelati, se di buona qualita'. Se siete assolutamente sicuri delle origini (occhio!!) vanno bene anche quelli gia' cotti.
In un padellone nel quale poi ripasseremo il riso mettere l'olio e i cipollotti tagliati a ruote non troppo fini. Io uso le cipolline bianche, piu' delicate. Far andare qualche minuto finche' le cipolline non siano ammorbidite. Non devono cuocere adesso, solo ammorbidirsi, la cottura finale avverra' piu' avanti.
Mettere a cuocere il riso in acqua NON salata. Mentre il riso cuoce impanare i gamberi e friggerli a fiamma molto vivace in poco olio di arachide, con sbriciolato dentro il mezzo peperoncino. Attenzione: piu' che friggere -come di solito si intende- i gamberi si devono colorire bene. In questo modo assorbiranno pochi grassi e resteranno teneri. Mettere i gamberi cotti su carta da cucina, salarli e tenerli al caldo.
Quando il riso e' cotto al dente scolarlo e salarlo quando e' ancora nel colino, quindi quando e' ancora umido. In questo modo si utilizza meno sale e si insaporisce di piu'.
A questo punto versare il riso nel padellone con le cipolline e farlo andare due-tre minuti mescolando bene. Fuori dal fuoco cospargere con lo zenzero in polvere e dare un'ultima mescolata. Versare sul vassoio di portata e metterci sopra i gamberi. Aggiungere del prezzemolo tritato. Accompagnare con verdure a piacere, io ho trovato i ravanelli particolarmente adatti.

Leggendo quanto sopra non si puo' immaginare il risultato: la tecnica di cottura, o meglio di veloce cottura, fa si' che i sapori non si mescolino, e si possano apprezzare separati. In particolare il contrasto tra il dolce dei gamberi e il sapore delle cipolline saltate e' veramente piacevole. Piatto gustoso e delicato al tempo stesso.
Provate, la preparazione e' veloce e non impegnativa, e vedrete che ripuliranno il piatto completamente. Successo assicurato.



























A presto :-)


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12/01/10

Risotto di mare alla triestina. Beh, quasi...






















Ho lavorato per un certo periodo a Trieste, Trst in sloveno. La citta' e la gente (un po' chiusa, inizialmente) mi piacevano. Sono anni che non ci torno, ne ho un po' nostalgia. A parte i panorami (la costiera e' spettacolare), il centro, la statua di Joyce, il tram "de Opicina", la bora, e il "capo", gustato negli eleganti caffe' alla mattina, ho in particolare nostalgia di certa cucina. Un misto di friulano e sloveno che intriga. E, da buon venditore, come ero all'epoca, avevo imparato che gli affari si fanno nell'osteria tipica, col boccione di vino da 2 litri sul tavolo. Quando il boccione era verso la fine l'affare era gia' molto vicino alla conclusione...
Ho cercato qui di replicare uno di quei fantastici risotti di mare, gustati nei ristoranti sulle rive, o allo Squero (famoso). Probabilmente quando ci tornero' trovero' meno osterie tipiche e piu' pizzerie, come dappertutto. Vedremo.
Premetto che a Trieste il pesce del risotto e' a chilometri zero, quindi tutto un altro sapore.
Qui (Firenze), nonostante la fiducia che ho nel mio pesciaiolo temo che alcuni componenti siano in realta' a chilometri 3.000. Il risotto mi e' venuto buono, ma a Trieste.....

Ingredienti per 2 persone
160 gr di riso
8 Code di mazzancolle
2 capesante
Polpo
Seppia
Vongole
Pedoci (cozze)
2 spicchi aglio
4 cucchiai olio evo
poco peperoncino rosso
Un quarto di bicchiere di vino bianco secco
Limone bio

Preparazione
Sbollentare polpo e seppia e tritarli, io li ho comprati gia' sbollentati e tritati. Cuocere a vapore le mazzancolle e sgusciarle. Far aprire cozze e vongole e conservare il sughetto, filtrandolo. Sgusciare tutto.
Tritare grossolanamente le capesante.
In padellone da risotto mettere l'olio, l'aglio tritato e il poco peperoncino, far andare a fuoco basso e appena l'aglio inizia a colorire alzare il fuoco e versare un quarto di bicchiere di vino bianco.
Quando evaporato, aggiungere tre quarti del misto mare preparato, far andare 2 minuti mescolando e quindi versare il riso. Farlo tostare bene e aggiungere il sughetto di cozze e vongole. Quando il riso ritorna secco portarlo a cottura aggiungendo via via acqua molto calda. Non uso brodo di pesce perche' il pesce fresco (o presunto tale, sob!) aggiunge gia' sapore di mare sufficiente.
Ricordo che un simpatico proprietario di un ristorante sulla costiera passava col pentolone e schiaffava nel piatto cucchiaioni aggiuntivi di risotto, chiedendo -dopo averlo schiaffato- "ne vuole ancora un pò?". Una volta, vedendo che sbirciavo il fondo del pentolone e il riso che ci si era attaccato in cottura, mi ha detto ridendo "Se il risotto non attacca non e' mica buono!".
Torniamo al nostro risotto. Negli ultimi 5 minuti di cottura aggiungere quel quarto di pesce tritato che si era tenuto da parte. Arrivati all'ultimo secondo di cottura, proprio prima di togliere il risotto dal fuoco, spruzzarci sopra poco vino bianco. Questo e' il primo segreto locale. Quindi impiattare, cospargere di prezzemolo e di poca buccia di limone grattugiato.
Infine, secondo segreto locale, spremerci sopra qualche goccia di succo di limone.
A cosa credevate che servisse il limone della fotografia qua sopra? A quello! E' una tradizione triestina che le prime volte mi lasciava diffidente, ma poi sia le bucce di limone grattugiate che le gocce di succo a crudo hanno cominciato a piacermi. Il sapore di mare non ne soffre, anzi ne viene esaltato!!!
Certo, non bisogna esagerare, bastano poche gocce, 4 o 5, non di piu'.

Che altro dire? Tornero' a Trieste in tarda primavera, il periodo migliore.




























A presto :-)

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11/01/10

A casa di Cecilia

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Ci siamo rivisti, per discutere e organizzare diverse cose: una spedizione mangereccia a Rubiera, da Arnaldo Clinica Gastronomica, il viaggio a Cogoleto da Chiara Tocco e Tacchi per il suo compleanno, un cucinamento per noi e pochi selezionati invitati. Per quest'ultima iniziativa facciamo le cose in grande: affittiamo un ristorante nel giorno di chiusura e ci sbizzarriamo. Dividendo la spesa non e' poi quel granche', e comunque se non spendiamo i soldi per quel che ci piace tanto vale chiudersi in convento!
Stabilire chi cucinera' e cosa era un argomento delicato (tutti vogliono fare tutto!), ma -per ora- pare che il sottoscritto si sia intanto aggiudicato i primi (tie'!).

Cara Sigrid, a parte i tuoi impegni ora non avresti piu' scuse. Ci piacerebbe tanto averti nostra ospite!

Vabbeh, noi continueremo a provarci....

Veniamo al pomeriggio che abbiamo passato insieme. Siamo stati ospiti di Cecilia, su in collina. C'erano tavoli pieni di ogni dolcezza immaginabile, con anche contributi portati dagli ospiti.
Tanto per farvi un po' rosicare: 4 torte 4 della padrona di casa (in una c'era una crema pasticcera definita paradisiaca), un vassoio portato da Emanula/emamea con due tipi di meringhe e dei macarons al caffe' (spaziali!). Io ho portato le mia castagne afrodisiache (post del 21/11), l'unica cosa dolce che so fare, mentre Marcella/marcellagiorgio ha portato due torte di mele al burro salato, sparite in un attimo. Il tutto accompagnato da te' che piu' esotici non era possibile. Ho di sicuro dimenticato qualcosa... Mah.
Secondo voi che cosa avremo fatto? Ci siamo strafogati!!!!!

Basta vi riporto alcune foto del pomeriggio......




Cecilia, padrona di casa, di fronte al suo tavolo di bonta' (noi abbiamo rifornito altri tavoli)

























Qui da sin. Anna Maria, la mia dolce (il piu' delle volte) meta', Marcella/marcellagiorgio e Cecilia/fiorentina























Qui ho detto guardate la'! e loro hanno abboccato alla grande...





























Emanuela/emamea, pasticcera professionista, la fornitrice di macarons al caffe'






























Chiara/Chiara_C, che pero' si mette subito in posa.....





















































Marcella/marcellagiorgio e Sabrina/Sabry






























Cecilia, perfetta padrona di casa


























Simone, suo marito, paziente anfitrione




























Gruppo con piatti






















Cecilia, Marcella e, sullo sfondo, Livio/San Bernardo






























Marcella: "e ora cosa assaggio?"






























Livio e Letizia
























Sabrina/Sabry: "ma cosa mi dici mai?"






























Anna Maria, la mia dolce (...) meta'






























Primo piano di Marcella. Sa tutto! Anche per questo denominata "Marcellapedia"





























Ancora Chiara, quando non cucina e' grafica professionista (e anche brava!)






















Sabrina (dimmi, dimmi....)






























Anna Maria, Livio, Letizia


















Sabrina/Sabry e Emanuela/emamea

























Marcella pensosa






























Marcella e suo marito, da lei definito il "coccole-dispenser"
















































E con questi sposini ho terminato la galleria dei ritratti.

Al prossimo appuntamento definiremo gli ultimi dettagli e poi: CUCINAMENTO!!!

Con o senza Sigrid, ma noi vorremmo con!

A presto :-)

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07/01/10

Troccoli freschi con peperoncini dolci e origano






















Era gia' mezzogiorno e un quarto e nessuno aveva messo mano alla cucina. Anna Maria, per togliere ogni dubbio, dalla stanza accanto ha detto "ciccio, cosa fai, oggi?".
Stabiliti cosi' i turni di cucina, mi sono mosso verso il frigo per vedere cosa inventare.
Inventare, attenzione, non replicare. Senno' che gusto c'e'?
C'erano dei troccoli freschi. Scialatielli, troccoli e pici sono le paste fresche che preferisco. Anche i bigoi, ma trovarli freschi, qui, e' impossibile.
OK, ingrediente 1 a posto!
Il frigo era fornito abbastanza, ma un altro suggerimento arrivato dalla stanza accanto mi ha -diciamo cosi'- convinto a usare solo verdure.
Attimo di perplessita'.... Poi ho deciso per dei peperoncini verdi, quelli dolci e NON piccanti, lunghi una decina di cm.
Ecco che vado....

Ingredienti per 2 persone
250 gr di troccoli freschi, o altra pasta fresca senza uovo
250 gr di peperoncini verdi dolci
1 cipollona rossa dolce, oppure 2 medie
1 bicchiere di brodo vegetale
10 cucchiai di olio evo
Origano secco macinato

Preparazione
Lavare e asciugare i peperoncini, aprirli in due e togliere i semi interni e le costole bianche piu' marcate. Tagliarli per il lungo, ottenendo delle strisce larghe un mezzo cm e lunghe piu' che si puo'. Tagliare la cipolla a fette, tenendole spesse quasi un cm.
In una padella grande abbastanza da contenere poi i troccoli mettere l'olio e le cipolle. Far andare a fuoco medio finche' le cipolle diventano quasi trasparenti (guai a chi le fa colorire!), aggiungere mezzo bicchiere di brodo vegetale e far ritirare della meta'. Non salare.
Aggiungere le strisce di peperoncino dolce e far andare, mescolando spesso, per una decina di minuti. Se si asciuga troppo o rischia di bruciare aggiungere l'altro mezzo bicchiere di brodo vegetale.
Nel frattempo mettere nell'acqua bollente i troccoli e farli cuocere per 3 minuti, non di piu'. Scolarli e farne continuare la cottura in padella assieme al peperoncino dolce. Saltare e mescolare per bene. Assaggiare un troccolo e aggiungere il sale che ci vuole. Togliere dal fuoco ancora al dente.
Fuori dal fuoco aggiungere una bella quantita' di origano. Mescolare e impiattare. Grana padano a parte, a gusto di ognuno.
Tempo totale: intorno ai 15 minuti.

All'assaggio il dolce della cipolla e il deciso peperoncino verde si sposano piacevolmente all'aroma dell'origano. Piatto vegetariano e di pura dieta mediterranea, ma del tipo piu' gustoso!























Provate :-)

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06/01/10

Preghiera delle Befane

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Quella che segue e' una preghiera per befane che gira tramite SMS sui telefonini.
Anna Maria l'ha ricevuta e me l'ha fatta leggere: troppo carina :-)

Non ho resistito, ve la trascrivo...


Per tutte noi befane, befane e amiche vere,
propongo un rito magico o al limite preghiere...

Che ci aiuti San Giuseppe e tenere su le tette (per chi ce l'ha)
e che Santa Restaurata ci mantenga la facciata...

Quanto al pio San Valentino ci rassodi il sederino
e che Santa Rosalia ci aiutasse a darla via (per chi la usa poco)

Se lo mandi ad altre 10 sara' un buon 2010 !!!


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04/01/10

Percio' la scelta e' stata semplice...























Questi sono giorni in cui si dovrebbe stare sul leggero. Ma oggi a mezzogiorno, causa ferie mie ma non di Anna Maria, ero a mangiare a casa da solo. Quando un marito e' solo, e quindi mancano i "suggerimenti" della moglie, puo' succedere di tutto. Percio' la scelta tra diete disintossicanti e appagamento della gola e' stata semplice: risotto con fegato fresco e agrumi.
Vera e propria lussuria alimentare, una cosina per amanti del genere....

Ingredienti per 1 persona (me)
80 gr di riso Carnaroli
70-80 gr di fegato di vitello
Mezza cipollona rossa, o 1 media
6-8 cucchiai di olio evo
Brodo di carne bollente
Mezzo bicchiere vino bianco secco
Buccia di limone in polvere o grattugiata fresca

Preparazione
Far bollire il brodo. Tagliare il fegato a cubetti di 1-2 cm. Affettare la cipolla finemente e farla soffriggere in olio. Appena diventa trasparente aggiungere il fegato e farlo saltare un paio di minuti, non di piu'. Quindi aggiungere il vino bianco e far evaporare, ma non del tutto. Aggiungere il riso e farlo tostare.
Portare il riso a cottura aggiungendo via via il brodo e mescolando. Verso la fine aggiustare di sale. Fuori dal fuoco mantecare con un po' di formaggio grana.
Nel piatto spolverare con polvere di limone, o con buccia grattugiata fresca.




















Che dire? Che dire di un peccatore che si e' goduto il suo peccato fino in fondo? Non avevo davanti uno specchio, ma immagino che avessi l'espressione beata di un gatto dopo una bella mangiata.

Basta cosi', alla moglie che torna dal lavoro faro' trovare una minestra di patate e peperoncini verdi dolci. Io bravo, io buono...

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03/01/10

Cose strane e sfogliette mattiniere



















Di Sabato o di Domenica mattina, appena alzate, le donne fanno cose strane. Quante volte affacciandomi alla finestra ho visto donne in pigiama o in camicia da notte che, con scialle o golfettino sulle spalle, zappettavano vasi in terrazza o trapiantavano piantine!!
Oppure, ancora in camicia da notte e pantofolone, che svuotavano il ripostiglio "per rimettere un po' a posto". Questi impellenti bisogni mattutini chissa' come nascono, forse se li sognano la notte....
Pero' a volte hanno iniziative sorprendenti. Stamani per esempio Anna Maria si e' fatta viva -mentre ero in bagno- con un vassoietto di sfoglie calde.
Croccanti, fragranti, calde: una delizia. Chissa' dove ha preso l'idea, ma di certo queste iniziative, questi impulsi, sono da assecondare. In 10 minuti ha messo su un vassoio di golose piacevolezze.
Ho fotografato quelle che rimanevano e ho chiesto la ricetta.

Eccola qua....

Ingredienti
Un rotolo di pasta brise' pronta
Frutta fresca
Qualche goccia di miele
Un coppapasta di forma sfiziosa, scelto tra i tanti

Preparazione
Scaldare il forno, 160-180 gradi, fate voi. Con il coppapasta preferito ottenere tante sfogliatine. Tagliare delle fette di 3-4 mm di frutta fresca di stagione a pasta dura, tipo mele, pere, pesche noci, etc. Lasciare la buccia!
Disporre le fette di frutta sulle sfogliatine, una leggerissima spolverata di zucchero -personalmente non la ritengo obbligatoria- e infornare finche' i bordi diventano dorati. All'uscita far colare sopra 2-3 gocce di miele.
Volendo, come in fotografia, aggiungere note di colore con chicchi di melagrana, o anche fettine di kiwi. O di quello che vi pare.

All'assaggio si socchiudono gli occhi per la beatitudine. E' una colazione modello: frutta fresca, zuccheri del miele, niente grassi aggiunti.
Ed e' velocissima: in 15 minuti avrete una colazione calda che neppure al bar!!

Ciao :-)


























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