30/09/12
Tortellini come finger food, con crema di Grana e Mostarda
Stavo contemplando cosa si era inventata l'amica Alex, QUI, e ho deciso di partecipare al contest Fini che lei riportava.
Io non sono tipo da contest, anche perche' la presentazione e' il mio punto debole (OK, OK, non e' il solo...), ma spesso prendo il tema proposto come una sfida: e io cosa potrei combinare?
In questo caso si trattava di creare una ricetta che utilizzasse i tortellini Fini e alcuni ingredienti specificati, vedere QUI
In piu' la ricetta avrebbe potuto essere realizzata in piazza da uno chef e offerta in degustazione ai presenti, percio' doveva essere semplice, oltre che gustosa, insomma adatta a soddisfare il palato del pubblico presente.
Cosi' ho iniziato a pensare a come poter realizzare una ricetta che fosse semplice, usasse gli ingredienti indicati, e che dovesse aggiungere qualcosa ai tortellini Fini senza coprirne i sapori, anzi se possibile esaltandoli.
Sono stato sul semplice, ma il risultato e' stato gustosissimo: provare per credere.
D'ora in poi questa ricetta sara' uno dei miei cavalli di battaglia e la proporro' come antipasto.
Basta, ora, iniziamo....
Ingredienti
Tortellini di Modena Fini - prosciutto e parmigiano
Brodo di verdura salato
Grana Padano 24 mesi
Mostarda di mele, 3 volte in peso rispetto al Grana
Preparazione
Usare del brodo di verdura per non appesantire troppo il risultato finale. Cuocervi i tortellini, ma non completamente: deve risultare un bocconcino consistente all'assaggio.
Scolare le mele dal liquido di conserva e tritarle sommariamente a coltello.
Grattugiare del buon Grana, non troppo saporito per non essere coprente, in peso pari a un terzo del peso delle mele scolate.
In questa ricetta l'equilibrio dei sapori tra grana e mele mostardate e' molto importante: si dovranno sentire entrambi i sapori e i profumi senza che l'un ingrediente prevalga sull'altro. Al solito, non c'e' che da assaggiare.
Ma prima di assaggiare frullare a oltranza l'insieme grana-mele mostardate.
Se adesso, leggendo, avete sollevato un sopracciglio pensando "non c'e' abbastanza liquido, impossibile", allora vi ricrederete, perche' il lquido che imbeve le mele sara' piu' che sufficiente per formare una crema. Io uso un minipimer e il risultato e' sempre una bella crema. Un po' densa, ma una bella crema. Se poi il vostro minipimer non e' un granche' aggiungete qualche goccia di acqua, a me non e' successo.
Ecco, e' adesso che si deve assaggiare per rendersi conto dell'equilibrio dei sapori. Chiaramente il sapore piu' forte e' quello delle mele, sapore che dipendera' da come e' stata costruita la mostarda di mele. I veri chef se la preparano da soli, io che sono un dilettante l'ho comprata confezionata. Da tempo ormai provo tutte le mostarde di frutta che trovo in commercio e alla fine ne preferisco un paio, una molto piccante e una meno. Perche' non me le faccio da solo? Perche' sono pigro, e spero sempre in un regalo di qualche amica....
Torniamo a noi: se l'assaggio rivela un disequilibrio si aggiungera' un po' dell'uno oppure dell'altro ingrediente e si continuera' a frullare.
Adesso non resta che degustare: intingete ogni tortellino nella crema e sentirete in bocca l'insieme di sapori e profumi. Solo un avvertimento: danno dipendenza, spariscono che e' una bellezza.
All'assaggio arriva per primo il profumo e il dolcino del Grana, seguito dal leggero piccantino -in sottofondo- della mostarda di mele, poi arrivano i sapori dell'interno del tortellino. E il tutto si fonde in un insieme veramente goloso. Ve lo consiglio.
Quindi si passa a un successivo tortellino. L'ho detto: l'insieme di sapori e profumi da' dipendenza.
Ciao, Alex
.
Etichette:
Grana Padano,
Mostarda di frutta,
Tortellini
26/09/12
Scialatielli con gamberoni e origano
NOTA - Dopo due post turistici, su Vienna e Valle della Wachau, ritorno all'argomento cucina. Ma il prossimo post sara' su Salisburgo!!! (nel bene e nel male siete avvisati).
C'e' una commedia, leggera o sofisticata, che avete visto al cinema e che vi e' particolarmente piaciuta? E pensando a quella, quale ricetta vi viene in mente?
Ecco, in due parole, il tema posto dall'amica Patty nel suo primo contest, QUI
L'ultima commedia che ho visto (non al cinema ma da un DVD, fa lo stesso, vero?) e' anche quella che mi e' piaciuta di piu': Benvenuti al Sud.
Va bene che e' il rifacimento di un film di gran succeso in Francia (Benvenuti al Nord), va bene che, come in tutte le commedie italiane, si insiste troppo sulle gags, va bene che ci sia qualche esagerazione, ma...
Ma e' una commedia che mi e' rimasta impressa, che mi fa sorridere, adesso, a ripensarci.
La storia la conoscerete, e' quella di un settentrionale che, intriso di pregiudizi verso i terroni e tutto il sud, viene forzato a viverci e cambia presto opinione spinto dall'umanita' della gente.
Tra le varie cose che ricordo sorridendo c'e' la sequenza nella quale Claudio Bisio interroga il postino Mattia che alla sera e' sempre nervosissimo e si sente rispondere che e' perche' tutti, ricevuta la posta, offrono il caffe', e un caffe' non si puo' rifiutare. Al che Bisio gli dice che l'indomani lo accompagnera' lui e che, insieme, rifiuteranno tutti i caffe'. Partono in due, convinti e irremovibili, sul motorino delle Poste e Bisio si accorge da subito che rifiutare il caffe' sarebbe davvero scortese. Prova allora a chiedere "se c'e' un succo di frutta" e lo accontentano subito, versando a entrambi abbondante limoncello!
Inutile dire che questa scena si ripete ad ogni consegna e che al ritorno, brilli, finiscono col motorino dentro a un bar.
E Bisio prendera' una multa dall'inflessibile vigile urbano, che disapprovando mormorera': "questi milanesi...".
Questa e altre scene sono da ricordare col sorriso, non c'e' dubbio. Come quando i colleghi "terroni" rimediano a Bisio un po' d'arredamento per quell'alloggio di servizio che all'arrivo trova vuoto, senza mobili.
Lui vorrebbe pagare i colleghi, ma quelli lo avevano aiutato per pura umanita'. Lui allora per sdebitarsi li invita a cena. E, si sa, davanti a una cena ci si rilassa e si parla piu'volentieri. E' da quella cena che Bisio comincia a cambiare le sue opinioni.
Ma: e la ricetta per il contest?
Bene, a me quel film fa venire in mente un primo piatto, di quelli sontuosi e solari del Sud.
Per cui mi sono inventato questi "Scialatielli con gamberoni in crema e origano".
Per impiattarli ho anche trovato un vassoietto dalla forma irregolare, che ricorda la valva di un mollusco. Insomma: tutto mare....
A me gli scialatielli piacciono. Molto. E' una pasta fresca fatta a mano che contiene due tipi di farine, un po' di latte, uovo, sale, basilico e pecorino dolce.
La si potrebbe definire una pasta condita dal di dentro ed e' questo che la rende cosi' diversa dalle altre paste fresche.
Gli scialatielli sono davveri speciali con un sughetto di pomodorini del Vesuvio "scrafazzati" in padella, ma diventano eccezionali assieme ai frutti di mare, tipicamente allo scoglio.
Una ricetta di scialatielli e' questa...
SCIALATIELLI
Ingredienti, 4 persone
200 g di farina 00
Pari peso di semola rimacinata
100 ml di latte
2-3 cucchiai da cucina di pecorino di tipo dolce, grattugiato
1 cucchiaio d’olio e.v.o.
1 uovo
6-7 foglie di basilico
1 pizzico di sale
Preparazione
Lavare, asciugare le foglie di basilico, tritarle finemente. Mescolare le farine e setacciarle. Aggiungere il pecorino e, se il pecorino non e' troppo salato, anche il pizzico di sale. Formare la fontana e aggiungere l'uovo e il latte.
Impastare per un paio di minuti poi aggiungere il basilico tritato, quindi impastare con forza per circa 10 minuti.
Infine formare una palla, avvolgetela nella pellicola e lasciar riposare a temperatura ambiente per circa un quarto d'ora.
Stendere una sfoglia piuttosto spessa, sui 3 mm, e lasciarla asciugare pochi minuti. Tagliarla a coltello come se fossero tagliatelle, ma larghe sui 4 mm e lunghe una decina di cm o poco piu'.
Dopo tagliati allargarli su un panno e spruzzarli con la semola. Non aspettare eccessivamente a cuocerli, altrimenti seccano troppo.
Se siete fortunati trovate gli scialatielli gia' pronti, ma dovete essere davvero fortunati, perche' quelli gia' pronti di solito sono fatti solo di acqua e farina.
Se vi sentite in forma fateveli da soli, sentirete che differenza!
Veniamo alla ricetta: cottura e condimento degli scialatielli in questa ricetta richiederanno solo un po' d'attenzione, ma si verra' ricompensati dal risultati. Profuma di Sud.
Ingredienti per 2 persone
300 gr di gamberoni, pesati col guscio.
200 gr di scialatielli
1 spicchio di aglio
1 sospetto di peperoncino
3 cucchiai olio e.v.o.
2 dita di vino bianco secco
1 mazzetto di origano fresco opp. 1 pizzicone di secco
poco prezzemolo
2-3 foglie di basilico
2 casseruole da 24-28 cm
Preparazione
Sgusciare i gamberoni, eliminando le teste e il budellino nero. Mettere i gusci in una casseruola con un litro di acqua salata e far bollire, coperto, per un'ora circa.
Tritare finemente l'origano fresco, il prezzemolo e il basilico e tenere da parte.
Quando il brodo di gusci e' pronto filtrarlo bene e tenerlo in caldo, a fuoco minimo. Quindi tagliare i gamberoni a pezzetti, prenderne circa un terzo e frullarli finemente, aggiungendo, se serve, un po' di brodo di gusci. Il risultato dev'essere una crema fluida, ossia deve cadere dal cucchiaio, ma con pigrizia. Assaggiare la crema e aggiustare di sale. Se del caso dare un'altra frullata per far sciogliere bene il sale.
Far tornare a bollore la casseruola con il brodo (filtrato) di gusci e buttarci gli scialatielli.
Nell'altra casseruola mettere l'aglio tritato finemente, l'olio e il sospetto di peperoncino.
(Come dico sempre, ognuno conosce il peperoncino suo: noi vogliamo che il risultato finale sia appena un po' piccante, senza uccidere il resto).
Far soffriggere dolcemente e appena sembra che l'aglio inizi a colorire versare il vino e i gamberoni a pezzi e far andare, saltando a fuoco vivo, per mezzo minuto. Quindi aggiungere la crema di gamberoni e far andare mescolando ancora per mezzo minuto.
Nel frattempo gli scialatielli dovrebbero essere pronti. Scolarli dal brodo di cottura e passarli nell'altra casseruola, saltandoli per un mezzo minuto.
Se il risultato pare troppo secco invece che cremoso aggiungere un poco di brodo di gusci che si sara' tenuto da parte.
Spegnere, aggiungere il trito di erbe aromatiche, dare una girata e impiattare.
NOTA - Se non si e' trovato l'origano fresco lo si puo' sostituire con un pizzicone di origano secco messo a rinvenire in un dito di acqua calda.
Belli cremosi, vero?
All'assaggio il dolcino dei gamberoni e' smorzato dalla forza profumata dell'aglio. Gli scialatielli, gia' saporiti di per se', sono ben legati con la crema di gamberoni e il loro sapore di mare.
Le erbe aromatiche, ma specialmente l'origano, aggiungono del profumo di sole.
C'e' anche contrasto tra la cremosita' degli scialatielli e la consistenza dei pezzetti di gamberoni. In sottofondo, il peperoncino avverte che siamo al Sud.
.
23/09/12
Austria 2 -- Valle della Wachau
Dopo Vienna ci siamo diretti verso Salisburgo seguendo per un tratto il Danubio, nella valle della Wachau.
Questa valle e' nota per la sua produzione di frutta, albicocche e uva, e per i suoi panorami davvero splendidi. Con paesini immersi nel verde, tra colline e fiume.
La valle della Wachau e' persino stata riconosciuta dall'UNESCO Patrimonio dell'Umanita'. Cosi' come le sue famose albicocche, le marillen. Dicono che queste siano tra le migliori del mondo, cosi' dice chi le ha assaggiate in stagione, paragonandole ad albicocche prodotte altrove. Nella Wachau le marillen si trovano ovunque, persino negli knödel.
Segue ricetta, ma in tedesco, spiacente. Per quello che capisco questi knödel una volta formati vengono cotti in acqua leggermente salata, scolati e saltati con burro e briciole di qualcosa. Ricetta QUI
C'e' anche un'altra ricetta di dolci della Wachau a base di albicocche, la Marillenfleck: QUI
Intanto vi ho passato gli indirizzi, ma prometto di pubblicare la ricetta in italiano quanto prima, appena l'avro' tradotta (sangue, sudore e lacrime...).
Certo che se qualche anima buona che conosce il tedesco mi mandasse la traduzione....
Il Danubio e' un fiume navigabile e viene navigato abbondantemente, da battelli in servizio regolare, da grandi chiatte per il trasporto merci (lunghe anche 150 mt, neanche fossero petroliere) e infine da navi da crociera.
Il trasporto fluviale e' in molti casi piu' economico del trasporto con TIR o via treno. Almeno nelle zone dove c'e' un grande fiume.
Una cosa che ci e' rimasta impressa e' il traffico di navi da crociera, con percorsi che partono dal Mar Nero, in Ucraina e risalgono il corso del fiume passando da Budapest, Belgrado, arrivando a Vienna e proseguendo, per esempio, nella valle della Wachau. L'aspetto delle navi e' inusuale, sono lunghe e basse...
... per passare sotto i vecchi ponti, che sono gia' li' da secoli.
Noi abbiamo preso un battello in servizio regolare (uno ogni ora, come le corriere) nel tratto piu' turistico, da Krems a Dürnstein.
Mentre aspettavamo ci siamo seduti in un bar vicino al molo. Ci siamo allungati al sole come lucertole austriache.
C'era chi leggeva, chi prendeva il sole, chi andava in bicicletta, chi correva a piedi, chi era appena partito con un altro battello...
Io sono entrato a scegliere la fetta di torta che ci avrebbero portato al tavolo, questo era l'espositore.
Se ingrandite la foto nel banco refrigerato potete contare 19 diverse torte. Qui un dettaglio
Sopra il banco pasticcini vari. E questo era un bar, non una pasticceria. Un bar piuttosto grande, OK, ma un bar in una cittadina di provincia, Krems, di soli 24.000 abitanti.
Ho fatto gli inevitabili paragoni con l'Italia, dove le fette di torte sono poche, se ci sono, hanno un aspetto non freschissimo e dove se ti siedi a un tavolo ti stangano col conto. La mia fetta di torta, tra parentesi, e' costata 3,80 Euro.
Eccola qui sotto, l'avevo pubblicata anche nel post precedente.
Era tagliata con precisione chirurgica, ma come fanno?
Comunque era una versione della Wachautorte. Se avessi chiesto la ricetta me l'avrebbero gentilmente data, ma sparata a raffica in tedesco, quindi non ho nemmeno chiesto. Poi cercando in Rete ho appreso che era una versione con dentro del "Cappucinopulver", probabilmente del cappuccino liofilizzato. La globalizzazione dei desserts....
Pero' posso darvi una sommaria descrizione.
Intanto una base di pan di spagna molto tenera e con (secondo me) meno uova del solito. Molto burrosa, certo, siamo o non siamo in Nord Europa? Comunque, ripensandoci, nel pan di spagna c'era, effettivamente, un profumo di caffe' (Cappucinopulver?). La base di pan di spagna era divisa in appena 3 strati, ma in un altro paese della valle ho contato 7 strati di pan di spagna!!
Dal basso il primo ripieno era composto da panna lavorata con delle fragole, e secondo me anche un po' di lamponi. Salendo, il successivo ripieno era di marmellata di albicocche, le famose marillen, leggerissima e non stucchevole. Infine sopra c'era un abbondante strato di marmellata di marillen, crema di nocciole e riccioli di cioccolato fondente. Vi dico solo che in bocca era come una sinfonia.
Qua sotto il vostro assaggiatore gia' pregustava l'inizio della sinfonia.
Poi e' arrivato il battello e siamo partiti, qua sotto la dolce meta' in posa col timone "di rispetto", cioe' di riserva, in coperta.
L'aria era molto fresca, cercavamo il sole.
Siamo scesi a Dürnstein, meta raccomandata da tutte le guide turistiche. Bellissimo paesino, solo 900 abitanti, arroccato su rocce a picco sul fiume. Tanto a picco che per salire dal molo fino su abbiamo dovuto salire una scala infinita, scavata nella roccia, in galleria.
Praticamente il paese ha una strada principale e qualche traversa. Sulla strada principale ogni 10 metri c'era un negozietto di souvenir. C'erano anche dei bellissimi capi in Loden, tagliati secondo i costumi locali, ma il prezzo per i capi piu' semplici partiva dai 400 Euro. Mi ero gia' visto con una giacca di quelle, ma poi ho guardato il cartellino con il prezzo e....
Camminando, al solito, ho notato dei particolari interessanti, come la taverna della famiglia Kuering, fondata nel 1437. L'insegna in ferro riportava, probabilmente secondo la dizione antica: Chuering.
Sempre sulla strada principale ho visto dei nidi per le rondini, chiaramente fabbricati e messi li' nella speranza che vengano abitati. Altro aspetto di come la natura viene rispettata in Austria, mentre in Italia i nodi di rondine appena possibile vengono distrutti, "perche' le rondini sporcano".
Piu' avanti, appena fuori delle vecchie mura, eravamo in campagna. Una quiete, una serenita'...
Ma pensate a chi abita in quelle case la' in fondo e si guarda le sue vigne al sole....
Gia' che ci siamo, guardate quelle rovine in alto a sinistra, sulla cresta della collina: sono le rovine del castello locale, dove e' storicamente provato che e' stato prigioniero Riccardo Cuor di Leone. Ricordate che il buon re Riccardo era andato alle crociate ed era stato catturato, e che mentre lui era via il perfido fratello Giovanni tramava per rubargli il regno? E che Robin Hood gli era fedele e che -anche per questa fedelta'- si era dato alla macchia? E che mentre era alla macchia, per mantenersi e contribuire al riscatto da versare per la liberazione di Riccardo Cuor di Leone, rubava ai ricchi etc. etc.?
Tutte balle.
Riccardo Cuor di Leone era, si, andato alle crociate, ma per una lite col duca d'Austria Leopoldo V di Babenberg al ritorno fu imprigionato nel castello di Dürnstein. Vedere un riassunto della storia QUI
E comunque Riccardo Cuor di Leone non era una personcina da tenersi per amico: se avete voglia leggete della sua vita tempestosa e tragica QUI
Proseguendo verso Salisburgo abbiamo continuato a vedere campi di erba rasata alla perfezione, come questo, che non era un prato di un giardino, ma proprio un campo
Durante il percorso abbiamo visitato la regione dei laghi salisburghesi, con cittadine come Enns (dove ho mangiato una delle Schnitzel piu' buone della mia vita), Bad Ischl (dove Francesco Giuseppe conobbe e si innamoro' a prima vista di Sissi), e Sankt Wolfgang im Salzkammergut, sul Wolfgangsee (il lago di Volfango, facciamola corta).
Abbiamo sostato sul lago
E qui una coppia di austriaci in gita si rilassa guardando il lago e le paperelle locali. Notare il cane austriaco, buono e composto.
Naturalmente anche qui i dolci erano in vetrina (solo 8 tipi!!). Se ingrandite l'immagine potete leggere i cartellini, ad uso dei turisti...
E' in questo paese e ispirandosi a questa locanda che fu composta l'operetta "Al Cavallino Bianco", intorno al 1930
L'operetta fu subito un successo perche' il regime nazista ne proibi' la rappresentazione, in quanto gli autori erano austriaci ebrei.
La notizia della proibizione fece il giro del mondo e l'operetta, per reazione, fu rappresentata in America e in Inghilterra con un enorme successo.
Anche qua, in Sankt Wolfgang im Salzkammergut, bastava guardarsi intorno. Ho colto due dettagli interessanti.
In questa bottega caratteristica, uno sporto tutto in legno, dove si vendevano speck, salsicce, wurstel, e tutto quanto di buono la zona produce, due turisti giapponesi discutevano con la proprietaria. La quale, nonostante a vederla sembrasse la strega delle favole, stava sfoderando tutta la sua pazienza e gentilezza e spiegava che non li poteva accontentare.
Lo so perche' mi sono avvicinato per carpire i discorsi.
I giapponesi in un inglese stentato volevano, e continuavano a ripeterlo, un panino caldo col wurstel bollito. La signora cercava di spiegare gentilmente che i wurstel cucinati caldi li poteva avere solo al mattino e che non avrebbe mai venduto un avanzo freddo adesso, nel pomeriggio. E i giapponesi insistevano. Dopo un po' me ne sono andato, non so come sia andata a finire.
Il secondo dettaglio e' una vera chicca, guardate qua...
Nel centro del paese, accanto a una casa tutta in legno (sulla sinistra), con persino le terrazze in legno scolpito, c'era questa casa tutta nera, con la sua regolare finestra con tendine e fiori.
Una casa di bambola? Macche', e' un pescivendolo.
Se guardate sotto il tetto c'e' l'insegna di un pesce scolpita nel legno, e sulla destra c'e' la scritta verticale Fischierei, cioe' pescivendolo. Il negozio ovviamente e' sul retro, ma dove mai ritroveremmo insieme ordine e amore per la tradizione?
Ci stiamo avvicinando a Salisburgo, che sara' l'argomento di un prossimo post.
Vi lascio col tradizionale saluto di Austria e bassa Baviera, buono per tutte le occasioni: Grüß Gott
(e' come dire "Salve", ma letteralmente significa "salute a Dio". E' un saluto tipico della zona, tanto che se lo dite, che so, in Sassonia e' probabile che vi guardino, straniti, e magari che vi rispondano: Danke).
.
14/09/12
Austria 1 -- Vienna
Siete avvisati.
Pubblichero' 3 post: su Vienna, la valle della Wachau e su Salisburgo.
Vienna e' una dignitosa, rispettabile, attempata signora.
Curatissima, si tiene e ci tiene.
Una signora i cui palazzi sono sempre reimbiancati e stuccati di fresco. Magari con gli interni non proprio al massimo, ma esternamente tutta da guardare.
Una signora che vive nei ricordi e si confronta con le modernita' dell'oggi, ma senza perdere in dignita'.
(OK, sembra un brano copiato, ma e' tutta roba mia, lo giuro!)
E cosi' siamo stati, io e la mia dolce meta', qualche giorno in Austria. Qui racconto quello che abbiamo visto a Vienna. Io ero gia' stato a Vienna per lavoro, piu' o meno 20 anni fa, ma la routine (aereo, meeting, Intercontinental Hotel sulla Johannesgaße, aereo) non lasciava tempo per passeggiare e guardarsi intorno. In questi giorni ho guardato, ascoltato, annusato e gustato il piu' possibile.
Palazzi splendidi, dicevo, e tanti giardini, dove l'erba e' sempre rasata alla perfezione. Nel seguito qualche immagine dei palazzi...
Schönbrunn...
Qua sotto un'immagine emblematica, dove il palazzo sullo sfondo si mantiene, dignitoso, in compagnia di automobili e ragazze in minigonna.
Sono interessanti anche i dettagli architettonici, come questo Atlante che regge il mondo (cornicione dell'Hofburg)
O questa figura sopra il Burgtheater (invocazione? esaltazione? dramma?)
Ma anche piccole sorprese, affacciandosi in un androne...
O una corte interna, lastricata e con tanto verde...
Tanto splendore all'esterno, quanto a volte gli aspetti interni sono trascurati, lasciati, diciamo cosi', "vintage".
Solo come esempio, in una corte ho visto una vecchia indicazione "Settima Scala" sopra a degli infissi in legno, un po' vecchiotti, e uno spago lasciato li' a ciondolare. Sono cose che si notano, se le si paragona agli aspetti esterni, curatissimi.
Tornando ai palazzi, molto ben tenuti, mi ha infastidito anche qualche concessione alla moderna civilta' commerciale. Per esempio guardate questo bel palazzo sul Graben e osservate cosa spicca nell'angolo in basso a destra. Un pugno nell'occhio, per usare una frase fatta. D'altra parte se c'e' chi compra....
A proposito di chi vende e di chi compra: la municipalita' viennese ha da tempo emesso un'ordinanza che proibisce la prostituzione nel centro della citta'. Le operatrici allora, ubbidienti, si sono spostate al di fuori e popolano principalmente il Prater , l'enorme parco con annessa ruota panoramica e grande Luna Park.
Per via del Luna Park in quella zona si rileva un'elevata densita' di operatrici per metro quadro. C'e' sempre molto passaggio e il commercio e' assicurato.
Noi avevamo l'albergo proprio ai confini del Prater e una sera, rientrando dopo cena con la mia dolce meta' a braccetto, sono stato interpellato da un'operatrice con un amichevole "àlo!".
Al riguardo ricordo anche che la prima sera in hotel stavamo disfacendo le valige (operazione scocciante, ma necessaria) quando abbiamo sentito una ragazza strillare fortissimo, chiaramente terrorizzata.
Ci siamo subito affacciati alla finestra. (Oddio, la criminalita'!! Ma dove siamo capitati?).
Niente paura, era solo l'antistante Luna Park, dove una coppia si faceva catapultare verso l'alto -almeno una cinquantina di metri- da un'enorme fionda elastica. E poi hanno rimbalzato su e giu' per un paio di minuti, sempre con la ragazza che strillava con tutto il fiato che aveva.
Noi eravamo un po' lontani ma gli strilli arrivavano benissimo. Ho anche fatto una foto...
Al mattino abbiamo fatto la classica passeggiata nell'area pedonale del centro: il Graben, Santo Stefano, etc. etc. Da notare che Vienna e' divisa in distretti, ognuno dei quali e' un'unita' amministrativa separata: una specie di quartieri. Ma mentre da noi i quartieri hanno un nome, da loro hanno un numero, sempre presente su ogni cartello col nome della strada. Se uno si perde almeno sa in quale distretto si trova.
Qua sotto il cartello stradale del Graben: notare che il numero 1 e' il numero del distretto. Il punto che segue il numero 1 sta a indicare che si deve leggere "primo". Non si dice, ad esempio, "nel distretto 3", ma "nel Terzo distretto". Per dettagli vedere Wikipedia, QUI
Camminando e guardandosi intorno si notano tante cose che un frettoloso turista non vedrebbe. Per esempio questi signori in costume settecentesco...
Non sono dei mimi o delle persone che chiedono l'elemosina, sono invece regolarmente stipendiati dalle associazioni del turismo e dai vari teatri dell'opera o sale da concerto, e distribuiscono volantini con le indicazioni dei prossimi eventi. Notare che la prima persona fotografata ha regolare tesserino di riconoscimento.
Purtroppo il centro, e specialmente il Graben (il? la? Chissa' se e' maschile o femminile), che e' definio orgogliosamente dai viennesi "il salotto", e' ormai una sfilata di brands globali: H&M, Armani, Vodafone, McDonalds, Zara, Benetton, etc. etc.
Ogni tanto c'e' qualche pasticceria, vedere qua sotto una vetrina con delle torte sospese.
Veramente piu' che torte erano composizioni di pasticcini, ma sospese nel vuoto com'erano (fili di nylon) attiravano molto l'attenzione.
L'interno era il solito bengodi....
Notare, in basso, il ripiano sul quale le signore possono appoggiare comodamente la borsa e eventuali sacchetti risultato di shopping: un dettaglio, ma un cliente comodo e rilassato spende piu' tempo nei negozi; e puo' comprare di piu' e meglio.
Amore per i dettagli: notare anche il cartello che segue, posto in una pista ciclabile, cartello che avvisa cha la pista ciclabile incrocia un passaggio riservato alle carrozze: Fiaker.
O i ganci fuori dei minimarket, per fissare i guinzagli dei cani, cosi' che i padroni possano fare la spesa in tranquillita'.
A proposito di animali e di precisione vedere qua sotto il distributore di sacchetti per le "deiezioni" dei cani. Ci sono anche da noi, allora cosa c'e' di strano? C'e' che qui i sacchetti ci sono sempre.
La scritta e' divertente, la traduco con qualche liberta', cosi' da rispettare la rima che c'e' in lingua originale:
Prendi una sacca
per la mia cacca
(non conosco il tedesco, ho usato un dizionario)
E sempre parlando di animali, qua sotto c'e' una ciotola con dell'acqua, per far bere i cani dei clienti.
Dettagli, ma che la dicono lunga sulla precisione degli austriaci.
Anche i piccioni austriaci si comportano ordinatamente....
Sono tutti in fila e ben allineati, niente a che vedere con i nostri piccioni, sempre in disordinato movimento.
La precisione degli austriaci (umani) non e' cosi' maniacale come quella dei tedeschi. Diciamo che un austriaco e', si, preciso, ma non se ne fa poi dei problemi.
Forse e' anche per questo che i tedeschi chiamano gli austriaci "meridionali", nel senso spregiativo di "terroni".
In effetti mentre gli austriaci di fronte a un problema si inventano un accomodamento, una soluzione che aggiri il problema, i tedeschi di fronte al primo imprevisto si bloccano; e poi reagiscono eccessivamente, senza mezze misure.
Secondo me e' per questo che i tedeschi vengono chiamati "testaquadra".
Tornando al turista, questo e' l'interno della cattedrale di S. Stefano. Bella. Ridondante, sia all'esterno che all'interno. Maestosa.
C'e' chi usa la chiesa per raccogliersi e chi per riposarsi un momento. Turisti, turisti.....
Poi, all'esterno, ovunque si vada, si e' circondati e sopraffatti da un asfissiante puzzo di urina di cavalli. E' una cosa che prende alla gola, disgustante. Le povere bestie hanno le loro esigenze, e non possono soddisfarle in un apposito gabinetto, ma il risultato e' pessimo, anche per l'immagine della citta'. Vedere qua sotto la chiazza prodotta da un cavallo.
Il problema e' acuito dal fatto che la pavimentazione e' a pietra lasca, ossia che tra lastra e lastra di pietra c'e' sempre almeno un centimetro abbondante di "fuga". E' li' che l'urina viene assorbita e resta, profumando i dintorni per centinaia di metri. Tutte le mattine il selciato viene lavato con acqua a pressione, ma tra lastra e lastra non c'e' verso di far niente. Alla sera, e con il caldo, i miasmi sono insopportabili. Sara' che il mio olfatto e' piu' sviluppato, ma non vedevo l'ora di andare altrove.
Francamente non so come si faccia a entrare in un bar o una pasticceria di quella zona e consumare un caffe', o un dolce, senza provare disgusto.
Un'ultima cosa, prima di lasciare il centro: vedere qua sotto l'indicazione stradale numero 80 murata nella pavimentazione stradale. Di marmo, grande 1 metro, indica la direzione e la distanza (250 m.) della "Casa di Figaro", cioe' l'abitazione dove Mozart compose l'opera "Le nozze di Figaro".
Per notizie su Mozart (che era, si, un genio musicale, ma che non sapeva tenersi buoni i suoi mecenati -che gli davano da vivere- e che sperperava al gioco tutti i suoi guadagni) vedere su Wikipedia, QUI
Appena fuori dal centro storico, a cominciare dal famoso "Ring", Vienna e' un tripudio da parchi e zone verdi, tutte splendide e tenute benissimo. Il "ring", letteralmente "anello", e' nato dopo l'abbattimento delle mura che difendevano Vienna. Con lo spazio liberato dalle mura, e con lo spazio esterno antistante (dove era proibito costruire), venne ricavato tanto di quello spazio libero da farci dei bellissimi viali di circonvallazione e costruirci degli enormi palazzi ed edifici vari. Come teatri, municipio, parlamento, etc.
Qua sotto due foto di scorci di parchi, con panchine (appena c'e' un po' di sole i viennesi le riempiono) e ragazzi che si godono la natura e ci passano serenamente del tempo.
Ma non mi sono dimenticato che questo blog ha a che fare con la cucina.
Ho gia' detto che non avrei pubblicato ricette, ma vi faro' vedere qualche esempio di cucina austriaca. Indovinate chi e' la persona che qua sotto si fa il suo Brezen fresco (o meglio Laugenbrezen) a mezza mattina?
Io l'ho preso senza imbottirlo di burro (la dolce meta' vigila....). Comunque se vi interessa la ricetta dei Brezen la migliore la trovate nel blog di Alex, QUI
Altra persona che forse conoscete, e della quale avete sentito parlare molto in questo blog, esprime qua sotto la sua opinione sul caffe' viennese.
A questo proposito devo dire che invece il caffe' austriaco a me piace. Certo, quando noi italiani sentiamo la parola caffe' subito associamo l'immagine di una tazzina con dentro poco liquido. Scuro, denso, concentrato e profumato.
Qui in Austria lo si chiama ugualmente caffe', e quindi l'italiano medio lo paragona subito al caffe' che e' abituato a bere in Italia. Ma e' un errore.
Il "loro" caffe' intanto e' molto lungo, inteso come "in grande quantità" (tanto che viene servito in tazzoni, vedere foto precedente), ma non e' come se fosse un nostro caffe' allungato con molta acqua.
No, questo e' un caffe' tostato in maniera molto diversa da come viene tostato in Italia, e il risultato e' una bevanda saporita e profumata, che bevuta a piccoli sorsi riscalda lo stomaco e che dura diversi minuti. Ripeto: chiamarlo caffe' per noi italiani e' un errore, lo si deve immaginare come una tisana profumatissima di caffe'.
E' chiedendo un caffe' che ci si puo' sedere in uno dei famosi caffe' austriaci e starci anche due ore, senza che vi vengano a scocciare per aver libero il tavolo o farvi ordinare qualcosa d'altro.
Qua sotto uno dei famosi caffe' viennesi, il Griensteidl proprio di fronte all'Hofburg.
Ci sono altri famosi caffe' (guardateveli), come il Cafe' Central , o anche Hawelka , o lo Schawarzenberg
E le pasticcerie? Sono un'istituzione. Oltre alla gia' vista (della quale non ricordo il nome)
La migliore e' senz'altro Demel. Arredamento in legno vecchio, atmosfera ottocentesca. Splendido. Peccato che non mi abbiano consentito di fotografare con il flash (gentilissimi, ma inesorabili: puo' disturbare gli altri clienti) e che l'interno fosse molto buio.
Mi sono dovuto limitare a scattare una foto di un banco con delle torte, stando sulla porta.
Le pasticcerie austriache dovrebbero essere tutelate come patrimonio dell'umanita'. E non dico altro....
Quanto al resto della cucina austriaca l'italiano medio e' -al solito- spaesato, ma bisogna adattarsi.
Qua sotto un "primo": gnocchi di semolino in brodo.
E qui una zuppa di cavolfiore con crostini.
Come "primo" una volta ho provato una versione della Wiener Salad (insalata viennese), composta da un paio di diverse verdure, fette di speck e crostini arrostiti, il tutto annaffiato con una vinaigrette, dove l'olio era in decisa minoranza. Insomma...
Pero' dove ci siamo trovati meglio e' stato una sera in un Heurigen (spiegazioni su cos'e' un Heurigen: QUI), nel 19.mo distretto, a Grinzing.
Qua sotto l'entrata, rigorosamente in legno scolpito
Siccome lo scopo originale degli Heurigen era la vendita del vino nuovo era abitudine accompagnare il vino con stuzzichini molto saporiti, in modo da aumentare il consumo del vino.
A noi hanno messo davanti un'insalata di pasta. Orrore!!!!
Pero', poi, passato il primo momento di sconcerto, l'abbiamo assaggiata e vi assicuro che era perfettamente in linea col concetto dello stuzzichino saporito che deve incrementare il consumo di vino. La pasta (rimasta al dente, meno male) viene condita a caldo con piccoli pezzetti di aringa affumicata e speck. Col calore della pasta i sapori si mescolavano in modo stupendo. Su tutto una pioggia di semi di sesamo. Servire rigorosamente freddo.
Inaspettato, stupefacente. Buonissimo. La dolce meta' mi ha impedito di prenderne una terza porzione.
Sono seguiti prosciutto affumicato arrosto, crauti, patate, pollo arrosto, e... wurstel!!! Questi ultimi molto pepati, in piena sintonia con il concetto che molto sapore fa bere di piu'.
Il tutto portato in tavola da cameriere in costume.
Cena accompagnata da musiche dal vivo, violino e fisarmonica. Notare gli altri commensali che facevano finta di niente, nel timore di dovergli dare una mancia. Poi alla fine tutti gli hanno allungato qualcosa.
Serata piacevolissima. Usciti soddisfatti e in hotel crollati subito addormentati (con tutto quello che avevamo consumato....).
Basta cosi', per adesso. Il prossimo post sara' sulla valle della Wachau, un vero paradiso. E infine Salisburgo!!.
.
Iscriviti a:
Post (Atom)