25/10/11

Bucatini delicati



















Veramente "bucatini delicati" sarebbe una contraddizione in termini....
Tanto robusti e aggressivi che proprio non si possono definire anche delicati. Ma se ci si riferisce al condimento, che rende vellutato e sensuale tutto l'insieme, allora si puo'.
Oggi, 25 Ottobre, e' la Giornata Mondiale della Pasta, la prima giornata e' stata nel 1998.
Potevo io, un drogato di pasta (pasta addicted) non pubblicare proprio niente?
Allora eccomi qua, dopo l'avventura degli Habanero canditi.
Transeat, meglio rimuovere....
Ho pensato un qualcosa di nuovo, o almeno credo.  Un ottimo risultato, sia secondo me che secondo la mia cavia preferita.
E inflessibile giudice, la mia dolce (il piu' delle volte) meta'.
Facciamola corta e procediamo.....

Ingredienti per 2 persone
160-180 gr di bucatini buoni
30 gr di burro.  Salato, ma anche no
1 cucchiaio di farina 00
150 gr di latte, come dire un bicchierone
Sale
1/4 di cucchiaino di zenzero in polvere
3/4 di cucchiaino di cannella in polvere
1 cucchiaio di scorza di limone grattata
2 bei ciuffi di basilico
Qualche pomodorino tipo datterino, facoltativo
1 cucchiaio di legno

Preparazione
Mentre l'acqua della pasta e' a fuoco, far sciogliere il burro in un pentolino dai bordi alti (io ho usato una tazza di smalto, eredita' di qualche nonna). Versare zenzero e cannella e mescolare bene col cucchiaio di legno.
Versare poco a poco la farina, mescolando continuamente. Far andare, sempre mescolando, un minuto, non di piu'.
Se resta qualche grumo niente paura, vi diro' dopo come fare. Buttare i bucatini nell'acqua che ormai stara' gia' bollendo.
A questo punto prendere il latte e...  oopsss, mi ero dimenticato che il latte prima andava scaldato fino quasi a bollire con dentro una bella presa di sale.  Una presa robusta.  Ci vuole, ci vuole.
Allora riprendiamo: a questo punto prendere il latte caldo e versarlo gradualmente nel pentolino, sempre mescolando.  Far andare un paio di minuti cosi'.
Rimasto qualche grumo? Niente paura, basta prendere un minipimer (frullatore a immersione) e farlo andare un minuto circa.
Cosi' non vale, dite?    Ma funziona.  E come credete che facciano i cuochi ad ottenere una  salsa cosi' ben vellutata?  Proprio cosi'.
OK, OK, sento che state mormorando che questa e' una besciamella!    Lo sarebbe se la faceste rassodare, questa invece deve risultare molto liquida.  Ve ne sarete gia' accorte dalle proporzioni. Questa in realta' (prendete nota) e' una salsa vellutata bianca. Come tale puo' accompagnare anche della carne. O delle patate bollite. O altro.
Assaggiare questa vellutata bianca e regolare di sale. E' meglio che sia un po' piu' salata che sciocca, altrimenti il piatto finito sembrera' senza carattere.
Siamo ormai alla fine: scolare i bucatini, conservando a parte un po' di acqua di cottura.
Rimettere la pentola sul fuoco, versarci la vellutata bianca (non e' besciamella, chiaro?)  e rimetterci i bucatini.  Mescolare bene in modo da amalgamare il tutto, non e' necessario saltarli.
Se la vellutata bianca era giustamente fluida l'insieme sara' perfettamente amalgamato. Altrimenti aggiungere un po' di acqua della pasta e mescolare fino a ritenersi soddisfatti.
Impiattare subito, cospargere con un po' di buccia di limone grattugiata e con foglie di basilico. Guarnire, se piace, con dei datterini smezzati.
Non state li' a rimirare il vostro capolavoro, portatelo in tavola subito!!




















E' bello anche a vedersi.
Quegli abbracci, quelle compenetrazioni, sono quasi sensuali, vero?
All'assaggio, all'interno della cremosita' della vellutata biamca, si sentono gli aromi di zenzero e cannella.
I profumi di basilico e limone richiamano il sole, l'estate e una certa pigra rilassatezza estiva.
E il contrasto tra la cremosita' della vellutata bianca, morbida e femminile, e la corposita' robusta dei bucatini richiama alla mente quella sensualita' di cui sopra.
Anche afrodisiaco?  Non c'e' che da provare....

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24/10/11

Habanero canditi, l'avventura

 
Qualche tempo fa siamo andati a un pranzo sulla montagna pistoiese, un ristorante da tenere presente.
L'invitato d'onore ero io, qualche giorno dopo era il mio compleanno.
Aria fine, cibo buono, bella compagnia. Come regali? Libri di cucina, barattoli di marmellate e tante altre squisitezze, tutte hand-made.
Era una combriccola di gastrofanatici.
Emanuela, quella della pasticceria bio di Pistoia (QUI e QUI)  ha portato una torta ai mirtilli.
Divina.

Qua sotto la foto, fatta col cellulare (sorry)



















Tra le altre cose la chef ha proposto dei crostoncini di peperoncini canditi, buonissimi.  Non marmellata di peperoncini (gia' vista), proprio peperoncini canditi.
In breve: pane leggermente tostato, un velo di formaggio fuso, un cucchiaino di peperoncini rossi canditi.   Mondiali !!!
Dopo mi sono informato su questi peperoncini canditi. Una cosa semplicissima, e' stato risposto: peperoncini, succo di limone, zucchero, acqua.
E qualche avvertenza......
La prima avvertenza e' procurarsi dei peperoncini non troppo piccanti.
Io mi sono procurati dei peperoncini esotici qualita' Habanero, dei tipi rosso, arancio, verde e cioccolato.
Li ho comprati perche' inusuali e anche perche' avevano dei bellissimi colori, ma ho scoperto solo dopo che la qualita' Habanero e' tra quelle piu' piccanti!!!
Fino al 2007 era considerata la qualita' piu' piccante in assoluto.  Successivamente ne sono state catalogate altre specie, ancora piu' piccanti, ma la Habanero rimane terribile.

Non e', ripeto: non e',  la qualita' da usare per fare i peperoncini canditi.

La seconda avvertenza e' che vanno maneggiati con i guanti.  Non e' un modo di dire, e' fortemente raccomandabile indossare dei guanti quando si puliscono questi Habanero.
Naturalmente io, uomo forte (ha-ha!), ho ritenuto di poter trascurare questa raccomandazione.  
Col risultato che dopo 5 minuti appena avevo le mani in fiamme. E tutto quello che toccavo (piatti, coltelli, etc) diventava a sua volta "pericoloso", facendo bruciare le dita di chi inavvertitamente li toccava.
Mi sono subito lavato le mani, ma niente da fare, dopo 6 lavaggi non era cambiato niente.  E meno male che non avevo graffi o sbucciature sulle mani, altrimenti sarebbe stato un inferno. I guanti li ho messi dopo, per finire il lavoro. Sono testardo.
La ricetta dice che vanno puliti, scartando tutti i semi.  Poi vanno tagliati a pezzi di un paio di cm e messi in un pentolino con egual peso di zucchero e coperti a filo d'acqua. Aggiungere il succo di mezzo limone.
Durante la pulitura e nella successiva spezzettatura la cucina si e' riempita di miasmi irritanti, cosi' che ho dovuto spalancare tutte le finestre.  Dopo un po' Anna Maria che era in un'altra stanza e' venuta a protestare, tossendo e starnutendo.
Guardate che non sto esagerando.   Per niente.
Comunque io, testardo, ho messo a fuoco il pentolino, con lo scopo di far ritirare della meta' il liquido e lasciare poi tutto in infusione.
Dopo 10 minuti ho dovuto rinunciare e mettere il pentolino fuori in terrazza perche', nonostante ci fosse il coperchio, tosse e starnuti continuavano.
Che avventura...

Ultima e forse piu' importante avvertenza: se alla fine le vostre mani bruciano terribilmente mettetevi comunque i guanti, perche' prima o poi dovrete pure andare a far pipi'.....

Insomma: una disfatta.

Ripubblico qua sotto la foto degli Habanero, sembrano inoffensivi, vero?
Alla larga....



P.S. - Spero di avervi fatto sorridere.  Almeno qualcuno si e' divertito....

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19/10/11

Qualcosa di portoghese




















Come forse avrete visto in questo post   siamo stati qualche giorno in Portogallo, un Paese che ci e' rimasto nel cuore.
E nelle papille.
Abbiamo mangiato benissimo e spendendo anche poco. Le porzioni sono gigantesche, si fa davvero fatica a finirle. Un pranzo in un ristorante di buon livello, con cibi di qualita' ed esagerate quantita', composto da antipasto, primo (niente pasta, da loro si usa una zuppa, peraltro squisita), un secondo di pesce con contorno e infine dessert, costa sui 18-20 euro, vino escluso.  Ma se ci si accontenta (si fa per dire) di antipasto e mega piatto di pesce si spendono dai 13 ai 16 euro.
Appena ci si siede ci mettono davanti degli antipasti, che si possono anche rifiutare.  Ma nessuno lo fa...
Allora: forma individuale di pecorino (5-6 cm di diametro), olive condite, sardine fritte o arrosto, pane, burro salato.  Si comincia a spilluzzicare e non ci si ferma finche' non sono rimaste le briciole (e i noccioli, la buccia del pecorino, l'incarto del burro, le code delle sardine....).
In Portogallo le mucche, e quindi il relativo formaggio, sono rare, mentre c'e' abbondanza di pecore e capre. Il loro pecorino e' sempre freschissimo, mai stagionato, con un gradevole sapore acidulo. Le olive sono quasi sempre conservate sott'olio con origano, altre erbe aromatiche e spicchi d'aglio in camicia. Non si finirebbe mai di mangiarle. Ci sono diversi tipi di pane, sempre da spalmare col burro salato. L'insieme e' davvero appetitoso.
Naturalmente IL piatto per eccellenza e' il Bacalhau, il baccala'. Dicono che abbiano una ricetta diversa per ogni giorno dell'anno, e anche piu'. Qui ve ne mostrero' due. Devo dire che in Italia quando pensiamo al baccala', intendo quello salato, pensiamo a un pezzo lungo al massimo 50 cm e con un filetto spesso, a esagerare 3 cm.
In Portogallo no, il loro filetto e' alto anche 8-9 cm.  Mi hanno spiegato che quello a cui siamo abituati e' piccolo perche' pescato troppo giovane, ma se il merluzzo viene lasciato libero di crescere arriva ai 2 metri e oltre 90 Kg di peso.
Il problema infatti e' che la crescita del merluzzo e' molto lenta (si riproduce solo dopo i 6 anni) ed e' oggetto di una pesca intensiva, tanto che la specie e' vicina all'estinzione. La varieta' canadese, forse la piu' pregiata, e' estinta gia' dal 1992.   Ecco perche' il baccala' che vediamo noi e' cosi' piccolo, viene pescato prima che abbia il tempo di riprodursi e percio' ne resta sempre meno.
Piu' dell'80% del merluzzo e' consumato in Portogallo. Se un italiano chiedesse a un portoghese "Ma perche' non smettete di mangiarlo? Lo farete estinguere!", allora il portoghese sicuramente risponderebbe "E voi italiani smettereste di mangiare la pasta?".

Ecco allora che vi riporto due piatti di bacalhau che ho mangiato, con annessa ricetta.


Bacalhau a' Braz 


Il nome deriva da un oste, tale Braz, o Bras, che nel Bairro Alto (quartiere alto, uno dei quartieri di Lisbona) invento' questa ricetta. E' da dire che per questo Bacalhau a' Braz esistono due scuole di pensiero: quella, piu' tradizionale, che sminuzza insieme il baccala', patate fritte e uova, e l'altra, quella con baccala' e patate separati, e senza uova. Io ho assaggiato entrambe le versioni e mi e' piaciuta di piu' la seconda, che e' quella fotografata qua sopra.
In questa seconda versione il baccala' viene cotto in olio, cipolla e aglio e servito con patate a velo fritte. Le patate che vedete in foto non erano patatine fritte confezionate, erano fritte da loro al momento, belle calde!!  Servite contornate da fette di pomodoro fresco, dolcissimo.  A proposito: tutti gli ortaggi in Portogallo sono MOLTO piu' saporiti dei nostri, sara' il sole, sara' l'aria, ma si sente la differenza!! E la cipolla, sempre bianca, e' talmente dolce che la si puo' mangiare cruda col pane, senza gli inconvenienti a noi noti. E' talmente di sapore gentile che in Portogallo mettono ruote di cipolla praticamente ovunque.
Una curiosita': in portoghese Azeite non siglifica aceto, ma olio. Quindi davanti a pietanze cotte con Azeite non vi spaventate, e' normale olio.
Per completezza riporto qua sotto la ricetta della prima scuola di pensiero, quella piu' tradizionale...

Ingredienti per 4 persone
500 gr di baccala' gia' ammollato, spellato e spinato
500 gr di patate
6 uova
3 cipolle
1 spicchio di aglio
4-5 cucchiai di olio d'oliva
Olio per friggere
Prezzemolo
Sale e Pepe
Olive nere

Preparazione
Sminuzzare il baccala', pelare le patate e tagliarle a striscioline fini (a paglia). Tagliare le cipolle a fette fini. Pelare e tritare l'aglio.
Friggere le strisce di patate in olio bollente, fino a doratura, scolarle e tenerle da parte. In una casseruola, possibilmente di coccio, mettere l'olio di oliva, le cipolle e l'aglio e far andare a fuoco basso. Quando la cipolla diventa trasparente aggiungere il baccala' sminuzzato e mescolare con un cucchiaio di legno. Far andare qualche minuto per fare insaporie il baccala' quindi aggiungere le patate dorate e le uova sbattute con sale (poco) e pepe. Mescolare fino a quando il tutto appaia cremoso. Impiattare e servire caldissimo, spolverando con prezzemolo tritato e aggiungendo olive nere.



Bacalhau na brasa






















Dove brasa e' la brace.   Semplice: tagliare il baccala, gia' lavato, e spinato, ma con la pelle, e cuocerlo in gratella sulla brace, non sulla fiamma, 4-5 minuti per lato (o finche' vi piace). Mentre cuoce viene spennellato con liquidi la cui composizione e' la piu' varia, ogni famiglia ha la sua versione.
Accompagnare con patate bollite, carote bollite, ruote di peperone rosso, olive nere e le onnipresenti ruote di cipolla bianca.  E anche l'olio speziato bollente.
Grande novita', almeno per noi.  Spesso accanto alla portata di pesce viene servito un piccolo recipiente in coccio contenente olio caldissimo nel quale sono state aggiunte varie erbe aromatiche, principalmente origano, e spicchi di aglio. Questo olio, colato caldissimo e a piu' riprese sul pesce e sugli ortaggi di contorno, da' un sapore in piu' davvero straordinario.
Idea copiata e applicata subito al nostro ritorno a casa.  Domenica scorsa avevamo ospiti a pranzo e abbiamo servito come contorno delle "batatas a' murro" (segue ricetta) cosparse con l'olio aromatizzato bollente: e' stato un successo.


Batatas a' murro
























(foto dalla rete)

Sono delle patate di misura piccola (5-6 cm, non di piu') bollite con la buccia, scolate e schiacciate lievemente con un pugno (il famoso murro). Quindi cosparse di sale grosso e servite come contorno, con vicino la terrina con l'olio aromatizzato caldo. Sono una vera delizia.  Ve le consiglio vivamente.





Ma naturalmente in Portogallo si trova dell'ottimo pesce fresco ed e' un peccato limitarsi al baccala', per quanto buono riescano a farlo.
Per esempio nel primo pranzo che abbiamo fatto in Portogallo, a Lisbona, abbiamo scelto (oltre al baccala', naturalmente) l'altra grande specialita' portoghese: le sarde alla griglia: "sardinha assado". Noi pensavamo di mangiare un paio di sarde di misura ragionevole, sui 10-15 cm, invece hanno messo davanti a ognuno quattro bestie enormi, con teste e code che debordavano dal nostro vassoio individuale (vassoio, avete letto bene).
Le bestie erano 4, non 2, e grandi sui 30 cm, senza esagerazione. Belle polpute, anche.
A questo proposito devo riferire che un portoghese ci ha detto che a loro le donne piacciono se sono come le sardinhas, cioe' belle polpute.
Comunque le nostre erano, secondo tradizione, intere.  Ossia non pulite internamente, e complete di testa e coda. Queste sarde intere erano un'esperienza nuova, almeno per me. Infatti ho delegato la pulitura delle sardinhas a quella santa donna di mia moglie. Comunque queste sardinhas erano divine: freschissime, lo si sentiva al primo assaggio.     Non le ho fotografate (mea culpa), pero' riporto qua sotto una foto, presa dalla rete.


 





Una nota sul riso: e' onnipresente, servito sempre come contorno. Bollito e insaporito con ortaggi tritati o erbe aromatiche.
Qua sotto un esempio, il riso accompagnava un banale (!) fritto di filetti di pesce fresco.


Quando il riso non e' utilizzato come contorno, ma come ingrediente insieme ad altro, allora e' sempre lasciato piuttosto liquido. Come ho detto nell'ultimo mio post, in Portogallo il risotto praticamente non esiste, o perlomeno quello che loro chiamano risotto e' ai nostri occhi un riso molto molto brodoso.
Ne e' un chiaro esempio il seguente riso ai frutti di mare, da noi mangiato (senza riuscire a finirlo) a Porto.





















 Come al solito in Portogallo le porzioni sono a misura dei rabelesiani Pantagruel e Gargantua: per esempio la porzione singola di bacalhau supera tranquillamente il mezzo chilo.
Anche in questo riso ai frutti di mare, che era stato servito per 2 persone, la quantita' ci ha sopraffatto. La zuppiera che hanno portato era enorme.  La foto puo' ingannare, ma considerate che quello che sporge sulla destra non e' un semplice cucchiaio, ma un bel mestolo. 
E guardate dove il gambo del mestolo si immerge nella zuppiera: quella che vedete e' una cozza. Giusto per darvi un'idea delle dimensioni del tutto....



Un'altra cosa che ci e' risultata nuova e' la Francesinha, qua sotto...


Francesinha












(foto dalla rete)

E' una bomba calorica, ma tanto buona!  Specialita' del nord, tipicamente della citta' di Porto, e' composta da due grandi fette di pane senza crosta (grandi davvero, siamo sui 20 cm), farcite con proscitto e fette di chourizo (a volte affumicato).
Il maxi sandwich viene poi coperto di formaggio fresco fuso e inondato di salsa di pomodoro  e birra speziata, oppure di salsa piri-piri.
Spesso poi viene aggiunto sopra anche un uovo in camicia o dei gamberetti.



A proposito di Porto un'altra loro specialita' e' la trippa, tanto che i portoghesi del Sud chiamano quelli del Nord "Tripeiros".   Ma gli abitanti di Porto si vendicano chiamando quelli del Sud "Mori", riferendosi alla dominazione araba, molto piu' lunga al Sud che non al Nord.



Il Portogallo ha tante altre specialita' che per noi sono nuove, o inconsuete, come il "Migas de Pão do milho", ossia un pancotto all'aglio. Non ho potuto assaggiarlo, peccato, ma vi riporto la ricetta.



Migas de Pão do milho

Ingredienti per 4 persone
500 gr di pane di granturco (milho)
3 spicchi di aglio
Olio

Preparazione
Tagliare il pane di farina gialla a fettine e accomodarlo in una casseruola grande, possibilmente di terracotta, e coprire a filo di acqua calda salata. Far prendere il bollore e lasciar bollire per 5-6 minuti, quindi scolare l'acqua. Con un martello di legno (che i portoghesi suggeriscono di legno d'arancia, e che chiamano "Pe' de chibo", piede di capretto) sbriciolare il pane, ma senza ridurlo in pappa. Nel centro del pane fare un cratere di una decina di cm e metterci l'aglio pelato e tritato grossolanamente. Riempire il cratere con olio e fare un giro d'olio anche intorno al cratere. Rimettere a fuoco basso, far prendere il bollore e quindi mescolare per 5 minuti. Servire con olive in salamoia.



Altra curiosita' e' il "Lombo de porco con ameijoas", cioe' maiale con le vongole. Detto cosi' sembra strano, ma mi hanno detto che, se cucinato accuratamente, e' una vera delizia.  Di questo piatto non ricopio la ricetta, abbastanza complessa. Ma non e' detto che in futuro non voglia provarla, cataplana o no!!!   Comunque una ricetta in lingua originale e' riportata QUI 

Altra curiosita' e' la cottura delle vongole (e di altro conchigliame) nella Cataplana, qua sotto


Cataplana

















Questa e' una specie di pentola a pressione primigenia, ideale per cuocere a vapore, praticamente composta da due mezze sfere schiacciate di rame, con dei cardini su un lato, che si possono chiudere a formare una specie di conchiglia. E' grande sui 30 cm, bella anche a vedersi.
E' stata introdotta in Portogallo dai mori.  L'avrei comprata volentieri, ma i limiti di peso delle valigie ce l'hanno impedito. Ma la prossima volta partiro' con in piu' una valigia vuota!!!!





E veniamo ai dolci....

In Portogallo hanno una pasticceria molto golosa. Spesso nell'intervallo del pranzo si vedono persone (di solito gentili signore) che si siedono in una pasticceria e si mangiano una porzione di dolce accompagnata da un caffe'.  Quando hanno finito se ne vanno, con un sorriso di soddisfazione stampato sulla faccia.
Noi non abbiamo potuto (ma avremmo voluto) provare tanti e tanti dolci, comunque ve ne riporto due: quello che abbiamo denominato "pasticcino misterioso", perche' non ci ricordiamo il nome sul cartellino (e quando l'abbiamo chiesto alla guida ci ha risposto con un diluvio di Sccc... e Sggg... Lasciamo perdere) e i leggendari, favolosi "Pasteis de nata".





















Un sapore di panna, uova, mandorle e cocco: saro' grato a chi mi sapra' dire cosa sono. Buono, e a soli 0,30 euro!!




Pasteis de nata

E adesso i Pasteis de nata, pasticcini alla crema.  Nati nel monastero di S. Gerolamo a Lisbona, nel quartiere di Belem, sono noti come Pasteis de Belem.
Composizione segreta.  Ancor oggi nella pasticceria dove li sfornano caldi durante tutta la giornata i lavoranti all'atto dell'assunzione devono giurare di mantenere il segreto.
Da Belem questi pasticcini si sono poi estesi al resto del Portogallo e, siccome il nome Pasteis de Belem e' registrato, li hanno chiamati semplicemente Pasteis de nata, pasticcini alla crema.
Sono buoni caldi, profumati alla cannella: uno tira l'altro, non si smetterebbe mai.
Qua sotto una delle tante ricette....


Ingredienti per 6 porzioni
Stampini da forno di 8-10 cm
Per la pasta: 250 gr farina e 210 gr di burro
Per la crema....
2,5 dl di panna liquida
4 tuorli
15 gr farina
100 gr zucchero
Scorza di un limone, grattugiata fine
Cannella in polvere

Preparazione della pasta
Impastare con un mixer la farina e l'acqua tiepida, versata a filo, finche' l'impasto non e' malleabile e omogeneo. Far riposare per 15 minuti.
Nel frattempo ammorbidire il burro lavorandolo a forchetta. Riprendere l'impasto, farne un panetto a parallelepipedo e stenderlo a mattarello. Spalmarci sopra 1/3 del burro, lasciando 2 cm liberi su ogni bordo. Ripiegare verso l'interno i lembi della pasta, lavorarla a mano e dargli ancora la forma di un panetto. Stendere ancora, spalmare 1/3 del burro, ripiegare i lembi, lavorare, ottenere un panetto e stenderlo.
Ripetere l'ultima volta col burro residuo, lavorare, ottenere un panetto a far riposare per un quarto d'ora.
Stendere la pasta a uno spessore di 3-4 mm. Tagliarla a strisce larghe 10-12 cm.
Arrotolare ogni striscia dal lato corto, ottenendo delle spirali. Dalle spirali tagliare delle fette alte circa 1 cm. Adagiare ogni spirale ritta in uno stampino, in modo che dall'alto si veda la spirale.
Bagnarsi i pollici e cominciare a stendere dal centro verso il basso e verso i bordi, senza oltrepassarli.

Preparazione della crema
Mettere tutti gli ingredienti in una casseruola, metterla a fuoco basso, mescolare delicatamente finche' non inizia il bollore. Allora togliere subito dal fuoco, far intiepidire e quindi versare la crema negli stampini, ben livellata.

Cottura
Mettere in forno gia' caldo a 220 gradi e far cuocere finche' la superficie abbia un bel colore bruno. Se si formano delle chiazze quasi nere nessuna paura, e' solo una reazione al calore, non e' bruciato.
Estrarre gli stampini, far intiepidire, sformare e cospargere di altra cannella (dipende dai gusti) e da poco zucchero a velo.
Osservare i bordi ben sfogliati, quando si addentano cedono scrocchiando....
E l'interno caldo?    Mangiare subito, evitando di emettere mugolii di piacere.    Se ci riuscite....






















Vi lascio con questo dolce sapore, alla prossima.


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11/10/11

Risotto Margarida



















Margarida e' una cara ragazza che abbiamo conosciuto in Portogallo.  Siccome si era mostrata interessata al mio hobby "cuciniero", e in particolare ai risotti, ho inventato un risotto col suo nome.
I risotti in Portogallo sono piuttosto rari, da loro il riso viene bollito e fa da accompagnamento agli ingredienti principali. Insomma, non e' il protagonista. Quando e' cotto assieme agli ingredienti principali allora il risultato appare, ai nostri occhi italiani, come una specie di zuppa. Intendo dire che il piatto contiene molto liquido, almeno per quello che ho potuto vedere.
Allora, per far vedere a Margarida un risotto "all'italiana", ma anche per accontentare la mia mania di voler inventare piatti nuovi, ecco qua un risotto al baccalhau.

Avvertenza 1: la ricetta sara' molto dettagliata, anzi proprio pignola, per fare chiaro a Margarida le particolarita' della cottura di un BUON risotto.
I gia' esperti mi perdoneranno la verbosita'.
Avvertenza 2: io sono considerato un "talebano" del risotto, cioe' un integralista fanatico. Che volete farci? Io sono cosi', quindi PER FAVORE, non scateniamo una guerra di religione sul giusto modo di fare un risotto. Io lo faccio cosi' e lo consiglio cosi'.   Stop.
Avvertenza 3: il risotto fotografato in questo post mi si e' rappreso mentre cercavo la giusta luce e la giusta inquadratura. Un foodblogger piu' furbo di me avrebbe ottenuto un risotto un po' piu' liquido, cosi' da ottenere una foto migliore.  Io non sono cosi' furbo e questo risotto sembra  (ed e')  troppo solido. Non deve essere cosi', deve essere un po' piu' fluido.  Io l'ho preparato come se dovessi mangiarlo subito, ed era buonissimo, ma non ho pensato al ritardo della fotografia. Piu' cuoco che fotografo, dunque. Mea culpa.
Comunque sia: se volete vedere un risotto che secondo me ha la giusta densita', allora guardate qui:         http://corradot.blogspot.com/2011/03/risotto-in-crema-di-porri-con-sedano.html



Di risotti al baccala', direte voi, ne abbiamo visti tanti, cos'ha questo di nuovo?
Questo risotto viene portato a cottura con una riduzione di brodo di gamberi.  L'idea (e funziona) e' di "ammorbidire" il sapore deciso del baccala' con il dolce del gamberi, in modo da conservare i sapori di mare che vengono da entrambi questi componenti. Questione di equilibrio.
Il risultato e' stato un piatto di sapore delicato e deciso allo stesso tempo.  Direi un piatto raffinato, che puo' essere servito senza paura in un pranzo di un certo tono.
Il risotto che e' mostrato nella foto qua sopra e' stato decorato con olive nere e fetta di peperone rosso, in omaggio alla usanza dei portoghesi di completare molti piatti con questi ingredienti.  Ma e' solo per la presentazione, perche' questo risotto andrebbe gustato senza aggiunte, proprio per apprezzare la delicatezza e l'equilibrio di due diversi sapori di mare.

A proposito, Margarida, ti riporto qua sotto i links ai risotti che ho pubblicato finora. Tutte ricette mie, niente di copiato. Anche se in cucina non si puo' mai dire, inventare qualcosa di nuovo e' veramente difficile.

http://corradot.blogspot.com/2009/10/risotto-carote-pecorino-e-zenzero.html

http://corradot.blogspot.com/2011/03/risotto-in-crema-di-porri-con-sedano.html

http://corradot.blogspot.com/2011/03/risotto-3-per-150.html

http://corradot.blogspot.com/2011/02/risotto-mare-profondo-per-s-valentino.html

http://corradot.blogspot.com/2010/12/risotto-carnale.html

http://corradot.blogspot.com/2009/10/risotto-rosa.html

http://corradot.blogspot.com/2010/06/risottino-curcuma-e-timo-profumato-al.html

http://corradot.blogspot.com/2010/01/risotto-di-mare-alla-triestina-beh.html

http://corradot.blogspot.com/2010/01/percio-la-scelta-e-stata-semplice.html

http://corradot.blogspot.com/2009/09/risotto-un-po-calabrese.html

http://corradot.blogspot.com/2009/09/risotto-con-i-fichi-un-po-tirolese.html

http://corradot.blogspot.com/2009/08/abbiamo-trovato-laringa-fresca-e-quindi.html

http://corradot.blogspot.com/2009/09/risotto-ai-fegatelli-con-5-varianti.html

http://corradot.blogspot.com/2009/06/risotto-in-brodo-di-porri-con-crema-di.html

http://corradot.blogspot.com/2009/04/risotto-con-vegetali-croccanti.html



Ingredienti per 2 persone
160 gr di riso per risotti
150 gr di baccala' dissalato
180 gr di gamberi, o gamberoni, o scampi, etc.
2 spicchi aglio grandi, o 3 piccoli
Pochissimo peperoncino rosso piccante
1/2 bicchiere di vino bianco, dealcolizzato
4 cucchiai da cucina di olio di oliva
Un pizzico piccolo di scorza di limone grattugiata (ralada?)
Una casseruola da 24 cm circa, antiaderente
Un cucchiaio di legno


Preparazione del risotto
Come in tutte le ricette, ma in particolare per i risotti, che richiedono che non ci si distragga, e' consigliabile avere tutti gli ingredienti pronti e a portata di mano prima di iniziare la cottura.

Scelta del riso
Non tutti i tipi di riso sono adatti alla preparazione di un risotto. Il giusto tipo di riso deve essere uno tra i seguenti: Carnaroli, Vialone nano, Roma, Arborio.
Il Carnaroli, oltre ad essere molto caro, in cottura rilascia poco amido, quindi e' adatto ai risotti che non devono risultare troppo densi, troppo cremosi.  Personalmente, preferisco un riso che rilasci un po' piu' di amido e che dia come risultato un risotto cremoso, non troppo liquido.     Esistono comunque due scuole di pensiero: c'e quella che vuole un risotto piuttosto acquoso, tanto che inclinando il piatto tenda a colare fuori, anche se lentamente. E c'e' l'altra scuola, quella dove il risotto si muove, si, verso il bordo, ma non cola.
Io sono di questa seconda scuola e quindi scelgo di preferenza il Roma, che rilascia un po' piu' di amido e che consente di avere un risotto "che non cola".  Questi sono i miei gusti, voi fate un po' come volete.

Preparazione della riduzione di brodo di gamberi
La riduzione e' un componente essenziale di questo risotto. Richiede molto tempo di preparazione, quindi e' consigliabile prepararla in anticipo, anche di giorni, e conservarla in frigo. O, meglio, in freezer.
Per un risotto per 2 persone serviranno 0,75 o 0,8 litri di riduzione. La quantita' che realmente servira' puo' variare dal tipo di riso usato, cioe' se quel tipo di riso assorbira' in cottura piu' o meno liquido.
Nel dubbio preparare una riduzione abbondante.
Si inizia sempre da una quantita' doppia di acqua, nel nostro caso 1,5 o 1,6 litri.
Sgusciare i gamberi e gettare via la testa e la pinna di coda. Molti usano anche la testa, ma siccome il contenuto della testa e' il primo a imputridire, se non si e' sicuri che i gamberi siano del giorno e' piu' prudente gettare via le teste.
Mettere tutti i gusci nell'acqua, coprire a far cuocere a fuoco medio finche' la quantita' si e' ridotta a meta'.
L'interno del gambero lo si usera' per fare altre cose, ma adesso la cosa non ci riguarda. Solo i gusci ci interessano.
Niente sale, perche' nei risotti, ma in questo in particolare (con baccala'), il sale va aggiunto solo alla fine. dopo aver assaggiato. Questo e' l'unico sistema per avere un gusto equilibrato, ne' sciocco ne' salato.
Quando inizieremo la cottura del risotto questa riduzione deve essere gia' calda, quasi bollente. Mai aggiungere un liquido freddo a un risotto in cottura, lo choc termico provocato ai chicchi di riso puo' cambiare molto il sapore finale.
Quando la riduzione e' pronta va filtrata, cosi' da avere solo liquido.

Preparazione del vino dealcolizzato
Il vino e' composto da una parte alcolica, che varia dal 10 al 14 per cento, mentre il resto e' acqua.  Piu' tantissimi aromi ed enzimi, che sono quelli che fanno la differenza di colore, sapore e aroma tra un vino e l'altro.
Il problema e' che la parte alcolica del vino, aggiunta al risotto, ci lascia dentro una nota acida. Quindi bisogna diminuire la parte alcolica, anche se c'e' chi dice che andrebbe eliminata del tutto.  L'unico modo per diminuire o eliminare la parte alcolica e' far bollire il vino. La parte alcolica, molto volatile, evapora quasi subito. Ma c'e' un problema: far bollire un vino troppo a lungo puo' rovinarlo, nel senso che il troppo calore, mantenuto troppo a lungo, fa sparire anche quei sapori, enzimi e aromi che caratterizzano quel vino.
Quando questo accade lo si capisce subito: annusando il pentolino dove il vino sta bollendo non si sente piu' odore di vino. A quel punto, almeno secondo i miei gusti, il guaio e' fatto.
E allora? Secondo me, secondo i miei gusti, il risultato migliore si ottiene facendo bollire il vino per un solo minuto, non di piu'. Si ottiene un buon compromesso tra acidita' e sapori e aromi. C'e' chi aggiunge una quantita' minima di zucchero, proprio una puntina tra pollice e indice. Lo zucchero abbassa molto l'acidita' e ci consente di bollire il vino il meno possibile.
L'unico consiglio che si puo' dare e': assaggiare.
A differenza della riduzione di brodo di gamberi il vino dealcolizzato non si puo' conservare, ne' in frigo ne' altrove. In ogni caso andra' aggiunto caldo al risotto (mai aggiungere liquidi freddi, etc.), percio' conviene dealcolizzare il vino subito prima di cuocere il risotto.

Preparazione del soffritto.
Pochissimi risotti vengono preparati senza soffritto. Il soffritto e' di solito a base di cipolla o di aglio, a volte di entrambi. Per questo risotto il soffritto e' a base di aglio.
Comunque sia per un risotto il soffritto deve essere finissimo, cioe' bisogna tritare la cipolla o l'aglio piu' fini possibile. Lo scopo e' fare passare gli aromi al risotto nel modo migliore, e la finezza del soffritto aiuta molto.
Bisogna versare il riso nel soffritto, o invece il soffritto nel riso? La cosa e' controversa, ma versare il soffritto nel riso rende il risultato piu' "morbido", piu' carico di sapori e odori.  Di sicuro, siccome la "tostatura" del riso (descritta nel seguito) deve avvenire ad altissima temperatura, il povero soffritto, ben riuscito fino a quel momento, cambiera' sicuramente di sapore, arrivando a volte a sapere anche di bruciato (bleah!!).
Nel caso di questo risotto bisogna soffriggere molto lentamente l'aglio in 2 cucchiai di olio e pochissimo peperoncino piccante. Pochissimo!!  E aggiungere subito il baccala' tritato molto fine, max pezzi di 1/2 cm. Anche il baccala' dovra' essere tritato in anticipo e pronto prima di iniziare la cottura.
Attenzione: usare una fiamma molto bassa e far soffriggere per un minuto, max due.  Se i pezzi piu' piccoli di aglio iniziano a cambiare colore vuol dire che si e' vicini al disastro: anche se si spenge il fuoco il calore residuo portera' l'aglio a bruciare.  Se si vede che il colore inizia a cambiare spengere il fuoco e aggiungere 2 cucchiai di acqua fredda, mescolando. E' il minore dei mali, ma in questo modo si arresta la cottura eccessiva.

Quanto ci vuole per fare un risotto?
Non e' facile dirlo, dipenda da molte cose. Dalla qualita' del riso, in primis, poi dall'intensita' del fuoco, dalla quantita' di brodo, dagli altri ingredienti, da quanto viene mescolato, etc.   Diciamo intorno ai 15 minuti, molto all'incirca.

Quanto bisogna mescolare?
Anche qui ci sono due scuole di pensiero: quella che dice di aggiungere molto brodo all'inizio e mescolare molto solo verso fine cottura e l'altra, quella che impone di aggiungere poco brodo per volta e mescolare praticamente per sempre. Io sono della seconda scuola, quella che obbliga a stare davati ai fornelli, sempre mescolando.
Non ci vogliono distrazioni, ci vuole invece tempo e passione per la cucina.
Una volta una amica/collega americana mi chiese di spiegare "bene bene" come si fa un vero risotto, ma quando senti' che si doveva spendere cosi' tanto tempo, nella preparazione degli ingredienti e nello star li' a guardare una pentola, sempre mescolando, mi disse: "Molto interessante, ma non fa per me. Ho altro da fare nella vita, io, che stare a mescolare un risotto".
Volevo rispondere "E allora sarai condannata a mangiare surgelati scaldati nel microonde per tutta la vita", ma sono stato zitto.  Non ne valeva la pena.

Preparazione del risotto
Ci siamo. Dovrete avere davanti a voi, sui fornelli, 4 cose: la casseruola antiaderente nella quale si eseguira' la cottura del risotto, il pentolino con la riduzione calda del brodo di gamberi, con dentro un mestolo ("concha"), il pentolino con il vino dealcolizzato, anch'esso caldo, e in ultimo il pentolino con il soffritto, appena fatto.
Gli altri ingredienti devono essere a portata di mano.
Mettere la casseruola a fuoco medio-alto e quando e' calda aggiungere i 2 cucchiai rimanenti di olio di oliva.   Agitare la casseruola in modo che l'olio si scaldi bene e quindi versare il riso, mescolando.
Questa operazione si chiama "tostatura" del riso  e serve, per mezzo dell'alta temperatura, a chiudere i pori dei chicchi.  In questo modo si aumenta la tenuta alla cottura e si ottiene un risotto con i chicchi al dente.  Ricordate: il risotto deve essere masticato, altrimenti non e' un risotto. 
Se il riso non viene tostato il risultato finale assomigliera' al riso bollito, con i chicchi praticamente disfatti.  Orrore.
La tostatura si ottiene mescolando il riso per qualche minuto, in modo che il calore arrivi a tutti i chicchi in maniera uniforme. Il riso e' tostato bene quando i chicchi saranno quasi trasparenti o il riso comincera' a fare dei piccoli rumori. In quel caso si dice che il riso "canta".
Quando la tostatura e' terminata si aggiunge un mestolo di brodo e lo si fa ritirare completamente, sempre mescolando. In tutti i risotti il liquido di cottura (nel nostro caso la riduzione di brodo di gamberi) viene assorbito dai chicchi di riso, che in questo modo acquisiscono anche quel sapore. Quando il primo mestolo di brodo e' ritirato, ma il riso non e' proprio secco, versare il vino dealcolizzato, sempre mescolando.
Quando anche il vino e' praticamente finito, portare il riso a cottura aggiungendo ogni volta che il precedente liquido e' esaurito un mezzo mestolo di brodo. E mescolando. Quanto mescolare? Da questo momento in poi conviene mescolare ogni 30 secondi circa, girando lentamente 4 o 5 volte.
Un risotto va cotto scoperto. Se coprite un risotto avrete prodotto una pentola di colla.
Dopo i primi 5-7 minuti di cottura aggiungere anche il soffritto e mescolare, per farlo spargere bene.
Dovete sempre star li' a guardare, aggiungendo mezzo mestolo di brodo quando serve, e mescolando ogni 30 secondi circa.
Ci vuole dedizione (dedicação?), ma il risultato sara' molto, ma molto migliore di un qualsiasi altro risotto abbiate mai assaggiato. Compreso quello che preparano nei ristoranti, dove per la fretta aggiungono molto brodo all'inizio e se ne vanno a fare altro, per tornare a mescolare verso la fine. Credimi, Margarida, la differenza c'e'. E si sente.
Il sale: dopo almeno 10 minuti bisogna assaggiare e valutare se si deve aggiungere del sale.  Se lo aggiungete, fatelo subito dopo l'aggiunta di un mezzo mestolo di brodo, cosi' il sale puo' sciogliersi meglio.
Ma insomma, quando e' che un risotto e' cotto?
Semplice, dovete assaggiare. Quando stringendo tra i denti qualche chicco sentirete che l'esterno cede, ma l'interno oppone resistenza, ecco, quello e' il momento di toglierlo dal fuoco.
Dovrete fare diverse prove, io consiglio di toglierlo ancora un po' prima.  Attenzione alla fluidita', se il risotto vi sembra troppo secco aggiungete ancora poco brodo. Poco!!!
Questo "Risotto Margarida" non necessita di mantecatura con burro, o formaggio, o altro: va gustato cosi', PURO.

Come servire il vostro capolavoro
Il risotto va servito e mangiato SUBITO, prima che si solidifichi (come e' successo a me mentre perdevo tempo con le varie inquadrature fotografiche....).
Sopra a ogni piatto far cadere una piccolissima quantita' di buccia di limone grattugiata.

Forza, servitelo.   E aspettate i primi commenti.   Sara' un successo sicuro.






















All'assaggio si sentono i due sapori, senza che uno prevarichi l'altro.  E' un risotto raffinato ed equilibrato.  Un insieme delicato e insieme intriso di sapore di mare.

Non dico altro, godetevelo.


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06/10/11

Il Paese dello "Scc..."






























































Premessa: dopo queste tre foto turistiche si avvisa che questo e' un post di osservazioni sul Paese, sulla gente e sulla vita spicciola.  Niente panorami, niente foto di monumenti.  Insomma, niente cartoline.  Se le preferite e' meglio che ve le guardiate con Google, qui vi parlero' d'altro.
Vi parlero' di un Paese che ci e' rimasto nel cuore, quello che avevamo battezzato "il paese dello Scc...".

E' il Portogallo, dove lo "scc.." abbonda.
Per scherzo si usa dire che per parlare spagnolo basta aggiungere a tutte le parole una "s".    Se fosse vero per parlare portoghese basterebbe abbondare con lo "scc...". Ma non e' cosi', la lingua parlata e' di difficile comprensione.   Infatti, mentre il Portoghese e' abbastanza facile da leggere per noi italiani, e' invece molto difficile da capire, anche per via dei famosi scc....
Per rendersene conto basta ascoltare questo professore che spiega della grammatica.   Provate a contare quanti "scc..." sentirete.    Anche se, mi dicono, il professore ha un forte accento brasiliano (il portoghese-brasiliano e' un po' differente dal portoghese-portoghese).
Allora: alzate bene il volume sul PC e cliccate QUI

Sentito quanti "scc..." e "sgg.."?

Poi ci sono alcune cose che per noi italiani sono curiose, divertenti, o imbarazzanti, dipende dai punti di vista.  Per esempio come "Ficar" che significa "stare, rimanere" (quindi "Fica" significa "sta, rimane"), e altre.

Nel capire lo scritto invece ce la possiamo cavare, ecco qua sotto alcuni esempi...


Fine lavori 


























Parrucchiere da uomo e callista





















Listino prezzi parrucchiera per signora


























Annuncio per studenti















"Aluga-se" significa Si affitta.   Poi: "appartamento ammobiliato con uso di cucina con tutte le comodita', stanza da bagno privata e accesso a internet. Sono incluse tutte le spese".
Nella seconda meta', nella frase che inizia con "Fica" (ricordate?): "Rimane a 10 minuti dall'Universita', con frequenza autobus di 7 in 7 minuti verso Piazza della Repubblica".


Vendita candele e lumini di cera (non e' qui che si riforniscono quelli di Striscia...)





















Alcune cose che in Italia ci sono familiari si trovano anche qui...























E ditemi se non riconoscete il logo di questi chioschi, molto comuni, dove vendono gelati























All'arrivo a Lisbona la cosa che per prima ci ha colpito e' stata la luce.   Tanta, bella.



















Ce ne siamo resi conto perche' alla discesa del pulman che dall'aeroporto ci ha portato a Belèm siamo stati attorniati da persone con le mani piene di occhiali da sole. Sul momento abbiamo pensato: che cosa curiosa! Ma dopo dieci minuti eravamo tutti con gli occhi ben strizzati.

Cosi' e' il Portogallo: tanta luce.









































Un'altra cosa che ci e' rimasta nel cuore e' la gente: calma, senza frenesie.  Le auto si fermano non appena si scende dal marciapiede, il traffico scorre senza prepotenze e nessuno suona il clacson (a Lisbona solo un po').

Mi e' capitato di vedere fermarsi, in una strada stretta, un'auto.  E il proprietario scendere, aprire il bagagliaio e scaricare tre o quattro casse di vino per un ristorante li' a fianco.  Prendeva una cassa, la portava dentro, tornava a prendere un'altra cassa, e cosi' via. Nel frattempo dietro a quella macchina se ne sono fermate altre quattro. Nessuno ha suonato, nessuno dava segni di impazienza. Hanno aspettato con calma che lo scarico finisse, poi sono ripartiti, tranquilli.
Certamente hanno pensato che per un paio di minuti non valesse la pena agitarsi.    Un paio di minuti!!   Tanto ci e' voluto.      Da noi lo avrebbero steso a colpi di clacson...

Abbiamo fatto il classico giro dei turisti: Lisbona, Cascais, Cabo Roque, Sintra, Braga, Batalha, Guimaraes, Viana do Castelo (chissa perche' la citta' che mi e' piaciuta di piu'), Coimbra, Nazare', Fatima, Alcobaca, etc.


A Nazare' l'oceano era bellissimo, onde di due metri, una spiaggia infinita, Anna Maria che voleva stabilirsi li'      (io resto qui, in Italia non ci torno).









































La vita non e' cara, un giro in taxi di oltre mezz'ora per 6,50 eur, un pasticcino e un caffe', servitici al tavolo di una bella pasticceria 0,90 eur.

Al nord Anna Maria ha comprato delle scarpe.  Bellissime, fatte a mano (lo si vedeva chiaramente) per soli 48 eur. Quando Anna Maria le ha portate dal suo calzolaio di fiducia (voleva capire se l'avessero imbrogliata) si e' sentita dire dal calzolaio -ammirato- che erano fatte davvero bene e che valevano ALMENO 200 eur.

C'erano tante cose belle da comprare, ma il limite di peso delle valigie ci ha dissuaso.



Se un turista non si occupa solo di monumenti, ma guarda la vita intorno a se', puo' vedere tante cose. Per esempio queste frequenti "Casa da sorte" (casa della fortuna), dove si vendono biglietti delle varie lotterie























Sono entrato in una di queste e su un lato c'era una statua della Madonna, alta, e non esagero, almeno 2 metri.






















Oppure un lustrascarpe

























O una vecchietta che lavora all'uncinetto e ricama, seduta in un angolo.    Anna Maria ha detto che la vecchietta li produceva lei, niente Cina. Le ha anche comprato dei ricami spendendo pochissimo.




O una serena coppia "bicolore", cosa inaudita in certi Paesi.


Devo dire che le persone di pelle piu' scura, di origine brasiliana, sono per lo piu' impiegate in lavori umili, come cameriera di hotel, spazzini, e cosi' via.  Tutto il mondo e' paese, ho pensato, certi lavori ormai finiscono dritti ai non residenti (diciamo cosi').




Certa gioventu', invece, specie se sostenuta dalla famiglia, se la gode con gli studi universitari. A Coimbra ne abbiamo visti tanti, molti con i tradizionali mantelli neri. Questi sono indossati al Giovedi, per tradizione, o all'inizio dell'anno accademico. Non solo il mantello, studenti e studentesse che scelgono la tradizione del "Giovedi dello Studente" devono essere vestiti completamente di nero, con cravatta, ugualmente nera, e con una camicia bianchissima.
Questi costumi sono rigorosamente su misura, e quindi sono gli studenti di famiglie facoltose che osservano la tradizione.











































Come altri studenti del mondo anche in Portogallo esistono le confraternite studentesche, e all'inizio dell'anno, per fare cassa, gli studenti si fanno fotografare insieme ai turisti, oppure cantano per strada.























Ci siamo fermati ad ascoltarli, erano bravi, e alla fine li abbiamo applauditi.   Erano quasi sorpresi.
E quanta gioia di vivere, in quegli occhi























Abbiamo, naturalmente, lasciato il nostro obolo.




Come sono le citta' Portoghesi? Belle, piene di verde, curatissimo, ordinate, e pulite.  Niente cartacce o altro, in giro.

Le case sono ben tenute e belle a vedersi, sembrano imbiancate ogni anno.  I colori vivaci, le ringhiere.  I portoghesi ci tengono molto.






















Ma le citta' portoghesi sono anche RIPIDE.    Notare il corrimano sul bordo destro della strada.





















Erano anni che non facevo tante salite....


Ultima tappa a Fatima. Intorno al santuario si sono sviluppati millanta negozi di ricordini, e' una citta' che campa di turismo/pellegrinaggio.  C'e' addirittura -e ci siamo entrati- un outlet grande piu' di un ettaro, con all'uscita 7 o 8 casse affiancate, modello supermercato. Migliaia e migliaia di oggetti per pellegrini, ma soprattutto per turisti.
Attrezzatissimi, c'era persino una scaffalatura di libri di cucina portoghese, ma in tutte le lingue. Indovinate un po'? Ho comprato due libri in lingua italiana.

Ma Fatima e' anche luogo di culto, la sera siamo andati a vedere la processione delle candele.
All'inizio abbiamo assistito a quasi due ore di rosario, con sacerdoti che si alternavano in almeno quattro diverse lingue (Padre nostro e Ave Maria fanno uno strano effetto in Portoghese e nelle altre lingue).
Qua sotto il rosario presso la cappella dell'apparizione.





















 A intervalli regolari, mentre il rosario proseguiva,  venivano fatte alzare le candele. Siccome la lingua italiana non era contemplata non saprei dire quando e perche' venivano alzate le candele.





















 Poi la processione e' iniziata, dietro a una enorme croce al neon e a dei sacerdoti sotto un baldacchino.  Nel frattempo dei fedeli che traversavano in ginocchio l'enorme piazzale hanno continuato la loro penitenza.
























Era molto suggestivo






















 


Qui si vede lo svolgersi della processione nell'enorme piazzale. In fondo si vede la testa della processione, con la croce al neon




















Per quel che ho potuto vedere i portoghesi sembrano piuttosto religiosi, specie nelle piccole citta'.
Hanno anche tante chiese, in diversi stili (gotico, manuelino, barocco classico, barocco flamboyant).
Mi ha colpito un'acquasantiera, fatta con un'enorme Tridacna, di almeno 80 cm.  Mi hanno detto che e' in ricordo del battesimo di Gesu', eseguito appunto con l'acqua raccolta con una conchiglia.























Quante cose ci sarebbero da vedere e da approfondire: e' facile trinciare giudizi dopo pochi giorni di visite. Penso che per capire e apprezzare una qualunque cultura ci si debba nascere, e ancora non basterebbe.





Dimenticavo il Fado: abbiamo imparato che ce ne sono di due tipi, quello di Coimbra e quello di Lisbona.
 A Coimbra l'accompagnamento e' fatto anche con una chitarra di forma particolare, a 12 corde.
Ovviamente siamo andati a sentirlo cantare









































Mi spiace, non ho avvertito quella saudade, quella nostalgia, che pervade le canzoni.   Ma forse la si percepisce solo comprendendo le parole portoghesi.
Similmente, mi sono chiesto come facciano i non italiani a capire Dante e la bellezza dei suoi versi endecasillabi.



E la cucina, direte?

Su quella faro' un prossimo post.  Per l'intanto vi passo tre foto delle attrezzature di cucina del palazzo reale di Sintra, con pentoloni, spiedi di quasi 3 metri e uno scaldavivande dell'epoca (tardo '500).


































































Vi lascio con due foto del monastero di S. Gerolamo.
Che c'entra con la cucina?    C'entra, c'entra, perche' e' li' che sono nati i Pasteis de Belèm, successivamente imitati in tutto il Portogallo come Pasteis de nata.



















































I famosi Pasteis di Belèm sono una vera goloseria, ne parlero' nel prossimo post e provero' a rifarli. Tanto semplici sembrano a vedersi, tanto complessi sono a realizzarsi.   Vedremo.






















Alla prossima


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