16/11/14

MTC 43, muffins e pensieri vaganti

























NOTA - Questo post e' un classico esempio di brain storming, dove il pensiero salta da un ricordo, a un'immagine, a qualcuno, a una musica, a una frase ascoltata per caso, a un luogo dove siamo stati.
E' cosi' che il cervello lavora, per associazioni.  Ed e' cosi' che ho scritto questo post, partendo dalla lingua italiana per arrivare ai muffins.

Chi mi conosce sa che tengo moltissimo ad un uso corretto della lingua italiana.  Mia moglie (gia' nota come La Santa Donna, per la pazienza che esercita con me) si stizzisce quando la correggo mentre mi parla.  Lo faccio senza pensarci, e' piu' forte di me.  Eppure in tutti questi anni avrei dovuto imparare che non le piace essere corretta e' che e' meglio tenere la bocca chiusa.  
Quante volte sara' capitato a voi di pensare: "Acc... se fossi stato zitto"?   Ecco, a me capita spesso.


All'accorruomo in via Durini

Prima di spiegare cosa c'entrano i muffins con la lingua italiana devo riportarvi un pezzo delizioso sul mutare della lingua.    E' stato scritto da Felix Dessi' nel 1962.
Questo signore, oltre ad essere un noto letterato milanese e ottimo traduttore (mestiere arduo, e misconosciuto, spiace dirlo) e' anche autore di un libro di ricette pubblicato nel 1955, "La signora in cucina" e quindi citarlo in un un blog di cucina e' quanto mai appropriato.
Sul mutare della lingua italiana, dicevo.    Ecco il pezzo, godetevelo.

Da un quotidiano, in questi giorni (1962):

SCIPPO FALLITO IN VIA DURINI

Nel tardo pomeriggio di ieri, appena uscita dall'ufficio dove lavora, la diciottenne Maria Grazia D. stava percorrendo il marciapiede di Via Durini, quando è stata scippata della borsa da un ragazzo in motorino.
Bloccato in qualche modo dai passanti, il malvivente è stato preso a pugni e calci da una folla inferocita.  Restituita la borsa alla vittima, lo scippatore ha poi tentato di impietosirla, sperando di facilitare il suo rilascio.
Maria Grazia D. si è dimostrata irremovibile, e lo scippatore è stato preso in consegna da una volante della Polizia, sopraggiunta nel frattempo.

Ed ecco come il cronista avrebbe potuto descrivere lo stesso fatto di cronaca, se  avesse avuto alle spalle buoni studi, e avesse fatto tesoro degli insegnamenti ricevuti dai suoi professori di Lettere.

ALL' ACCORRUOMO IN VIA DURINI

Iersera, mentre il Sole si avviava rosseggiando all'occàso e con gli ultimi rài saettava le nubi dorate, una giovin donzelletta, Maria Grazia D., che volge sul finir dei diciott'anni, avendo posto termine alla sua laboriosa giornata nell'uffizio di scritttura ov'è con altre a lei simiglianti impegnata, si avviava lieta in core al focolare, ove l'attendea la pia madre dal bianco crine.
Transitava ella lungo il marciapiedi di via Durini, costeggiandone quasi il ciglio, tutta assorta nei suoi innocenti pensieri, quando un giovinastro, uno di quei scapestratelli, teppisti appellati nella metropoli lombarda, le si avvicinò fianco a fianco sul suo rombante biciclo a motore e ratto, con lesta mano a tali delitti adusa le strappò la bolgetta che pendeale da una cigna lungo l'anca.
Riscossa dal sogno al rumor della correggia strappata, la donzelletta si sbiancò in viso, poi divenne di fiamma. Ventimila lire contenea la bolgetta, ventimila lire di sudati risparmi, che raggranellato ella aveva giorno per giorno, onde comprar nastri, pizzi e merletti dalla crestaia, per adornarsi alla festa del Santo Patrono e così apparire più bella agli occhi degli onesti garzoni.
- All'accorruomo! - gridò la giovinetta.
Aita! Aita!  Fermate quel garzone che la bolgetta mia involò!  Guardate messeri la correggia strappata, che con il suo rumore mi riscosse dal dolce sogno della madre antica!
Una folla uscì dalle case, un capannello si formò per la strada. Gli uomini correvano alla riscossa, le donne facevano strepito.  Un sergente di città. afferrato il suo fischio d'argento, modulò il richiamo della legge.
Accorreano le guardie.
Invano il giovinastro tentò di fuggire.  Per i malvagi non c'è salvezza!  Un semaforo mutò il verde in rosso e lo costrinse a fermarsi.  Mille mani lo afferrarono, mille pugni lo contusero.
Lacero e pésto fu consegnato alle guardie.
La donzelletta, stringendo al seno la bolgetta dalla correggia infranta, che mani pietose le avevano restituito, guardò con occhi ancora umidi di pianto, il giovinastro condotto agli ergastoli.
- Perdonami, bella fanciulla innocente, perdona la correggia strappata, perdona la bolgetta involata! le gridò il giovinastro da lontano.  E' stata la fame a spingere la mia mano, è stata la fame che obnubila la mente, e non la malvagità del cuore!
- Io ti perdono, rispose ella con un mesto sorriso, ma potrà mai perdonarti la legge?
E, scuotendo il capo, avviossi verso il focolare.


Avete appena letto un bell'esempio di come la lingua, quella italiana come qualunque altra, beninteso, possa cambiare con il passare del tempo.  
Lo stile si alleggerisce, si tende alla sintesi e nascono nuove parole, come “scippo” e “motorino”.
Mentre io non scriverei mai nello stile de "All'accorruomo in Via Durini", potrei invece avere da ridire su come scrivono certi giornalisti, anche se bisogna conceder loro che sono tiranneggiati dal poco spazio disponibile in pagina.  

E tralascio pietosamente gli sfondoni di certi giornalisti televisivi, all'occasione anche dediti all'assassinio di congiuntivi, per me motivo di dannazione eterna tra le fiamme.

Il Prof. Vannucci

A proposito di stile: ognuno di noi nello scrivere ha il suo, il mio si e' formato principalmente  negli anni delle superiori, dove ho studiato e sudato col Professor Marcello Vannucci.  

Noto dantista, amico di Montale e di Saviane, direttore di riviste, scrittore fecondo (oltre venti libri su Firenze nei secoli e sui suoi personaggi) era temuto e adorato dai suoi studenti.     Temuto in quegli anni, ricordato con  blanda nostalgia negli anni successivi.
I suoi giudizi sul nostro operato erano sempre “stitici”, come dicevamo noi, ma impeccabilmente giusti.

Era abilissimo nello scoprire chi si applicava e chi no, chi imparava a memoria (un “lazzarone mentale”) e chi invece ci aveva riflettuto, e in quale misura.     Ricordo ancora come, dopo aver ascoltato un allievo che non lo aveva convinto, se ne uscisse con il temuto “Me lo ripeta con altre parole”. 
E li' c'era poco da fare, o avevi padronanza dell'argomento o crollavi.   
Ci spremeva.  Per il nostro bene, diceva lui.
A volte negli ultimissimi minuti, quando gia' ricominciavamo a respirare, ci tirava la mazzata: “Per la prossima volta portatemi due paginette su....”.   Poteva essere qualunque cosa, mi ricordo ad esempio de “... gli ideali: sono utili o dannosi?”.
Leggeva poi tutte le paginette e la volta ancora successiva chiamava qualcuno e: “Il suo approccio non mi e' dispiaciuto, me lo riesponga, approfondendo i concetti”.     Tutto faceva media, col Prof. Vannucci.
Sopportava il programma ministeriale perche' doveva, ma era sempre in cerca del modo migliore per incuriosirci, imbarazzarci e forzarci cosi' ad aprire la mente.  

Una volta ci incuriosi' col fatto che “A Garibaldi piacevano le donne, e ne ebbe diverse, col seno voluminoso.  Anita non faceva eccezione”.   
Per imbarazzarci tirava dei colpi improvvisi, indicando qualcuno:  “Perche', secondo lei, scoppiano le guerre?”.  Oppure: “Che ne pensa del Carducci?”    A lezione di Lettere avevi voglia di imparare il Natalino a memoria....  (il Sapegno, per quelli dello Scientifico).
Tollerava i neologismi, in favore del concetto che la lingua cambia, ma non sopportava le esagerazioni, tanto che un allievo che, povero lui, scrisse “cervelloticamente” fu impietosamente segato.  Fu poi salvato, in sede di giudizio annuale, perche' andava bene nelle altre materie.
i' Vannucci”, come lo chiamavamo noi e' mancato nel 2009, adesso lo ricordo, e non solo io, con affetto.
A sua gloria basti ricordare che i suoi allievi erano sempre i migliori della scuola. 
















Accademia della Crusca e social networks

La lingua cambia, dicevo, e non e' semplice tenere un giusto equilibrio, tra un passato immobile e il futuro che spinge.    Questo esercizio d'equilibrio lo fa, da secoli, l'Accademia della Crusca.   Che non e' un sinedrio di professoroni attaccati al passato, ma, al contrario, e' vivace attrice anche in Internet.  Per aiutare e consigliare chi avesse dubbi sul buon uso della lingua.  Peggio sta chi non ha dubbi.  L'amica Vera Gheno cura la sezione Twitter dell'Accademia con notevole successo, tanto che ad oggi l'Accademia ha oltre 20.000 followers.   Qui una sua recente intervista  e qui un articolo su Wired, incredulo del connubio tra Accademia e social network  




Si, ma cosa c'entra tutto questo con i muffins?

C'entra, perche' io vedo i muffins come un esempio di scrittura giornalistica.

Non rifinita, a primo sguardo;  un po' grezza all'interno;  ma comunque adatta a un veloce consumo.
Altri sono i dolci piu' adatti ad un consumo posato,  penso a certi dolci francesi, raffinati fino all'inverosimile e pertanto meritevoli di rispetto e concentrazione nel gustarli.
Quindi, almeno per me, i muffins sono rozzi e vigorosi, un po' come certi americani con cui ho lavorato. 

Del resto nel Sud degli Stati Uniti i muffins venivano preparati dalle cuoche padronali per essere consumati dalla servitu', quindi con pochi semplici ingredienti, e in fretta, senza tanti preziosismi.   Solo in seguito i padroni di casa, e poi le massaie comuni, li adottarono, come veloci peccatucci di gola e come dolcetti tuttofare.
Chissa' perche' quando penso ai muffins e agli USA mi vengono alla mente certe caffetterie americane, tipo quella raffigurata da Ted Hopper, uno dei miei pittori preferiti, nel suo archetipico dipinto "Nighthawks", nottambuli, qui sotto.
 














Sicuramente oltre al caffe' e alle classiche fette di torta con gelato in quella caffetteria  avranno servito anche i muffins,  saranno li', sotto la loro campana di vetro.  Ma le persone presenti sembrano limitarsi al caffe', o forse no, forse l'uomo di spalle ha davanti a se' le briciole di un muffin, segno di un momento che e' passato.  E chi saranno le persone che a notte fonda siedono in  quella caffetteria?    Cosa le ha portate li'?  
La donna, e' un po' annoiata, guarda qualcosa che ha in mano.   L'uomo accanto a lei tiene la sigaretta bassa, ha appena detto qualcosa all'addetto notturno e questo gli sta rispondendo.  Parleranno di sport, tanto per far muovere un'ora di stanca?  Chi vincera' quest'anno, i Mets?   I Dodgers? O i Tampa Bay?
E' notte tarda, fuori della caffetteria.    Che ora sara'?   
Indubbiamente Edward “Ted” Hopper era un maestro nel cogliere istanti di realta'.    Cosa non darei per un suo quadro in originale, in casa ho solo delle stampe.
Nei quadri di Ted Hopper i muffins non sono mai raffigurati, ma potrebbero esserci, a buon titolo, e possiamo tranquillamente immaginarli.
 

A vederli nella realta', i muffins hanno un che di carnale.   Invogliano al consumo, che avverra' a morsi, quasi con volutta'.   Il nome, almeno nel volgare USA, ha anche una connotazione sessuale.   Riporto una definizione, ma senza tradurla:A girls vagina - Many different kinds, like blueberry (shaved), buttered (with cum), and many more”. 
Donne e muffins.....      Ma non c'e' bisogno di involgarirsi, basta guardarle, le donne, come diceva anche Jack Kerouac in  Desolation angels: "Scoppieranno guerre per gli occhi delle donne".    O anche come diceva anni prima William Shakespeare: "Dagli occhi delle donne derivo la mia dottrina: essi brillano ancora del vero fuoco di Prometeo, sono i libri, le arti, le accademie, che mostrano, contengono e nutrono il mondo". 
Non c'e' dubbio che gli occhi di una donna contengano tutto, ma anche quello che c'e' intorno vale.  Pensavo a quanto piace a noi ometti esibire al nostro fianco una bella donna.  Accompagnarla sotto gli sguardi di tutti, con la mano che accarezza la curva della sua vita.  Ci piace, eccome.   

E adesso, proprio per questo, sto pensando a Wonderful tonight, di Eric “slow hand” Clapton.
Sapete, anni fa pensavo all'aspetto della donna che avrei sposato, la immaginavo alta, molto alta, un tipo irlandese, capelli rossi, pelle cruscosa, cosce nervose, occhi verdi.      La vita ci porta poi su sentieri diversi, la mia consorte e' piccolina e con gli occhi di un caldo marrone.  Ci sto benissimo ormai da tanti, tanti anni, e la esibisco volentieri e con orgoglio. 
La mia consorte.... termine desueto, ma che mi piace molto, letteralmente “che divide la stessa sorte”.
Zuccheroso per zuccheroso torno a parlare di muffins.    Mi torna spesso in mente una scenetta alla quale, anni fa, assistevo ogni volta che mi fermavo a far colazione in qualche Autogrill.   

Per qualche anno ho fatto il venditore (oggi lo chiamano "Business Account Manager", ma sempre venditore e') e ho macinato in autostrada tanti di quei chilometri che ho ancora negli occhi la linea tratteggiata che mi viene incontro.     Qui emerge un'altra citazione, ancora da Jack Kerouac, nel suo famoso On the road: "....dovevamo ancora andare lontano. Ma che importava, la strada e' la vita". 
Sulla strada avevo il tempo di riflettere, ma c'era anche il tempo delle pause all'Autogrill: gasolio, toilette, colazione all'alba con cappuccino e brioche.     Ho un po' di nostalgia per quella vita: ore di autostrada per vedere di persona il direttore del major account e, dopo la stanchezza di alzataccia e ore di guida, guardarlo in faccia, concentrarsi per leggere le sue reazioni e convincerlo a chiudere il contratto.  

Vita anche randagia, anche solitaria, ma con un suo fascino: essere solo nella notte che sta scolorando, in attesa che arrivi la tua stazione di servizio preferita.
In quegli anni la direzione degli Autogrill tento' di introdurre i muffins al posto del classico cornetto, i maligni affermando che, mentre i muffins potevano essere conservati a lungo, i cornetti dovevano essere passati in forno durante il servizio del mattino e quindi consumavano tempo e energia elettrica.  

"Passati in forno”: si, vabbe', li toglievano dal frigorifero e li schiaffavano in fornetti che giudicare lerci era far loro un complimento.  
Sempre i maligni facevano presente che il succo d'arancia era industriale, gia' pronto, mentre il cappuccino doveva essere fatto al momento, con consumo di tempo ed energia elettrica.
Comunque sia, per un certo periodo le cassiere ripetevano ad ogni acquirente della fila: “Con un piccolo supplemento Le diamo un muffin e del succo d'arancia”.  Forse qualcuno di voi leggendo queste righe se ne ricordera'.  Se e' cosi' si ricordera' anche che tutti (salvo rarissimi casi nei quali qualcuno voleva fare il fighetto) rispondevano “No, va bene cappuccino e cornetto”.   

Insomma tutti, praticamente, rifiutavano; e dopo non molto la direzione e le cassiere, con loro sollievo, rinunciarono a proporre l'offerta.  
A me, come a molti altri, sentire tutte le volte quella litania alla quale rispondere invariabilmente “No” dava piuttosto fastidio. 

Certe volte mi immaginavo che al cominciare de “Con un piccolo supplemento....” tutti i clienti presenti si voltassero verso la cassa e gridassero forte all'unisono: NO 

Ma il muffin e' tenace e pian piano negli anni a venire si introdurra' nelle nostre abitudini e si fara' consumare in molte occasioni, un po' come la lingua italiana che cambia e consente l'introduzione di nuovi termini, magari non eleganti, ma presenti.
Ed ecco chiuso il cerchio: dalla lingua italiana al seno di Anita Garibaldi, agli Autogrill, ai muffins.
Molti pensieri vaganti per questo MTC 43.  























Muffin arabesco

  





















E' un muffin costruito, penso io, come se fossimo in un paese arabo o comunque del medio oriente.
Quindi abbondanza di dolcezze: ci sono datteri, mandorle, miele e pistacchi.
E c'e' un trucco, per far colare il miele al primo morso.
Questo muffin e' figlio della seconda infornata, perche' la prima mi aveva deluso.   Su Facebook avevo gia' scritto che ci avrei riprovato l'indomani,. Avevo in questa prima infornata provato diversi tipi di impasti e diverse proporzioni di ingredienti, ma un muffin mi debordava, un altro non era poi cosi' propenso a fare la sua cupola, un altro era bruciacchiato fuori e mezzo crudo dentro, e cosi' via.    Ero seccato, se fossi stato un gatto avrei frustato l'aria con la coda.
Nel frattempo mia moglie, la "props manager" mi aveva fornito, dalla sua collezione, un apposito centrino da usare come sfondo delle foto.

P.S. - Si organizzano visite alla collezione, no gruppi.




















Deluso e seccato dai risultati, dicevo.  Poi pero' ho vinto la mia innata pigrizia e mi sono organizzato per una seconda infornata.  Ho scelto la combinazione di ingredienti e relative proporzioni che mi avevano meno scontentato e ho cercato di migliorarla.
Questa volta sono rimasto soddisfatto.


























Ingredienti per 6 muffins

Secchi
180 g farina 00
70 g zucchero (semolato)
1/2 cucchiaino di bicarbonato 
1 bustina di lievito in polvere
3 cucchiai di granella di mandorle
3 cucchiai di pistacchi in pezzetti, tagliati a coltello 

Liquidi
2 uova, piu' un tuorlo, a temperatura ambiente
80 g di latte  a temperatura ambiente
75 g burro fuso
3 cucchiai di Vermouth

6 datteri, meglio se gia' sgusciati
3-4 cucchiaini di miele di Sulla 

Esecuzione 
Mescolare e setacciare gli ingredienti secchi.   A parte mescolare bene gli ingredienti liquidi, le uova vanno prima sbattute.  Il Vermouth serve per aggiungere ulteriori aromi all'impasto.  Nella prima infornata avevo usato acqua di rose, ma il risultato non mi era piaciuto.
(a forza di assaggi sono cresciuto di mezzo kg almeno).
Versare gli ingredienti liquidi su quelli secchi e mescolare rudemente e rapidamente.
Imburrare e infarinare gli stampini (devo proprio comprare lo staccatore spray).
A questo punto prendere i datteri, che, credetemi, e' meglio comprare gia' sgusciati, con le forbici tagliar via un cm di punta e nel vuoto far colare del miele di Sulla.   Questo miele e' buonissimo e piuttosto raro, meno male che ne ho un barattolone fornito dai cognati della Maremma.  Chissa' quante volte avete visto la Sulla senza sapere come si chiamasse, dettagli qui 
Il dattero e' stato usato come contenitore piu' o meno stagno per il miele, atrimenti il calore del forno avrebbe sciolto il miele e provocato un mezzo disastro.  Usando il dattero intero ho unito l'utile al dilettevole.
Versare, meglio dire spingere,  l'impasto fino a meta' altezza. Prendere un dattero e spingerlo fino in fondo, punta in basso.  Coprire con altro impasto, senza superare i tre quarti dell'altezza dello stampo. Io ho usato degli stampini di ceramica bianca piuttosto profondi.
In forno a 170-180 gradi finche' il colore vi soddisfa.   Non aprite il coperchio del forno fino a cottura avvenuta.   Indovinate perche'.....
Sfornare, sformare e lasciar raffreddare in aria libera.

























All'assaggio si e' sopraffatti dalla dolcezza dell'insieme e dal miele che cola dappertutto.   Per poter apprezzare il trucco del miele liquido questi muffins non vanno mangiati freddi, ma caldi, o al massimo tiepidi.    I pezzetti di mandorle e pistacchio che si trovano inaspettati aggiungono croccantezza e sapore.  Il Vermouth ha aromatizzato il tutto deliziosamente.    Consiglio di avvertire chi mangera' i muffin che c'e' un ripieno liquido, e caldo.
Muffin arabeschi goduriosi.

.

40 commenti:

  1. 'azz..Corrado, non so da dove cominciare a commentare questo post..é semplicemente pazzesco l'excursus che fai tra il linguirstico, artistico, letterario e l'amarcord personale con vere chicche quali "studiato e sudato"
    Chapeau non ami, ops, scusa...tanto di cappello!! Un abbraccio, Cris

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Troppo buona, Cristina !
      E' che non trovando un testo che andasse d'accordo con la ricetta ho dovuto mettere assieme tante cose diverse. Pero' sono contento che ti sia piaciuto :-) :-) :-)

      Elimina
  2. come sopra Cristina.....ma ...almeno ora sei tra gli sfidanti ;) , ciao Elisa BAker

    RispondiElimina
  3. i tuoi muffin sono splendidi, ed ancor più splendida la descrizione che ne fai... il vannucci vorrei averlo avuto come professore, anche se immagino che, come molti della sua generazione, fosse misogino.
    ma di fronte a un post di 19190 battute, spazi inclusi, il vannucci, come reagirebbe?
    "me lo riesponga con altre parole"

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, Gaia :-)
      i' Vannucci ha fatto molto per gli allievi. Sulla misoginia non so, ma aveva l'occhietto un po' da furbetto.
      Con lui il mio post avrebbe meritato un "6 meno", per via di "qualche liberta' nella sintassi e nella scelta dei termini. Periodi talvolta non armonizzati nella mutua successione". Dura la vita, con il Vannucci :-)

      Elimina
  4. in mezzo a tutto questo, sono pure riuscita a godermi la chicca sulla collezione di props di tua moglie...
    e poi non mi venire a dire che non ero attenta!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Gran bella collezione, per quelli ai quali piacciono i centrini. Personalmente mi sanno di vecchio, ma tant'e'.
      Si, c'e' stata attenzione, voto 7 :-) :-)

      Elimina
  5. Ti perdono la lunghezza del post perchè, come sempre quando passo qui, le cose che scrivi sono molto interessanti e c'è sempre qualcosa da imparare :-) Grazie soprattutto per aver condiviso con noi la memoria dei tuoi giorni col Prof. Vannucci, ce ne fossero ancora di insegnanti così!
    La tua genialità l’hai riversata in questo muffin, l’escamotage per il cuore di miele non è passato inosservato e partendo da quel cuore hai confezionato il tuo muffins con ingredienti che si sposano benissimo sia con esso che fra di loro.
    Unica cosa : mi sembra un po’ sbilanciato il rapporto secchi-liquidi e tu ne dai la conferma quando parli di “spingere l’impasto” .. il composto dovrebbe essere sostenuto ma non duro e penso che a te sia venuto così giusto?
    Il cuore di miele alla fine comunque mette tutti d'accordo, e mi sa che regala un’esperienza fantstica!
    Bravissimo!!! E grazie..


    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai perfettamente ragione, nelle varie prove che ho fatto l'impasto era sempre un po' piu' denso del normale, e penso che dalle foto si capisca anche. Le prossime volte l'impasto sara' migliore.
      Il cuore di miele mi ha creato qualche difficolta', per avere una buona quantita' di liquido servono dei datteri grandi e cosi' si rischia di dover fare dei muffinoni, per evitare che la punta del dattero emerga. Ma se il muffin e' piu' grande del normale, allora il miele sara' in proporzione cosi' poco che il sapore si perdera'. Insomma, l'idea c'e', ma bisogna perfezionarla. Dattero e miele servono per il sapore arabesco, ma per far colare sufficiente miele bisogna inventare qualcos'altro.
      Forse potrei mettere il dattero sminuzzato, insieme a mandorle e pistacchi, e gelificare il miele con molto agar-agar. Farne una pallina e metterlo nel cuore dell'impasto. Il calore del forno fluidificherebbe il miele, ma e se lo scioglie del tutto? Vedo ancora difficolta'.
      Comunque bel tentativo, mi sono divertito.

      Elimina
    2. credo che l'agar-agar non vada bene, per i motivi che hai detto tu. Starei con il dattero ripieno di miele, magari mettendolo orizzontale anzichè verticale. Che dici? oppure riuscire a fare delle honey chips tipo goccie di miele. Una volta feci delle gocce di cannella per degli scones, si scioglievano appena ma rimanevano ben riconoscibili al morso. Si potrebbe caramellare il miele con dello zucchero (il miele darebbe solo l'aroma per dire) poi si stende sottile su carta da forno e si fa indurire (mi ricordo di averle messe anche in freezer) poi si spezzettano dei pezzi e si inseriscono nel muffin.. bisogna solo provare e vedere!

      Elimina
    3. Caramellare il miele? Non so, potrebbe essere, devo provare.
      Comunque avevo provato a mettere del miele sfuso in una cavita' dell'impasto, quando questo era gia' dello stampo, ma in forno il miele si e' talmente sciolto da impregnare tutta la parte bassa del muffin. Il miele c'era, ma mancava l'effetto sorpresa quando si addenta.
      Prima di infornare questo muffin col miele sfuso potrei averlo messo nel freezer per delle ore, e poi metterlo in forno ancora freddo. Ma poi magari dentro l'impasto non cuoce. Insomma un maledetto problema, forse la soluzione migliore e' ancora quella di un contenitore, come il dattero. Se fosse stata stagione avrei provato con mezza albicocca, colandoci il miele come fosse una scodella (l'albicocca andrebbe ancora bene col carattere arabesco), ma adesso niente albicocche :-(

      Elimina
    4. E potrei provare con un pezzetto di mela, ritagliato rondo e scavato come scodella, in modo da contenere il miele.
      ALTRE IDEE ? (grazie per l'interessamento)

      Elimina
  6. Corrado, questi muffins sono incredibili: ci sono tutti i sapori che piacciono a me!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie :-) (cosa non si fa per essere un po' originali.... ma in MTC e' difficile)

      Elimina
  7. Caro Corrado, il tuo post è molto simpatico e istruttivo.
    I tuoi muffin sono un amore.
    Complimenti!
    :*

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma grazie :-)
      (i complimenti ingrassano l'ego del cuoco)

      Elimina
  8. Anche il mio compagno mi corregge quando dico strafalcioni in italiano. Sono romagnola e rendo i verbi transitivi in in transitivi e viceversa, così, senza accorgermene e utilizzo termini dialettali che non so tradurre in italiano. Parlo a volte con una sorte di slang imolese che mi piace molto ma che capisco solo io! E questo a lui fa impazzire! E mi corregge. :)))
    Com'è che non hai scritto in questo post: Francesca puoi riprendere a leggere da qui? :)))
    Ti perdono solo perchè il post è bellissimo e si legge tutto d'un fiato!
    Un abbraccio.
    Sabrina

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non l'ho scritto e la Francy mi ha fatto notare la lunghezza :-)
      Ma che ci posso fare se quando comincio con le associazioni mentali non mi fermerei piu'?
      Grazie :-) :-) :-)

      Elimina
  9. Mi stupisci ogni volta che ti leggo, sei una vera e propria boccata di aria fresca nel ridondante mondo di ricette di blogger senza passione!
    un plauso per i molti apprezzamenti alla Santa Donna, di cui vorrei vedere i centrini (sono una maniaca dell'uncinetto lo ammetto),
    un abbraccio grande
    Paola
    p.s. riusciremo a rivederci vero?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I complimenti sono sempre graditi :-) :-) :-)
      La Santa Donna ha al momento qualche problemino di salute, ma piu' avanti organizziamo volentieri una visita guidata :-)
      Vedersi? Mai dire mai :-) :-)
      CIAO :-)

      Elimina
  10. ciao Corrado grazie per questo bel post. a me sarebbe bastato anche solo l'accenno a Eric Clapton per farmelo amare ;) lo farò leggere a mia figlia che si lamenta di non riuscire mai ad andare oltre il 6+ nel tema di Italiano

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, Flaminia :-)
      Per tua figlia oltre a dei buoni insegnanti di lettere (che insegnino, non che dicano "aprite il libro a pag. XX) posso solo consigliare di leggere, leggere, leggere e poi ancora leggere. Non importa che siano classici, anzi meglio, dato che noi viviamo in un'altra epoca, basta che siano libri di carta. E limitare l'uso del telefonino e delle sue app a un'ora al giorno.
      So che e' un'amara medicina, ma "chi vuol in italiano riuscire deve anche un poco soffrire".

      Elimina
  11. Caro Corrado, sei davvero un mito e se mi diverto tanto a leggere i tuoi post è perché ci ritrovo anche un pochino di me. La lingua italiana è così bella e musicale che certi strafalcioni mi fanno lo stesso effetto di uno spartito di musica dodecafonica, ovvero inascoltabile per chi ama Mozart. Il tuo post è un tappeto volante che mi ha fatto viaggiare e sorridere, in particolare quando parli di te e dei tuoi ricordi di lavoro.Mi fermo sui tuoi muffin arabeschi che vorrei trovare sul mio tavolo domani mattina a colazione.
    Ti mando un forte abbraccio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie per il muffin e grazie per il testo del post :-)
      Sai com'e', piu' si campa e piu' si ha da raccontare (e qui non so se mettere la faccina sorridente o quella imbronciata)
      A presto

      Elimina
  12. Quasi quasi mi vergogno a pensare al modo con cui scrivo e parlo ultimamente, come se volessi far meno fatica e a far meno fatica si va più in basso. Che invidia per il tuo prof, mai avuto un insegnante degno di nota...di quelli per cui vale la pena andare a scuola, per fortuna all'Università è andata meglio. I muffin mi attirano e l'idea del miele nel dattero mi piace parecchio...bellissimo post! cri

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Cri, ma l'importante e' capirsi, il resto e' vanita' (bella questa, l'ho inventata al momento).
      Grazie ancora e CIAO :-)

      Elimina
  13. Sei la nostra Molly Bloom, Corrado- e ti assicuro che mi son goduta ogni parola del tuo fluss of consciouness, trovandomi d'accordo su tutto, pure sul riferimento iconografico, visto che Hopper è nell'elenco dei pittori preferiti pure dalla sottoscritta. E Wonderful Tonight fa il resto. Resto nella metafora letteraria e rispondo con un sillogismo- e cioè che se il muffins corrisponde ad una scrittura giornalistica e se il premio al miglior pezzo di questo genere è il Pulitzer, allora il tuo è un muffins da Pulitzer: e non per piaggeria, ma per l'approccio con cui ti sei accostato a questa ricetta, affrontandola con il tuo solito piglio "scientifico"- perchè Vannucci o meno, la mens quadra ;-) sempre quadra resta, ma elaborando un finale che è pura poesia. Bravissimo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sulla Molly stavi per beccarmi in castagna, ricordavo solo che era un personaggio dell'Ulisse e che aveva lo stesso cognome del protagonaista.
      Per fortuna che Wikipedia esiste, cosi' ho scoperto che un suo soliloquio chiudeva il romanzo e ho capito cosa intendevi :-)
      Grazie per tutto quello che hai detto; e vedo che in pittura e in musica abbiamo gusti simili.
      Tralascio per modestia (ebbene, si, qualche volta faccio anche il modesto) il discorso sul Pulitzer, ti ringrazio ancora e ti saluto.
      Ci vediamo a Siena :-) :-) :-)

      Elimina
  14. Tra le varie idee per realizzare i muffins avevo pensato anch'io a qualcosa di arabo, con datteri e frutta secca. Ma io non avevo certo fatto un collegamento come il tuo!!! Complimenti per il tuo italiano perfetto....chissà quante correzioni faresti anche a me sentendomi parlare!!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Scusa, ho visto il tuo commento solo adesso. Grazie dei complimenti :-)
      CIAO :-)

      Elimina
  15. Ho iniziato a leggere il tuo post con interesse, con lo scorrere delle parole l'interesse è cresciuto, oserei dire lievitato, per rimanere in tema.
    Grazie mille perchè sia il post che la ricetta mi hanno arricchito!

    RispondiElimina
  16. Corrado sei da ammirare. E' difficile, quasi impossibile al giorno d'oggi trovare veri appassionati della lingua, della sua struttura e del suo escursus.
    Bravo, hai coronato il tutto con un muffin delizioso e godurioso: mi immagino già la meraviglia di quando, arrivati al dattero, si scopre il miele morbido e intiepidito.
    Complimenti!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Effettivamente e' la riscossa dei bruttini nell'aspetto, possono rivelare delle dolci sorprese.
      CIAO :-)

      Elimina
  17. Arrivo anch'io a commentare questi muffins "caldi" di sole e di deserto...credo che tu abbia ottenuto l'effetto voluto sia nei colori che nei sapori, bravo e originale Corrado <3

    RispondiElimina
  18. Non riesco a capire come mai non mi fa commentare col nome del blog, uffa!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. OK dal tuo blog, ma sei entrata come amministratore con UserId e Password e poi hai commentato, oppure hai tentato di commentare senza entrare come amministratore?

      Elimina
  19. Ciao Corrado!Partecipo da un po' all'MTC,ma non riesco mai a visitare tutti i blog degli altri partecipanti. Ogni mese,peró,cerco di fare qualche nuova conoscenza. Arrivare da te é stato un vero piacere! Sono le due di notte e sto crollando,ma mi sono ugualmente letta tutto il tuo post senza accorgermi del tempo che passava....
    Una ricetta eccellente e un'idea geniale quella del miele nel dattero;complimenti!
    A presto!
    Vera
    P.S :visto che sei un cultore della lingua italiana ti consiglio di non visitare il mio blog ;vivendo da anni in luoghi di lingua spagnola,il mio italiano (un tempo ottimo) fa letteralmente schifo :D

    RispondiElimina